Miss Italia, umiliate e scartate
Maria Novella Oppo
«A Berlino che giorno è ?», cantava un elegante cantante di cui pochi ormai si ricordano, ma oggi la domanda è: «La Rai, in che mondo vive?». I dirigenti della tv pubblica di un Paese che vive ore terribili, forse decisive per la vita di due ragazze, ostaggio di una guerra sanguinosa, dedicano quasi una intera settimana a Miss Italia. Per carità, manifestazione così pacificamente vacua da far sembrare il Festival di Sanremo una cosa seria, quasi fosse una festa della musica.
A difesa di Miss Italia bisogna riconoscere però che Salsomaggiore, almeno, non ha un Casinò frequentato da mafiosi coi soldi da riciclare e massaie con la borsa della spesa da riempire. Su mafie e mafiette che stanno dietro la gara delle belle, invece, non possiamo dire niente, se non che su tutto vigila (da 65 anni!) Enzo Mirigliani, una sorta di uomo di Neandertal, ma molto più vecchio. Quest'anno è stato accompagnato in palcoscenico dalla figlia Patrizia, che lo custodisce per incarico della cattedra di paleontologia dell'università di Tubinga e ha aperto la serata annunciando che i proventi della manifestazione saranno devoluti ai poveri bambini di Beslan. «Un segnale concretamente importante», come ha detto Carlo Conti, che, nella grandi occasioni mette il conduttore automatico e parla a vanvera come un Berlusconi qualsiasi.
È diventato serio solo quando ha cominciato a presentare le 50 ragazze della prima serata, che dovevano essere «scremate» fino a diventare 25. Tutte molto belle, molto emozionate e molto studiose, sicuramente più colte e intelligenti dei dirigenti Rai. I quali, dopo aver sfrattato da Raiuno Piero Angela, non sanno più come dimostrare a chi di dovere che più che dirigenti di un servizio pubblico si considerano a servizio completo di un privato.
Invece la miss che ambiscono a diventare Miss Italia, oscillando sui tacchi altissimi per questa settimana di passione, si limitano a far vedere le gambe, meritevoli di essere viste, anche se siamo un Paese in guerra che ripudia la guerra. E non è colpa loro se altre ragazze, circa alla loro età, avendo fatto scelte molto diverse, si trovano a rischiare la vita per aver aiutato i bambini iracheni, che non sono diversi da quelli di Beslan e da quelli di tutto il mondo.
D'altra parte, anche le miss affrontano i rischi e le crudeltà della dura selezione e rischiano di diventare carne da macello dentro una programmazione che è una macchina di sterminio dell'intelligenza. Non solo la loro, ovviamente, ma principalmente quella del pubblico a casa, ridotto ad assistere al sorteggio della miss che sarà baciata dal bellissimo Gabriel Garko, ma solo dopo aver superato una difficilissima prova. Come rispondere alla domanda: Gabriel ha un tatuaggio? E se non lo sa, raus, avanti un'altra.
Invece il comico (mica tanto) Gabriele Cirilli, si è fatto avanti come baciatore rivolgendo a Carlo Conti questa battuta straordinaria: «Sei il presentatore? E allora presentami le ragazze». E loro mute e impalate sulle scale, nella loro gara di resistenza con le mascelle paralizzate nel sorriso. Non donne oggetto, ma donne scenografia, versione televisiva di quelle che un tempo facevano tappezzeria perché considerate bruttine. Proprio loro che sono bellissime e sono costrette a farsi scartare, sera dopo sera, fino a ridursi a quell'unica che piangerà in finale sotto il diadema. Commossa di essere tanto bella, in un mondo tanto brutto.