Prof. Roberto Ettore Bertagnolio
Cara redazione,
in questi giorni abbiamo assistito di nuovo alla sceneggiata delle “radici”. Come cristiano affermo che se Cristo è la via, la verità e la vita a affermare che le radici dell'Europa sono cristiane non si è nella verità e quindi non si è neppure cristiani. Se vogliamo proprio dare all’Europa delle radici, visto che qualcuno ne fa un problema, queste non possono essere che greche.
Nell’ambito della ricerca scientifica, ambito che mi preme difendere, è fuor di dubbio che le categorie base su cui costruiamo le strutture logiche del nostro pensiero occidentale sono greche, (Aristotele). Dalla scuola Ionica ai fisici, comprese le dottrine degli atomisti, 2500 anni prima della biologia molecolare della neuroscienza o della fisica atomica, gli studiosi del tempo avevano già avuto delle intuizioni sbalorditive in campo scientifico: erano greci anche questi. Nel campo teologico ci fu Paolo di Tarso. È proprio la sua interpretazione del Cristianesimo a diventare universale, non certo quella dei figli di Zebedeo o di qualche altro pescatore che guadagnava il pane presso il lago di Tiberiade in una remota provincia dell’impero raccontando, in una strana lingua sconosciuta ai più (l’aramaico), fatti miracolosi di un presunto Zelote, creduto tale dai funzionari romani. Non parliamo poi delle varie vicende della Bibbia nel suo complesso. Sin dall’inizio, i fatti narrati sono arrivati al mondo conosciuto in greco. Bisogna concludere che il Cristianesimo è arrivato ancora una volta a noi sotto categorie mentali greche, e questo a prescindere dai problemi esegetici e teologici che comporta la traslazione dalla lingua dei pescatori della Galilea ai concetti formulati nelle agorà.
A questo punto, se proprio bisogna nominare queste radici all’interno della costituzione europea, esse non possono essere che greche, anche perché il peggio o il meglio del Cristianesimo (non sta a me giudicare) è arrivato a noi in questa lingua. Diciamo che nessuno può negare che noi pensiamo anche “cristianamente” secondo categorie che appartengono a quella terra meravigliosa in cui camminavano personaggi come Socrate, che per bontà d’animo non avrebbero sfigurato neppure in Galilea.
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