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«I'm a picker, I'm a grinner, I'm a lover and I'm a sinner, play my music in the sun» (Steve Miller)
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Alberto Biraghi
Libri di culto
I libri che vorrei portare nell'isola deserta casomai ci dovessi andare, da cui non mi voglio staccare, con cui voglio essere sepolto.
- Tony Parsons, Man and boy. Da un (ex) giornalista punk un libro dolce, ironico, intenso e commovente.
- Paul Auster, In the Country of Last Things (Il paese delle ultime cose). Occorre assegnare il giusto valore a cose ed eventi della vita
- John Fante, Ask The Dust Il libro più bello di uno dei miei autori favoriti. Ciliegina sulla torta: la prefazione di Bukowsky, un capolavoro in una pagina
- Jean-Claude Izzo, Il sole dei morenti. Un pugno nello stomaco, un'emozione grande, fa capire che c'è sempre chi sta peggio
- Robert Pirsig, Zen and the Art of Motorcycle Maintenance (Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta). Un libro radicato negli anni '70, ma che ancora oggi fa riflettere sulla "Qualità"
- Mordecai Richler, Barney's Version (La versione di Barney). Se avesse avuto occasione di leggerlo, forse la Prima Signora Biraghi avrebbe agito diversamente (in realtà non so dire se questo sarebbe stato un bene o un male)
- Piero Sansonetti, Dal '68 ai NO-GLOBAL (un punto di vista appassionato e consapevole sul "movimento", le sue origini, le sue prospettive. Piero fa capire che in fondo il vero problema non è Berlusconi. Bastano le prime 20 pagine per cascarci dentro)
- Art Spiegelman, Maus. "Dice l'impossibile attraverso la pietas artistica" (Moni Ovadia)
07.10.99 12:04 - sezione
libri