Lui lo ammira
«Berlusconi è costretto ad aver pazienza, e dobbiamo riconoscergli di possederne più di quanta gliene accreditassimo. Lo ammiriamo. Al suo posto non avremmo sopportato che Follini paralizzasse l'attività governativa per farsi i propri comodi e strappare i petali della margherita: ci sto, non si sto, mi butto, non mi butto. D'altronde la Casa delle libertà senza questi democristiani vaghi e tentennanti crolla, ed è ovvio che il Cavaliere prima di mandarli al diavolo come meriterebbero ci pensi non due ma tre volte». Pittoresco articolo di Vittorio Feltri su Libero di venerdì.
BERLUSCONI OSTAGGIO CLANDESTINI LIBERI
di VITTORIO FELTRI
Clandestini in Italia: si può. Lo ha stabilito la Corte costituzionale (la cui maggioranza è di sinistra) annullando la cosiddetta legge Bossi-Fini. E così circa 16 mila extracomunitari che dovevano essere espulsi, rimarranno qui non si sa bene a fare cosa; anzi, si sa benissimo: vivranno come hanno fatto finora, di espedienti. Ma questo è niente. Il guaio è che l'annullamento della normativa rende l'Italia terreno di conquista per chiunque, soprattutto balordi. I casi sono due. O la Costituzione è superata e quindi inadeguata ai tempi, o la Consulta ha i piedi saldamente ancorati sulle nuvole. Non siamo giuristi e lasciamo giudicare a voi. Possiamo solo dire che il nostro è l'unico Paese europeo incapace di fronteggiare l'emergenza immigrati; ve ne sono ad ogni angolo di strada, vendono con sfacciata tranquillità le loro mercanzie, di solito taroccate, lungo i marciapiedi dei centri cittadini, e nessuno interviene a far rispettare la legge che vieta il commercio abusivo e la contraffazione di oggetti marcati. Però la Costituzione è salva. In sostanza, si applica la Carta ma non si applicano i codici. O si applicano solo nei confronti di chi non sia cland e s t i n o. Cosa succederà? La pratica è nelle mani del governo, il quale per fermare l'orda dei "conquistatori" dovrà approvare un decreto correttivo. Trascorreranno giorni, forse settimane e intanto i 16 mila balordi in procinto di essere rimpatriati scioglieranno le vele e chi s'è visto s'è visto. Da notare che per varare un decreto d'urgenza occorre un esecutivo non dico efficiente ma almeno esistente, e il nostro invece in questo momento è un tappetino sotto i talloni di Follini, il quale, coi suoi capricci ormai di dominio pubblico, tiene in ostaggio Berlusconi obbligandolo a occuparsi di tutto (verifiche, trattative, tiremmolla) tranne del Consiglio dei ministri. Sembrava che ieri il garbuglio si sciogliesse. Neanche per sogno. Voci, pettegolezzi, insinuazioni e minacce: null'alt ro. La maggioranza è sull'orlo di una crisi di nervi perché il signor segretario dell'Udc non ha ancora deciso se mantenere fede agli impegni, smetterla con le bizze e ricominciare a lavorare, magari assumendosi la responsabilità di un dicastero, oppure se insistere nel tiro al bersaglio col proposito di far secco il governo. Fin quando bisognerà aspettare per capire di quale morte moriremo? Oggi il consiglio dell'Udc si riunisce e qualcosa dovrà pur deliberare: spaccare tutto quel poco che rimane da spaccare o rimboccarsi le maniche. Berlusconi è costretto ad aver pazienza, e dobbiamo riconoscergli di possederne più di quanta gliene accreditassimo. Lo ammiriamo. Al suo posto non avremmo sopportato che Follini paralizzasse l'attività governativa per farsi i propri comodi e strappare i petali della margherita: ci sto, non si sto, mi butto, non mi butto. D'altronde la Casa delle libertà senza questi democristiani vaghi e tentennanti crolla, ed è ovvio che il Cavaliere prima di mandarli al diavolo come meriterebbero ci pensi non due ma tre volte. Fini ha ribadito la disponibilità a diventare ministro e di nuovo invitato Follini a comportarsi allo stesso modo, l'unico per garantire all'esecutivo un minimo di stabilità indispensabile alla realizzazione del programma, comprendente l'abbassamento delle tasse cui è legata la speranza del centrodestra di presentarsi alle elezioni, nel 2006, con buone probabilità di vincerle. Sulle trattative, sul totoministri, sulle molte ipotesi e sulla mancanza di certezze abbondano gli articoli nelle pagine interne. E a questi vi rimando. Stiamo calmi. Una parola.