Lettera a l'Unità del 7/11/04 di Vanna Lora, Docente del Liceo Parini, Milano
22 docenti del Liceo Parini (un quarto degli insegnanti) hanno sottoscritto una lettera da inviare al Ministro Moratti, con la richiesta di allontanare dalla scuola per un anno gli “allagatori”.
La notizia è stata ripresa dai TG locali, dal TG1, dal TG2 e non so da quant’altri media. Subito seguita dall’intervento di uno psichiatra dell’età evolutiva, che suggeriva come anche i docenti avessero bisogno di un supporto terapeutico, poichè non sono in grado di ascoltare, di farsi capire, di comunicare con gli adolescenti difficili. Bel risultato! Clap clap! Sono un’insegnante del Parini e non ho sottoscritto quella lettera. Mi sento, ora, molto più a disagio di quanto mi sentissi nei giorni immediatamente successivi al disastro. Quando siamo stati su tutti i media per giorni. Articoli di psicologi-giornalisti-genitori del Parini, che richiamavano le responsabilità dei docenti-educatori, ma niente di simile a quanto ho ascoltato stasera e, con me, tutta l’Italia.
Seriamente, da bravissima cronista qual è, ne aveva dato, allora, concisa notizia la vostra Susanna Ripamonti, che aveva chiuso l’articolo ricordando che la responsabilità è sempre individuale. Stop. Gran serietà professionale e nessun moralismo o ansia giustiziera, nei confronti di nessuno. Chiarisco subito che non sono incline al perdono facile, né a mascherare da bravata un gesto teppistico. Mi aspetto che la Magistratura minorile faccia il suo corso e decida nel merito che le compete. Il Consiglio della classe “incriminata” si riunirà il 9 novembre e, solo organo preposto a comminare sanzioni, delibererà con coscienza e consapevolezza. Il Collegio dei docenti si è già espresso con un documento, che appare anche sul sito web del Liceo. Gli studenti riuniti in assemblea al Teatro Dal Verme, concesso dalla Provincia, hanno chiesto il silenzio dei media su un caso anche troppo strombazzato. L’Unità ha pubblicato una bella lettera di uno studente. Un’altra è stata pubblicata dal Corriere della sera. Per parte mia ho sentito il bisogno e il dovere di parlare dell’episodio nelle classi in cui insegno (una prima, una seconda e una terza liceo); assurdo e incomprensibile sarebbe stato il silenzio, dopo una settimana di chiusura forzata, con la scusa vigliacca del tempo perduto.
Se dipendesse da me, farei tornare immediatamente a scuola gli autori del gesto; questo è il loro primo dovere e la loro possibilità di recupero, ma accompagnerei questa “punizione” con i lavori forzati per qualche mese: alla fine delle lezioni, pulizia dei gabinetti, gli stessi danneggiati, con scopa e spazzolone. Ma non dipende da me, per fortuna, forse. E adesso, questa lettera, questa richiesta di espulsione, di allontanamento, per un anno, rivolta al Ministro, prima che il Consiglio di classe si esprima, prima delle decisioni della Presidenza, quasi una guerra preventiva, in perfetto stile Bush. E se Moratti non risponde? E che può rispondere? Che viola lo Statuto degli studenti e delle studentesse per ascoltare l’accorato appello di un quarto degli insegnanti di un liceo smarrito? Più che la lettera, espressione a sua volta di un disagio e di un’indignazione sacrosanta, mi disturba il clamore mediatico che l’ha accompagnata, l’intervista alla professoressa che se ne è assunta l’iniziativa, le telecamere pronte all’uscita dalla scuola, nel giorno giusto, chiamate da chi? Di nuovo sui TG della sera, su scala nazionale. Il liceo dell’allagamento. Come se dall’episodio de La Zanzara al Niagara sulle scale non fosse successo più nulla da ricordare. Preferirei che su questa vicenda si facesse più silenzio: tocca a noi, docenti, studenti, genitori, riflettere, recuperare, ricostruire, e, accidenti, anche rifarci un’immagine. Ma fra noi, a scuola. Non sui media. Ricordo il finale dell’ultimo film di Federico Fellini, “La Luna”, quando Benigni, nel campo illuminato dalla luna piena, dice: “Se tutti facessimo un po’ più di silenzio, si potrebbe pensare”.
Volevo scrivere qualcosa di intelligente su questa vicenda, ma non mi viene, sono stitico.
Solo per testimonianza dunque: la Lora è stata mia insegnante e ho passato l'articolo a vecchi coscaldatori di banco.
Che poi magari Achab lo si conosce anche.
ciao
cosa proporresti di fare tu, federico? pena di morte?
http://www.repubblica.it/2004/j/sezioni/cronaca/parini/liceali/liceali.html
leggi, federico, leggi...
federico, coglione lo dici a tua sorella. Hai letto l'articolo che ti ho postato? Troppa fatica per il tuo cervello asfittico?
Le decisioni a volte sono poco severe, l'Italia ha dato un pessimo esempio di gestione delle situazioni critiche. Non è necessario che li si perdoni l'accaduto, ma se fossi stato io a fare una cosa del genere avrei certo cambiato scuola. Con che faccia avrei affrontato gli altri?
Gli studenti stessi si devono rendere conto dell'accaduto e cambiare scuola al più presto.
Sono stati dei grandi!!!
NO scherzo; non è ammissibile che si possa allagare una scuola per un compito
ERGASTOLO!!!!!
BEGNO KUL!!!
Non è ammissibile che si allaghi un liceo per saltare un compito di greco... Al posto loro me ne sarei stato a casa a divertirmi, o a leggere qualcosa, o sarei andato un pò in giro... ma mai, e dico mai, mi sarebbe venuta questa idea...
BEGNO KUL!!!
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( e ancora... )
Beh, sono io la Vanna Lora del documento pubblicato. Scrivo per ringraziare Antonio, mio ex studente, che ha fatto girare la lettera e anche per chiedergli, se vuole, di ricordarmi chi è: il cognome, insomma, Antonio non basta. E, Antonio,...ma i tuoi compagni erano sono scaldatori di banco? Non ci credo neancheeeee!!!!
E prometto che non dirò ai colleghi che avete dato il Calderoli d'oro alla Laura Chiappella...eh eh eh
Ciao!!!
I quattro sono stati molto stupidi, secondo me...ma ormai questa cosa si sà gia da molto!!!
BEGNO KUL!!
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Con affetto, NIko10
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Con affetto, NIko10
Vanna, il mio mai sufficientemente lodato e purtroppo compianto professore di filosofia, della Manzoni, non del Parini (ogni tanto una lancia spezzata a favore di noi donne, magari ci annoiavamo, :-) ma il vandalismo mai) addirittura li avrebbe voluti tutti a scuola, tutti ripetenti anche, posto che meritassero "un altro anno a gratis nella scuola dello Stato". E piuttosto promuovere "i marmocchi della borghesia" (era siciliano, aveva 16 anni nel 1962, non si aspettava di fargli un favore né un torto particolare, gli bastava che nessuno facesse come quando lui era piccolo, gente di 6 anni non teppista che veniva espulsa a calci in culo da "maestri" fascisti per il fatto di puzzare di pesce essendo giunta in classe dopo aver lavorato dall'alba). Allora, la scuola pubblica non era proprio a gratis, ma con la Moratti lo è pure meno.
Carolina