Preferisco questo: http://www.carmillaonline.com/archives/2004/03/000657.html
Mah.. l'avevo letto. Il problema è che anche questo pezzo, in modo strisciante, tenta di avvalorare la tesi del regime, giustificando implicitamente la lotta armata. Anche il racconto sulla sparatoria Torreggiani è subdolo: "il contesto"... ma chi se ne frega? Questa è gente che girava armata e passava le notti a pensare chi avrebbe gambizzato domani. Che poi C.B. sia sincero, che il processo possa essere stato guidato, ecc ecc è pure possibile. Ma è certo che è uno di quelli che giravano con la pistola in tasca, dispostissimi a servirsene. Quindi - per me - è colpevole indipendentemente dal fatto che abbia o meno premuto il grilletto. Perché ha fatto rischiare la pelle anche a noi che volevamo sovvertire Andreotti con gli strumenti della democrazia e non a pistolettate.
Non sono d'accordo ma ne parliamo a voce che e` meglio :-).
" Ma è certo che è uno di quelli che giravano con la pistola in tasca, dispostissimi a servirsene. Quindi - per me - è colpevole indipendentemente dal fatto"
Sarà forse colpevole ai tuoi occhi di una colpevolezza generica, tutta politica, ma siccome lo stato di diritto dovrebbe condannare per responsabilità concrete su fatti specifici, non si può dire: "Si, forse il processo era una farsa e lui quegli omicidi non li ha compiuti, ma di qualcosa è sicuramente colpevole lo stesso quindi chissenefrega", perché così si torna all'Inquisizione. Spataro non dice che le uniche prove contro Battisti erano le "voci" che il pentito Pietro Mutti (pentito non dei PAC ma di Prima Linea, e già in prigione all'epoca del delitto Torregiani) diceva di aver sentito in galera. Spataro non dice nemmeno che i due figli di Torregiani diedero (e danno tuttora) due testimonianze completamente diverse.
Vedi Gigi, c'è un fatto importante: io non sono un giudice, non ho potere di mandare in galera chicchessia, quindi posso tenermi il giudizio umano e morale su CB e compagni senza troppi scrupoli di coscienza.
Quanto alla sua situazione, è chiaro che mi disturba l'idea del limbo in cui si trova. Ma sono molto più preoccupato - e per loro mi sento di far casino, strillare, impegnarmi - per le centinaia o migliaia di poveri cristi che quotidianamente finiscono in galera per una mela, per le vittime davvero inermi di Diaz e Bolzaneto, piuttosto che per un ex(?) filo(?) terrorista(?) snob che - idea mia - ha contribuito a "organizzare" gli anni peggiori del dopoguerra italiano e che non ha alcun bisogno della mia solidarietà. Quindi mi concedo il lusso di non dargliela.
E chi ha detto che devi per forza dargli la solidarietà? Ma come non capire che, mettendo la vicenda giudiziaria (demenziale) di Battisti nel suo proprio contesto (quello della legislazione d'emergenza) si capisce di più anche della Diaz e Bolzaneto e del finire in galera per una mela? Per esempio, il reato di "compartecipazione psichica" alle devastazioni, contestato ai 26 di Genova, è un capo d'accusa tipicamente emergenziale, di cui all'epoca i magistrati abusarono.
Un altro esempio: capendo cos'è stata la legge Reale, si capisce anche perché il processo per l'omicidio di Carlo Giuliani è andato com'è andato.
Secondo me, difendendo uno si difendono tutti.
... preferisco quindi l'idea di difendere tutti concentrandosi su Genova 2001. Pragmaticamente è anche un argomento più adatto a generare consenso tra strati socio-culturali diversi da "noi" rispetto a Cesare Battisti.
Non credo che le due cose si escludano, con una vai a coinvolgere più gente, con l'altra sei a fianco di migliaia di francesi che si sono mobilitati.
Condivido in pieno. E' possibile che ancora oggi ci sia a sinistra, qualcuno che ha così poco affetto verso le istituzioni democratiche da indulgere verso un assassino e un eversore? Azioni già in sè ingiustificabili e profondamente antisociali, dovrebbero avere simpatia-tolleranza-indulgenza perchè fatte in nome di una pretesa, strombonata "lotta allo Stao borghese"? Questo semmai dovrebbe aumentare la nostra riprovazione.
p.s.
su carmilla ho letto il DISGUSTOSO commento di tale "George" che non si vergogna di irridere le vittime e le loro famiglie.