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«Ma io sono fiero del mio sognare, di questo eterno mio incespicare» (Francesco Guccini)
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Alberto Biraghi
C'era una volta in Inghilterra
Avvio mesto di stagione cinematografica stasera all'
Anteo. La presenza di
Robert Carlyle faceva ben sperare, ma questo
C'era una volta in Inghilterra (titolo originale
Once upon a time in the Midlands), anche a detta della mia compagna cinefila, è una notevole porcheria. La trama è inconsistente (un pocodibuono torna, per nulla cambiato, e cerca di riaccasarsi con moglie e figlia, nel frattempo accasatesi altrimenti), l'ambientazione illogica (nel paese esistono solo i protagonisti del film, non si vede un'anima extra), la sceneggiatura sgangherata (non si capisce se il film vuole essere ironico o profondo, ma comunque non ci riesce). Il doppiaggio fatto in economia (alla povera Shirley Henderson viene appioppata una vocetta chioccia da Isabella Biagini dei bei tempi) assesta la mazzata finale a un'operina che l'Anteo avrebbe dovuto scartare senza remore. E invece hanno scartato Michael Moore (misteri della distribuzione). La serata è stata salvata dal ristorante all'interno del cinema, dove Monica & C. sono sempre più simpatici e preparano piatti ogni giorno più sfiziosi.
28.08.04 00:39 - sezione
cinema