di lui avevo letto: Perdere e' una questione di metodo.
Ma non era granche', a parte il titolo che e' fulminante!
Questo e' il suo secondo romanzo su pechino, il primo era Ottobre a Pechino.
Strano questo interessamento di uno scrittore di bogota' per pechino, tanto da farci 2 romanzi. A meno che non sia amico del suo concittadino Sergio Cabrera (La estrategia del caracol) che a pechino visse studiando a Beida nei magici anni della rivoluzione culturale. Chissa'.
Grazie per il suggerimento. E' decisamente apprezzato. Alla prossima. :-)
P.S: vorrei averne io, di blog-lettori, che scrivono come Tonii... :-)
Scusate anche se non riguarda il libro citato da Alberto, mi permetto di segnalarvi un libro stupefacente: "Trilogia della città di K"
di Agota Kristof. Su Internetbookshop.it troverete 23 commenti entusiastici. Chissà quanti lo hanno già letto! Geniale.
http://www.internetbookshop.it/ser/serdsp.asp?shop=1&c=KUPJMK1XYXHLB
occhei, antieroi "a manego" (come si dice a venessia) ma...
ma sono a meta' e potrei gia' scrivere un libro sugli errori che ho incontrato.
lasciamo perdere le traslitterazioni, che potrebbero essere errori del traduttore o dell'editor italiano, lasciamo perdere molte cose che sono funzionali alla storia e quindi scusabili, ma gli errori sono troppi per non guastarmi la lettura:
li divido per categorie.
le prime nell'ordine sono le meno gravi.
Le ultime sono imperdonabili.
1) errori spazio/temporali. Esempi:
Il quartiere delle legazioni non e' affatto dove oggi sono le ambasciate a Pechino. Stava nell'angolo sudest di Tiananmen (che all'epoca non era una piazza).
Chiamare una via di Pechino "dajie" in epoca Qing e' come immaginarsi una legione romana percorrere il Grande Raccordo Anulare. In un romanzo ambientato a Pechino direi che e' piuttosto grave. O gli ostrogoti sono passati per la tangenziale di Mestre per saccheggiare Padova?
2) errori linguistici.
Immagina di bussare a casa di un tuo amico. Che cosa ti dice da dietro la porta? "Chi e'?" oppure...."Pronto?"!?!?!?
Eppure questo succede nel romanzo.
3) errori storici
Scrivere che la Grande Marcia si e' svolta DOPO la fine della seconda guerra mondiale, e nel romanzo lo racconta un cinese che "ricorda" quei tempi, significa non avere la piu' pallida idea della storia non dico cinese ma mondiale.
5) errori materiali
Secondo l'autore a Pechino i tetti della citta' vecchia sono "di porcellana".
Compriamogli un manualetto (di storia, d'arte, di scienza dei materiali, o uno qualsiasi), oppure facciamogli leggere Utz di Chatwin, insomma facciamo qualcosa o prima o poi ci scrivera' che lo shuttle e' fatto di ghisa.
4) errori logici
Un tuo fratello si trasferisce in Cina. Tu gli scrivi una lettera. In che lingua scrivi?
In cinese?!?!?!
Eppure nel romanzo questo succede all'inizio del novecento: un cinese scrive a suo fratello emigrato in Peru' in... spagnolo!!!! Semplicemente ASSURDO.
Non solo, nella lettera gli dice ...di non sapere dove sia finito! E a che indirizzo la manda allora?!?!
Concludo, sorvolando sul sinologo tedesco che e' improbabile come una pecora in antartide, con il dialogo con il libraio di Pechino. Chiunque abbia esperienza di prima mano sa che quella scena e' semplicemente impossibile, assurda, irrealistica. Questa non te la posso spiegare, ma quando l'ho letta mi veniva male. Non e' realismo magico. Credo sia irrealismo da indigestione di lingzhi.
:-)