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«Ma io sono fiero del mio sognare, di questo eterno mio incespicare» (Francesco Guccini)
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Alberto Biraghi
Ma quale cazzo Natale
Ho resistito fino alle 16.30, poi complice il regalo di una nuova sella
ho inforcato la Bootleg.
Milano era vuota che più vuota non si può, ho pedalato per un'ora, ho
rischiato quel paio di vite per gli scemi che se vedono sgombro vanno a
duecento, ho deciso di santificare il Gesinbambù di noialtri ciclisti
urbani con un pellegrinaggio al Vigorelli. Lì, dal lato Fiera, ho
scoperto il Natale Quello Vero, quindici Povericristi imbacuccati,
accucciati in cerchio. Avevano acceso un fuocherello e ci abbrustolivano
su qualcosa.
Sono sceso dalla Bootleg, mi sono avvicinato, mi è uscito un "freddo eh?"
un po' patetico, al momento mi hanno guardato senza espressione.
Non erano neanche disperati, qualcuno ha perfino sorriso.
Poi ho pensato a mia figlia, 11 anni, dolcissima, intossicata dai
pacchetti colorati. Mi sono detto che quel fuoco e' anche colpa mia.
Avevo solo 50 euro in tasca, glieli ho messi in mano imbarazzato, ma non
mi sono sentito meglio. Ma quale cazzo Natale.