Non resta che ripercorrere le strade citate e vedere se è vero. Io l'ho fatto.
che bello! sarebbe il caso di rifare la manifestazione e fare davvero come dice la serva del servo leccaculo del nano militare.
forse e' la volta che ci riprendono in tivvi' come quei grandi lavoratori ripresi nei rialiti scio' ;-)
caro toni, ti sbagli: non sono la "serva del servo leccaculo", ma la sorellina della "serva del servo leccaculo" e non sono in tv ma scrivo su Libero (il quotidiano di Vittorio Feltri, non il format di Mammucari o il portale)... a proposito, mi fa piacere che qualcun mi legga! ...e ben vengano le critiche (se costruttive). purtroppo, in questo caso, c'era poco da obiettare: Milano è stata conciata da buttare via dalla frangia più violenta ed estremista dei no-global in corteo il 1 maggio. guardare per credere! un bacio a tutti i blog-nauti,
Silvia (non Francesca) Senette
Veramente Milano è stata conciata da buttare via da una serie pressoché infinita di giunte ladre e/o cialtrone. Non saranno certo quattro scritte a spray o due bancomat scassati a peggiorarla, perché lo schifo vero è istituzionale (megaposter sul duomo, giardini in condizioni indicibili, parchi abbandonati a se stessi, parcheggi selvaggi...). Comunque capisco, è difficile comprendere la realtà - e ancora di più descriverla - se non si guarda un po' oltre la superficie, ma si guarda solo quello che ci viene suggerito di vedere.
bhe..... e questo? è comperso sulla homa page del sito di penati, candidato alle provinciali di milano (ds). pare che la piccola senette continui a mietere vittime...ebbrava la nostra rampollina!
Ecco la vera efficacia della Pink Card di Ombretta Colli.
" Un'inchiesta di Libero svela l'inutilità della Card offerta dalla Provincia di Milano alle donne milanesi. "
"Sconti", "riduzioni", "tariffe agevolate", "convenzioni". La Pink Card della Provincia, una tessera gratuita pensata per lo shopping delle donne milanesi, dovrebbe offrire vantaggi economici nei più diparati esercizi commerciali: palestre, teatri, centri estetici, negozi di abbigliamento, librerie, ristoranti. Un piacevole cadeau della presidente Ombretta Colli - da spendere in 411 punti vendita della città e 781 dell'hinterland - perchè le donne continuino ad avere le mani bucate ma con la coscienza più leggera.
Iniziativa lodevole. Peccato che gli esercenti indicati da Palazzo Isimbardi non siano altrettanto disponibili nell'offfrire alle clienti gli sconti.
Neppure un simbolico 10 per cento. Per verificare l'effettiva utilità della Pink Card, abbiamo percorso le vie dello shopping milanese con l'elenco dei negozi "convezionati", la nostra tesserina e la speranza di poterla utilizzare.
per sfatare il mito della frivolezza femminile, scegliamo una prima tappa, "impegnata": via Carducci 21, "Istituto Velasquez". Fingendomi interessata ad un corso colletivo di spagnolo, chiedo orari, frequenza e costi. Una ragazza vestita da hostess risponde cortesemente e, quando domando se siamo previsti sconti per studenti o altre categorie, si mostra desolata. "Mi dispiace, nessuna agevolazione. In compenso, il nostro istituto gode di finanziamenti da enti esterni. Il gruppo che ha appena iniziato paga una tariffa agevolata:150 euro a testa invece di 400, perchè l'Eci si accolla il resto della retta". "E questa?" chiedo mostrando la mia Pink Card. "No, qui non serve. E comunque 150 euro è un prezzo accessibile".
Il corso è conveniente ma, prima di lasciarmi tentare, decido di proseguire il tour.
In corso Magenta al 24 ha sede il Teatro Litta. è tarda mattinata e l'edificio è chiuso ma, accanto alle locandine, non si fa accenno a sconti.
Al Teatro Carcano di Porta Romana, però l'addetto alla reception mi spiega che per studenti e over 60 ci sono riduzioni del 50%. "E per le donne ci sono sconti?". Lo sguardo perplesso - quasi a chiedersi per quale strana discriminazione il gentil sesso dovrebbe godere di agevolazioni - precede una risposta eloquente: "Direi di no".
Un pò scocciata da questo tirchio mondo della cultura, mi dirigo verso mete più tipicamente femminili. Passando in via Torino al 51, l'occhio cade sulle vetrine di "Tutto per lo sport": top, fuseaux, bikini. Il negozio è sulla lista della provincia, quindi entro. Fingo di dover acquistare il necessario per il mio nuovo corso di aerobica e, prima di scegliere l'occorrente, chiedo se ci sono agevolazioni. "Si, lo sconto del 11% per gli studenti muniti di tesserino universitario o soci del Touring Club", mi spiega un commesso sulla trentina.
"e per le donne? La pink Card? Nessuno sconto?", insisto. "No, ma se fai un bel sorriso magari in cassa arrotondano un pò".
Con l'umore ingrigito e una Pink Card rosa sbiadito mi avvio verso corso Vittorio Emanuele: obiettivo Rinascente. Sull'elenco della Colli compaiono ben 4 voci: Bistrot, Brunch e Cafè al settimo piano, Il Momento nel seminterrato.
è ora di pranzo e, uno spuntino mi farebbe tornare di buon umore. Almeno se mi facessero uno sconticino. Invece, acne qui, la mia tessera sembra inutile. "Se facessimo la sconto anche sul caffè faremmo prima a pagarglielo noi!", ironizza una ragazza col suo improbabile papillon. Ma come, alle scale mobili di ogni piano ho sorriso vedendo cartelli pubblicitari della mia carta. Possibile che non serva a nulla? "Non al bar, forse negli altri reparti le fanno il 10% ". Già, peccato che non voglia mangiare un paio di calze.
Sono delusa. ma a questo punto è una questione di principio. Ni dirigo verso il metrò e "sbuco" in corso Buenos Aires. Al 2 c'è Jean Louis David, uno tra i tanti della catena di parrucchieri inserita nell'elenco. Entro, spiego che voglio fare tagli e colore e chiedo se ci sono riduzioni speciali. Di nuovo, la solita solfa. "Abbiamo già i prezzi bassi, non facciamo sconti" Sicuri? Nemmeno con la carta delle donne? "Guardi, il 90% dei clienti sono donne. Se facessimo lo sconto a tutte potremmo anche chiudere".
No demordo. Pochi passi più in là, al 10, c'è lo studio di medicina estetica Epil Specialist, Dopo una manfrina di un quarto d'ora sulla depilazione definitiva scopro che non è questo il centro dell'elenco, ma quello al primo piano. Qui offrono un pacchetto di 6 sedute: 4 le paghi, 2 te le regalano ( solo 1.400 euro ). Nel centro convenzionato, invece, gli sconti vengono valutati dalle dermatologhe a seconda del trattamento. E, ancora una volta, la mia Pink Card fa sorridere la segretaria.
Il morale e a terra, ma faccio un ultimo tentativo: l'Emporio del libro in Galleria Buenos Aires al 13. Scelgo un volume e mi avvio in cassa con la tessera in mano. Il titolare mi ferma: "Niente sconti. Solo promozioni periodiche". Ottengo un misero 10% perchè il mio libro , fino al mese scorso, era al 30 per cento. Con la piva nel sacco e mia "carta sconto" inutilizzata, si conclude questa deprimente giornata di shopping. Per fortuna, almeno la Pink Card era gratis.
Silvia Senette