Ecco uno dei motivi per cui leggo sempre volentieri il tuo weblog.
Le opinioni della Rossanda a cui fa' riferimento l'intervistatore si possono trovare qui'.
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/07-Marzo-2004/art6.html
Al di là di tutto consiglio la lettura. La giornalista parte dal caso Priebke per notare come la voglia di far polemica e la confusione imperversino a tal punto nelle questioni dibattute pubblicamente, che si perde puntualmente di vista la sostanza delle questioni. La conclusione è che anche nel condannare il movimento di opinione pro-Battisti ci si faccia trascinare dalla foga del momento, perdendo la prospettiva storica e il merito del caso giudiziario. In realtà mi sembra che la stessa critica di 'muoversi prima di pensare' si attanagli altrettanto bene alla mobilitazione a difesa di Battisti.
In ogni caso ripeto il ragionamento sul metodo e sulla qualità del dibattere di questi tempi mi sembra del tutto sottoscrivibile.
Vorrei far notare che questa cosa della "guerra civile" e del Cile continuano a ripeterla quelli del "partito del rigore", come caricatura delle posizioni dell'avversario. Nella campagna per Cesare Battisti, nessuno, ma proprio nessuno ha detto che "gli anni di piombo furono una guerra civile" e "l'Italia degli anni Settanta era come il Cile di Pinochet". Proprio ma proprio NESSUNO. Questa cosa l'hanno tirata fuori per primi Martinotti di Repubblica e Toscano di Panorama. I vari Violante, Moncalvo etc., senza leggere le prese di posizione di chi si oppone all'estradizione di Battisti, le hanno desunte dai pezzi dei due giornalisti di cui sopra. Il resto è stato un effetto "palla di neve", in cui tutti dibattono su posizioni mai espresse.