From: Alberto Biraghi
To: postellino@corriere.it
Subject: Ciro e Berlusconi
Message-Id: <20030810110025.5197.ALBERTO@biraghi.org>
Caro Ostellino,
ho provato a meditare sulla vicenda Cirio, come suggerisce nella sua opinione di ieri. Eppure non mi riesce di capire come lei possa assimilare un evento che - per quanto grande e ignobile - resta *privato* con la clamorosa anomalia di Berlusconi al governo. Da come scrive, credo che a lei ancora sfugga il senso dei "girotondi", provo quindi a darle un punto di vista diverso.
Non entro nel merito dei trascorsi dell'uomo Berslusconi (a questo pesnsera' - se lo potra' fare - la magistratura) e della sua mentatlita' politica aziendalista. L'aspetto che mi preme sottolineare e' il danno che la sua presidenza produce e produrra' alla nostra societa'.
Danno economico. Un esempio solo: dica francamente, lei investirebbe oggi, fosse imprenditore, in un'attivita' in cui opera Berlusconi (la maggior parte), mettendosi *davvero* in concorrenza con il Presidente del Consiglio (uno disposto a fare e disfare leggi nel suo privatissimo interesse)?
A questo si aggiunge il danno culturale: l'esempio di cinismo e disprezzo per le regole che lui e i suoi danno quotidianamente, il modello di arricchimento spregiudicato, il disprezzo per deboli e diversi, portera' conseguenze devastanti in un Paese come il nostro, in cui il senso civico gia' latita.
Queste sono le ragione per cui persone di tutte le eta' e le estrazioni socio-culturali hanno deciso di manifestare il loro dissenso nell'unico modo possibile. Manifestare e' uno dei pochi modi che restano a chi dissente per smentire Berlusconi quando sostiene che gli italiani sono tutti con lui. Berlusconi strategicamente non accetta confronti (vedi elezioni), non risponde alle domande (stampa internazionale), controlla l'informazione, offende chi si oppone politicamente (caso Schulz), confonde il suo privato con lo Stato ("dichiarazione spontanea"), sistematicamente vien meno alle promesse (ci casco' pure un volpone come D'Alema).
Senza girotondi l'unica verita' sarebbe quella del "Capo": i suoi comizi e l'informazione che - perche' a libro paga o per cautela professionale (ecco di nuovo il conflitto di interessi) - si adegua.
Ben altra cosa e' la vicenda Cirio, che coinvolge banche e impresa, carenza di regole, eventuali frodi: questo e' (mi passi un po' di cinismo) un problema "tecnico-privato" che nulla ha a che vedere con la salute della "cosa pubblica".
Sottovalutare il fenomeno Berlusconi, minimizzarlo, accusare di "provincialismo" chi preferisce una democrazia incerta e fragile a un potere blindato, portera' al nostro Paese danni enormi. Ci mediti anche lei, ma serenamente, per favore.
Cordialmente,
--
alberto biraghi