Il mattino ha l'oro in bocca
Lui: "Quasi sveglio sto alla finestra.Gomiti sulla balaustra, viso tra le mani, il prato
di sotto spruzzato di margherite, occhi a fessura, baruffe di merli. Corridore nuvole salgono in fretta. Un scia d’aereo ghiaccia nell’azzurro, dietro gli oblò altri sonni incrociano l’alba. Ne’ scuola ne’lavoro, e non sembra un’aprile del secolo presente, e io sono il bambino di ieri.
La moglie dorme nell’altra stanza e mi lascia un poco in pace: per adesso, il suo sonno è il mio miglior amico.
Lei: Lo guardo, serena, e gli sorrido. Con gli occhi della mente percorro il suo corpo e lo ricordo, teso e teso verso di me. Con gli occhi del corpo lo riguardo, un po’ meno serena, e lo riconosco per quello che mi si sottrae di notte e mi si impone peso di giorno, un uomo morto, un morfeo ambulante, cieco alle mie serene e sorridenti grazie. Ecco cosa diventano gli uomini quando te li metti in casa: dei morti di sonno, e ti tocca anche chiamarli amici, lui, il cane, il televisore. Ti tocchi e sorridi assente, in attesa di trovarne un altro, da buttare via prima che riaccada.