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Alberto Biraghi
Vera Drake
Che dire del film che ha vinto Venezia 2004? Perfetto, ovviamente. Una confezione priva di difetti, con attori perfettamente calati nella parte, regia suggestiva, fotografia impeccabile. Sono due ore di full immersion nell'Inghilterra postbellica, con gli ultimi sprazzi di mercato nero mescolati a una buona dose di bigottismo ereditato dalla regina Vittoria.
Vera Drake fa la mammana in incognito, "aiuta le ragazze che si sono messe nei guai". Lo fa gratuitamente (anche se la sua "manager" ci specula sopra). Perché non è dato di sapere, anche se è probabile che la sua scelta derivi dall'essere passata dal trauma dell'aborto in gioventù.
Dopo innumerevoli anni e innumerevoli aborti, l'inevitabile intoppo: una ragazza rischia di restarci e Vera finisce nei guai. L'opera è oggettivamente di valore:
Mike Leigh ha dato il massimo ed è riuscito a mettere sulla pellicola il prodotto giusto per vincere un festival. Ma questo forse gli ha fatto perdere per strada un po' di ispirazione. Storia e sceneggiatura mancano del qualcosa (fantasia? genialità? originalità) che fa salire un buon film a rango di capolavoro. Ovviamente non condivido l'idea della giuria, che ha ritenuto questo film più meritevole del Leone d'Oro rispetto a
Ferro 3. Boooohhhhh...
17.09.04 00:35 - sezione
cinema