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Alberto Biraghi
Rutelli e Marini salvano i DS
«Il fallimento del progetto del partito riformista, per quanto possa soddisfare coloro che vi si sono opposti, segnala un aspetto preoccupante della situazione nella quale si trovano i Democratici di Sinistra. Il gruppo dirigente di questo partito, e in particolare Massimo D’Alema come suo più autorevole esponente, si trova ancora una volta di fronte alla necessità di operare una scelta “di ripiego” rispetto alla strada maestra già tracciata: il progetto strategico, quello di creare un partito non di sinistra come forza fondamentale della coalizione progressista e di porsi in prima persona alla guida di tale nuovo partito.
Il merito di ciò va però sostanzialmente a fattori esterni al gruppo dirigente (il modesto risultato elettorale, l’indisponibilità della Margherita, l’opposizione del Correntone). I Ds quindi non si scioglieranno (per ora) non per decisione del loro segretario o presidente, ma per l’asse Rutelli-Marini-Mussi. Un paradosso, ma che la dice lunga sulla consistenza dell’ennesimo Dalemone non riuscito». Sono abbastanza d'accordo, anche se resto convinto che a salvare i DS dal delirio autodistruttivo dalemian-riformista siano stati soprattutto gli elettori, che li hanno premiati col loro voto quando hanno trovato la quercia sulla scheda elettorale. Il resto dell'articolo su
Aprile Online.