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«Ma io sono fiero del mio sognare, di questo eterno mio incespicare» (Francesco Guccini)
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Alberto Biraghi
Pubblicità
L'altro ieri ho seguito a spizzichi e bocconi un programma sulla pubblicità a Radio Popolare. C'era il vecchio Giancarlo Livraghi che concionava come al solito, ma questa volta invece dei soliti luoghi comuni ha dato un interessante spunto di riflessione. Alla domanda "ma esiste davvero la pubblicità comparativa in Italia", Livraghi ha spiegato che esiste, ma che le agenzie di pubblicità non la utilizzano perché si sono messe d'accordo per non parlare di prodotto. Accidenti, facci caso, è proprio vero.
In effeti nessuno spot, pagina, posterone decanta le qualità oggettive del prodotto. Piuttosto, vuole convincere il/la potenziale acquirente che chi lo acquista fa un salto nella scala sociale, diventa più fig*. Ti compri la tal macchina è c'è dentro la figona che ti guarda languida, scegli il tal surgelato e il marito ti guarda grato e innamorato. Cavalli, consumo, calorie, grassi, proteine... di questo non si parla mai nella pubblicità. Riflessione amara: ognuno ha gli spot che si merita.