Sempre più forte lo scontro sulla giustizia. L’Anm conferma l’astensione dal lavoro per martedì, Gasparri attacca i magistrati
Anche Fini vuole «vendetta» sui giudici
«Dopo il G8 imputati più poliziotti che black bloc». Bruti Liberati: nei tribunali si valutano le prove
da l'UNità del 23 maggio 2004 - di Luigina Venturelli
A suon di liste di proscrizione,
accuse di partigianeria e bacchettate
per pigrizia sul lavoro si arroventa
il clima d’attesa per lo sciopero dei
magistrati di martedì prossimo contro
la riforma dell’ordinamento giudiziario
targata Cdl.
A rafforzare la rabbia delle toghe
ci ha pensato in primis il ministro
della giustizia Castelli, chiedendo
l’elenco dei nomi di quanti aderiranno
alla protesta. La risposta di Edmondo
Bruti Liberati non si è fatta
attendere: «Vuole i nomi? Ne avrà
tantissimi. Non è particolarmente
elegante - ha continuato il presidente
dell’Anm - l’atteggiamento del ministro
che cinque giorni prima minaccia
di fare quello che normalmente si
fa il giorno dello sciopero. Anche noi
raccoglieremo i dati sulle adesioni,
come abbiamo sempre fatto». Dati
che si preannunciano almeno in linea
con quelli del giugno dell’anno
scorso, quando alla protesta aderì
l’87% della categoria.
Anche per questo alle minacce
del guardasigilli leghista hanno fatto
seguito le lezioni non richieste del
vice premier Fini e del suo collega di
partito Gasparri su come i giudici
dovrebbero svolgere i loro compiti.
Il primo: «La Procura di Genova,
dopo tante indagini, ha rinviato a
giudizio più agenti e carabinieri che
black bloc, manifestanti che a vario
titolo hanno sfasciato la città. È una
cosa che agli occhi della pubblica opinione
grida vendetta e dimostra che
ci sono, per fortuna pochi ma molto
attivi, settori della magistratura
iperpoliticizzati. D’altronde tutto il
mondo ha visto quello che è successo
a Genova: è giusto che se qualche
poliziotto ha sbagliato paghi, ma è
semplicemente indicibile che alla fine
siano chiamati a rendere conto
del loro operato più uomini in divisa
che manifestanti». Piccato, il vicepremier,
forse perché in questura a Genova
c’era anche lui, nei giorni del
G8, e quel «se qualche poliziotto ha
sbagliato, paghi» evidentemente gli
brucia. Secca la replica di Bruti Liberati:
«I giudici di Genova, come tutti
gli altri giudici italiani non usano un
criterio di valutazione contabile, ma
il criterio delle prove».
Il secondo: «Quello deimagistrati
è uno sciopero dal sapore chiaramente
politico, quindi francamente
la cosa non mi meraviglia. Noi - ha
continuato il ministro delle telecomunicazioni
- abbiamo un impegno
riformatore per realizzare giustizia e
legalità in tutta Italia e vorremmo
che i magistrati, invece di scioperare,
rendessero più rapido l’andamento
dei processi e garantissero la certezza
della pena. L’esecutivo ha agito per
la diminuzione dei reati ed ha fatto
la legge Fini-Bossi sull’immigrazione
per espellere i clandestini. Imagistrati,
invece, ricorrono in taluni casi alla
Corte costituzionale. Se politici, imprenditori,
magistrati lavorassero tutti
quanti di più l’Italia andrebbe meglio
e ci sarebbero meno polemiche
».
Così, a soli tre giorni dalla fermata
delle udienze, l’esasperazione e la
preoccupazione della categoria hanno
già trovato espressione compiuta
nell’assemblea dell’Anm, ieri al Palazzaccio
di Roma. «Si vogliono trasformare
i magistrati in impiegati controllabili,
asserviti al padrone? Ribelliamoci
- ha esclamato per tutti Luigi
Scotti, presidente del tribunale di Roma
- facciamo sentire con forza la
nostra voce. Per questo aderisco allo
sciopero, non ne posso più».
Tra le ragioni della protesta, la
seconda in due anni contro una riforma
«che mette a rischio autonomia e
indipendenza della magistratura»,
c’è anche «l’assenza di interventi volti
a far funzionare la macchina giudiziaria
», come dimostrano gli innumerevoli
disservizi documentati nel libro
bianco preparato per l’occasione.
«Al tribunale di Roma - ha denunciato
ancora Scotti - manca la
carta igienica e due terzi dei bagni
sono chiusi perchè non c’èmanutenzione.
Qualcuno ha scritto che in tribunale
non si fa pipì: è vero. Mancano
il toner e la carta per le fotocopie,
dobbiamo chiedere agli avvocati di
portarsela dagli studi. Nel 2003 sono
state emesse 3.500 sentenze civili in
più, ma restano sui tavoli perchè
manca il personale amministrativo».
Alle toghe italiane ha portato la
sua solidarietà il consigliere del Csm
francese Valery Turcey, a Roma per
la nascita della rete dei Consigli di
giustizia europei: «Tenete duro, mentre
in Europa si va verso un rafforzamento
dei valori di autonomia e indipendenza,
in Italia si fa un passo indietro.
Sarà un passo indietro anche
per l’Europa».
Non vedo cosa ci sia di male in quello che ha detto Fini. Ha ragione : sono stati i no-global,e in particolare la loro fazione violenta costituita dai black-block a creare casini e disordini al G8. Quella della polizia è stata normale reazione ai criminali,che poi è ciò che la polizia deve fare. E si continuano a criminalizzare polizia e carabinieri,solo perchè uno di loroha ucciso PER SBAGLIO un no-global violento che assaltava con un'estintore la sua vettura. I no-global andrebbero inquisiti,non la polizia.
Scsua "Shortag", ma come la metti con la valanga di filmati - pubblici - che dimostrano senza ombra di dubbi che il Black Bloc, era governato dalla polizia? Come giustifichi le cariche sul corteo autorizzato dei cattolici di Lilliput, tagliati fuori e randellati manco fossero ultras? Perché prima di sparare sentenze e patenti di criminale non ti informi?
Questa mi è nuova...da quando la polizia avrebbe guidato i black-block? Mi sembra un controsenso
Shortag: quello che sembra a te ha poco a che fare con la realtà. Esistono ampie prove documentali (vari filmati) che dimostrano come il Black Bloc di genova fosse come minimo infiltrato, ma forse di più, forse reclutato, da quelle stesse "forze dell'ordine" che hanno affrontato il loro compito cantando faccetta nera e altre amenità, che hanno arrestato illegittimamente, torturato e picchiato senza ritegno. Certo, uno deve avere voglia di informarsi. Qui c'è una sezione intera dedicata a quei due giorni in cui l'Italia repubblicana toccò forse il suo punto più basso. Ti suggerisco di leggere tutto, articolo dopo articolo, dal fondo verso l'alto. Magari poi scoprirai che i controsensi stanno altrove.