Cicciolina, Silvio, Umberto e il corpo
Cambierà qualcosa domenica sera? Tra due giorni si torna a votare. Qualcuno, più esplicitamente noi - diciamolo senza troppi giri di par condicio (una roba del resto che non se la ricorda più nessuno) - spera che qualcosa cambi. Domenica sera lo sapremo.
E tuttavia, anche a evento non consumato, e ancora sospesi nell'incertezza conviene tentare un bilancio. Vorrei farlo usando la figura del corpo, la sua dimensione fisica.
Raramente il corpo ha svolto un ruolo centrale nella vicenda politica italiana (forse l'unica volta che qualcuno c'ha provato è stato quando abbiamo votato Cucciolina. Era il 1987 e il candidato Ilona Staller ottenne 22.000 voti di preferenza). Questo, tuttavia, è stato l'anno del corpo: quello rifatto di Berlusconi (qualcuno se lo ricorda?) e quello scomparso di Bossi.
Consideriamo velocemente il primo.
A proposito di Berlusconi si potrebbe adottare il linguaggio clinico: operazione tecnicamente riuscita, il paziente è morto. Non sarebbe il caso allora di domandarsi: valeva la pena spendere tanti soldi? Per certi aspetti il peggior investimento dell'anno che Berlusconi ha fatto è stato proprio quello su se stesso. Ma la cosa più intrigante è che non si può far altro che rilanciare. Una volta che si è tirati fino all'inverosimile e non si può far altro che ridere (perché rilassarsi non è materialmente possibile a meno di non far saltare tutte le cuciture), che cosa resta da fare se non continuare a giocare la stessa partita? Dietro la questione del complotto, alla fine, non c'è nessuna novità, c'è la comunicazione del solito teatrino della vittima.
Ma anche di Bossi non si può dire granché per carità di patria e di salute. Voti tanti, ma si può esprimere un giudizio di contenuto su un latrato (almeno questo è quello che a chiunque dotato di un udito di qualità media, è sembrata la voce di Bossi dopo due mesi di silenzio forzato)?
Ci sarà tuttavia un uso del corpo ferito del capo da parte della Lega. Anche in questo caso non si inventa niente (tutta merce di riciclo) A circa cinquant'anni di distanza dall'attentato a Togliatti, la Lega ripeterà lo stesso itinerario che fu del Pci: la prima uscita pubblica la farà per mostrare il ritorno in campo del capo - come fu appunto per Togliatti alla prima apparizione pubblica dopo l'attentato del 14 luglio 1948 (fu a Roma, il 26 settembre 1948).
Lì si metterà in giostra il corpo, quello non scalfito dell'orgoglio padano e quello "indomito" del capo che ritornerà in piazza.
Anche lì - è facile immaginarlo - avremo di nuovo la retorica del complotto, la filosofia della resistenza fino all'ultimo uomo, la dichiarazione di federalismo o morte Un consiglio: per carità nessuno dica "O Roma o morte!". Nell'incertezza, meglio tacere.
Noi, intanto, incrociamo le dita. Un gesto così, scaramantico, tanto per non lasciarsi andare al libero pensiero.
L'unica incertezza in quale luogo di culto si celebrerà questo rito.
Sarà a Pontida in una spianata che a vederla dal vivo non è più grande di una bocciofila ma che in televisione sembra Central Park? Oppure a Venezia lungo le rive dell'Arsenale? dove finisce - lo diciamo per precisione - il bacino di Venezia e non il Po, come vorrebbe la geografia fantasiosa della Lega.
Il Po, infatti, sbocca 30 km più a Sud in mezzo alle zanzare in un paesaggio che non richiama le folle festanti della domenica e che se ci andassero, l'anno dopo, memori delle pinzature, starebbero volentieri a casa loro.
Lì si metterà in giostra il corpo, quello non scalfito dell'orgoglio padano e quello "indomito" del capo che ritornerà in piazza.
Anche lì - è facile immaginarlo - avremo di nuovo la retorica del complotto, la filosofia della resistenza fino all'ultimo uomo, la dichiarazione di federalismo o morte.
Un consiglio: per carità nessuno dica "O Roma o morte!". Nell'incertezza, meglio tacere.
Noi, intanto, incrociamo le dita. Un gesto così, scaramantico, tanto per non lasciarsi andare al libero pensiero. Auguri al popolo di sinistra!
David Bidussa
25.06.04 14:56 - sezione
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