Sindacati di Polizia in subbuglio: Vincenzo Canterini pronto a diventare questore. Storia di un concorso «nascosto»
di Anna Tarquini<>
C’è un giallo sulle promozioni dei dirigenti della polizia di Stato decise in questi giorni dal capo della polizia De Gennaro che sta alimentando più di un malumore nella categoria. Quest’anno, per la prima volta nella «storia», il Viminale ha deciso di non rendere pubblica la lista dei primi sei dirigenti esclusi dalla nomina della Commissione per la progressione delle carriere, cioè dei sei che per una consuetudine ormai consolidata saranno ammessi a partire dal primo settembre al corso interforze, una specie di aggiornamento che però di fatto attribuisce ai primi non promossi la qualifica in grado superiore.
C’è una ragione di tanto mistero? Forse sì. Da giorni tra gli addetti ai lavori gira una voce sempre più insistente: e cioè che uno di quei posti figura il nome di Vincenzo Canterini. Sì è proprio lui, l’ex comandante del reparto mobile della Questura di Roma accusato di aver scatenato l’inferno alla scuola Diaz durante il G8 di Genova; il dirigente che guidava i poliziotti nell’irruzione; l’uomo a processo dei falsi verbali sulle molotov fatte trovare nell’edificio occupato e per questo rinviato a giudizio dalla procura di Genova con l’accusa di falso e lesioni personali. A tre anni dalla morte di Carlo Giuliani, mentre la procura si avvia verso la pronuncia di una condanna per i 29 agenti coinvolti nella sanguinosa irruzione, la Polizia avrebbe deciso di promuovere Vincenzo Canterini questore.
La scalata
C’è dunque più di un motivo per rendere segreto un elenco che fino all’anno scorso veniva tranquillamente diffuso ai giornali con una nota stampa. E c’è più di un motivo, negli ambienti del Viminale e tra i sindacati per nutrire una certa irritazione. Tanto più che - sembrerebbe - l’ex capo del reparto mobile di Roma risulterebbe secondo o terzo nell’elenco dei primi esclusi. Cosa avrebbe fatto Canterini di tanto meritevole entrare nella rosa dei migliori? Di certo si sa che il Dipartimento ha una discrezionalità nell’attribuire punteggi molto alta. Di certo si sa che l’uomo della Diaz era tra i pochissimi a non aver ottenuto promozioni, ma nemmeno sanzioni disciplinari. Dopo Genova è stato nominato segretario generale della Consap, che è uno dei sindacati di polizia ed esiste una norma in base alla quale un dirigente sindacale è inamovibile. Ed ha appena incassato un trasferimento: il sei aprile scorso è stato assegnato alla direzione centrale della polizia criminale. Del resto Canterini non è il primo ad aver ricevuto gli onori della carriera dopo i fatti del G8. Anche Spartaco Mortola ad esempio, ex dirigente della Digos di Genova, è tra i neo nominati proprio in questa sessione: dal dimenticatoio della Polizia postale dove era stato inviato dopo il G8 diventa questore vicario di Alessandria. Tra le vecchie promozioni ricordiamo quella di Francesco Gratteri ex capo dello Sco e pupillo di De Gennaro: da tempo numero due dell’Antiterrorismo. La carriera di Giovanni Luperi, ex vice Ucigos, diventato direttore del servizio informazioni generali della polizia di prevenzione; Ansoino Andreassi è oggi numero due del Sisde; Fabio Ciccimarra, ex vicequestore di Genova è oggi a Napoli; Francesco Colucci da questore di Genova è diventato questore a Trento. Tutti, insieme agli altri non citati, devono rispondere a vario titolo di falso ideologico.
Ora anche Canterini potrebbe fare il grande salto. Potrebbe, il condizionale è d’obbligo, perché se è vero che non è mai successo (lo dicono i sindacati) che i primi cinque o sei esclusi dalle nomine non siano stati chiamati al corso che conferisce punteggi altissimi, dunque qualifiche superiori, è anche vero che non esiste norma scritta e che il capo della polizia De Gennaro potrebbe all’ultimo momento decidere di «promuoverne» solo due.
Alla sbarra
Nei prossimi giorni Canterini sarà ascoltato dalla Procura di Genova. L’udienza era slittata perché uno degli indagati infatti, il vicequestore romano Massimiliano Di Bernardini, 38 anni, aveva avuto un incidente stradale di moto. Di Bernardini, attualmente a capo della sezione rapine della squadra mobile di Roma, è il poliziotto che per primo parlò delle due bottiglie molotov viste nella scuola la sera dell' irruzione in mano di Pietro Troiani, a sua volta indagato. Le bottiglie incendiarie erano state usate, secondo l' accusa, come false prove della polizia per giustificare l' arresto dei 93 manifestanti. Intanto il collegio difensivo degli imputati romani e la procura di Genova stanno redigendo le rispettive memorie conclusive da presentare davanti al giudice. Il collegio difensivo ha intenzione di chiedere di conoscere le prove documentali e di vedere i filmati. Di questi il più importante, ai fini dell'accusa è il famoso «conciliabolo» avvenuto davanti alla scuola Diaz, dopo la scoperta delle due bottiglie molotov. Al vertice improvvisato erano presenti tra gli altri Francesco Gratteri, Giovanni Luperi, Gilberto Caldarozzi. Si vede nel filmato Gratteri che parla concitato al telefono cellulare dopo il ritrovamento delle molotov. Una telefonata che ha subito destato molti sospetti nei magistrati, soprattutto dopo la scoperta che le bottiglie incendiarie erano state portate all' interno dell'istituto non dai manifestanti, ma dalla polizia per fabbricare delle false prove contro i no global e giustificare inoltre la sanguinosa irruzione.
E te l'avevo detto io che andava così, và! C'avrà mica ragione Loach?
Speriamo che il Dr Canterini sia fatto questore
ci vorrebbe uno come lui alla guida di certe città allo sbando
Non intendo esprimere parere favorevole nè contrario alle promozioni per cui si discute, dico solo di essere abituata a valutare le carte processuali e sottolineo a difesa dei poliziotti accusati che in Italia vige il princio costituzionalmente garantito DELLA PRESUNZIONE DI INNOCENZA FINO A CONDANNA DEFINITIVA.
Le accuse infamanti mosse agli indagati appaiono quindi abberranti se interpretate alla luce di tale principio.
- "La polizia è qui per proteggervi."
- "E chi ci protegge de voi"
Dal film "L'odio" di Mathieu Kassovitz 1995