Sono preoccupato per il Movimento
Dopo il Palalido sono preoccupato per il Movimento, perché ho la
convinzione che le sue prospettive e il suo valore siano
indissolubilmente legati al rimanere forza di pressione, certo sempre
più coesa, ma determinata a tener vivo il costante divenire
situazionista che la caratterizza.
Invece sempre più spesso mi accorgo che spuntano "rappresentanti",
"dirigenti", "organizzatori", eccetera del Movimento. Tutte queste
persone (immagino in buona fede) attivano servizi d'ordine, preparano
badge, scelgono presentatori, reclutano servizi d'ordine, dispongono
controlli all'ingresso, eccetera. Non è un caso se l'altro giorno al
Palavobis c'era perfino la famigerata "zona franca", delimitata,
inaccessibile ai non-VIP. Accidenti, ecco che abbiamo le gerarchie
sociali anche nel Movimento, star, organizzatori, gente comune. Ecco
Mascia che si atteggia a Bonolis, ecco "lo staff" che sfoggia
familiarità con "quelli che contano", ecco la gara a farsi salutare da
Gino Strada, ecco il sentirsi orgogliosi perché "Sabina tocca a te",
eccoci a pensare che ce la faremo se anche noi avremo " la nostra tv".
Insomma, mi pare che si stia cadendo nella trappola subdola di un
modello analogo a quello che stiamo combattendo, il mondo-shopping-mall
che Berlusconi ci ammannisce da anni, con gli spot popolati da famiglie
bionde e felici, da auto che corrono su strade deserte, da telefonini
con milioni di colori e funzioni, da star da ammirare a distanza e
osannare dopo ore di coda. Purtroppo questo è un modelli che Berlusconi
ha contribuito a far nascere, che sa organizzare e vendere molto meglio
di noi e su cui può batterci con le mani in tasca e gli occhi bendati.