Mi Avete Aggredito
di Francesco Rutelli
Caro Direttore, ho letto l’aggressiva presentazione che l’Unità ha dedicato all’intervento che ho svolto venerdì al Convegno della Fidae sulla scuola, che si conclude con un perentorio invito (attribuito anche ai Ds) a me rivolto: “Vai a rileggerti la Costituzione”.
Cerco di spiegare ai lettori. In Italia, la scuola è in crisi. Tutta la scuola. Come ho ricordato alla Fidae, negli anni di governo del centrodestra il numero di studenti delle scuole paritarie - materne escluse - è sceso all'incirca dal sette e mezzo per cento al cinque per cento del totale. Ovvero, questo governo ha messo in ginocchio l'intero sistema scolastico. In linea con le scelte fatte dai governi dell'Ulivo noi non dovremmo mai contrapporre la scuola “pubblica” alla scuola “privata”: dobbiamo difendere e valorizzare l'intero sistema pubblico, poiché lo Stato finanzia tutte e solo le scuole che danno precise garanzie (accesso universale, programmi statali, insegnanti abilitati professionalmente, rispetto dei contratti etc). Solo una visione ideologica può infatti far credere che la difficoltà delle scuole italiane sia dovuta al costo di quelle paritarie. Le scelte dei “buoni scuola”, quelle sì, sono sbagliate: assegnano risorse, quelle sì, contro la previsione costituzionale che tutela “i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi”, poiché finanziano indiscriminatamente anche famiglie ricche, anziché sostenere efficacemente le esigenze delle scuole paritarie (inclusa la giusta retribuzione degli insegnanti: le leggi dello Stato e la giurisprudenza della Corte Costituzionale hanno chiarito la materia). Queste scuole vengono chiuse a ritmi drammatici, ed è un impoverimento inaccettabile per la nostra società; anche perché la Moratti ha trasferito in ritardo e in misure inferiori allo stabilito le risorse fissate, udite udite, dai governi dell'Ulivo! Ora: solo in modo scorretto si può pensare di additarmi come un difensore della scuola “privata” in contrapposizione a quella “pubblica”, viste le battaglie che ho fatto da anni. Ma certo: se l'Unità vuole condurre una battaglia contro la scuola paritaria, non mi avrà al suo fianco. Penso che dobbiamo guardarci dal rischio di alienare dall'intero centrosinistra vasti mondi della scuola e della formazione che rendono un servizio prezioso e che sarebbe gavissmo spingere nelle braccia della destra. Peraltro, direttore, non sono sorpreso di certi toni. Solo per fare un esempio, quando in materia di lavoro noi della Margherita abbiamo proposto contratti aziendali o territoriali da affiancare al contratto nazionale - secondo una linea condivisa da larghi settori sindacali - per redistribuire la produttività, l'Unità mi si scagliò contro: Rutelli ripropone le “gabbie salariali” degli anni 50. Non era vero allora, non sono un nemico da additare oggi.
Informare non è Aggredire
L’articolo a cui si riferisce Rutelli è quello di Roberto Monteforte apparso a pagina 10 de l’Unità di ieri con il titolo «Scuola, Rutelli: i prof delle private li paghi lo Stato». I lettori avranno potuto constatare (oppure lo potranno, se vanno a rivederlo oggi) che quell’articolo è quanto di più pacato e obiettivo si possa immaginare.
Una perfetta cronaca giornalistica con tutti i nomi, i cognomi e gli aggettivi al posto giusto. E infatti l’onorevole Rutelli non lo smentisce in alcun modo in nessun passo della sua lettera. In quell’articolo non sono stati mai espressi giudizi se non riferiti alle dichiarazioni degli esponenti politici e sindacali debitamente citati. Per la precisione: Enrico Panini, segretario della Cgil Scuola, Maria Chiara Acciarini, capogruppo Ds in Commissione Pubblica Istruzione del Senato e Alfonso Pecoraro Scanio, presidente dei Verdi. I quali legittimamente hanno giudicato in modo netto e critico la presa di posizione di Rutelli. Notiamo che il presidente della Margherita evita, nella sua lettera, di tornare sull’argomento che ha provocato quelle reazioni nel centrosinistra: cioè la proposta che lo Stato paghi gli stipendi agli insegnanti delle scuole private. Un’idea che sembra, a giudizio di molti, estranea alla Costituzione italiana che all’articolo 33 prevede infatti che la scuola privata possa esistere «senza oneri per lo Stato». Era questo il tema dell’articolo messo sotto accusa da Rutelli e non una generica e mai sostenuta contrapposizione tra scuola pubblica e scuola privata. Ci dispiace quindi che l’onorevole Rutelli non sia al nostro fianco. Noi invece saremo, come siamo sempre stati, con lui e con tutta l’opposizione guidata da Romano Prodi quando si tratterà di battere e far finire il pessimo governo di Silvio Berlusconi.
Panini, Cgil: «Vuole cambiare le norme della Carta?». Acciarini, Ds: «Lo sa che si stanno tagliando le risorse all’istruzione pubblica?»
Scuola, Rutelli: i prof delle private li paghi lo Stato
Polemica sulla nuova sortita del leader della Margherita. Ds e Cgil: «Vai a rileggerti la Costituzione»
di Roberto Monteforte
«Sono dell'idea che il corpo docente delle scuole paritarie debba essere gradualmente a carico dello Stato». Lo afferma il leader della Margherita, Francesco Rutelli, intervenendo al convegno sulla scuola organizzato dalla Fidae, la Federazione di istituti di attività educative tenutosi all'Auditorium dell'Agostinianum. E scoppia la polemica nel centrosinistra. Rutelli parla ad una platea di operatori delle scuole cattoliche. Sottolinea come anche la scuola paritaria «assolva a un servizio pubblico» e questo, afferma, «va spiegato con pacatezza». Non entra nel merito degli strumenti più adeguati, visto che sull'ipotesi del buono-scuola e sulle altre proposte in campo su cui «ci sono opinioni diverse».
Schemi ideologici. L'importante, per il leader della Margherita, è che «ci si occupi dei problemi concreti e non seguendo schemi ideologici», che non si crei una «contrapposizione tra scuola pubblica e scuola privata, perchè anche le scuole paritarie hanno un valore per la Nazione». Per dar forza al suo ragionamento richiama una sentenza della Corte costituzionale che, afferma, «consente finalmente di farla finita con una polemica troppo ideologica» sul ruolo della scuola paritaria e sui fondi che lo Stato può destinare ad essa. Poi cita e sottoscrive i pronunciamenti della Cei sulla necessità di «un vero piano straordinario per la scuola senza porre in contrapposizione la scuola pubblica e la scuola privata». Conclude affermando che «c'è bisogno di continuità nell'azione formativa», che «bisogna mantenere saldo l'orientamento generale tra una legislatura e l'altra». Ce ne è abbastanza per suscitare le reazioni degli alleati del centrosinistra e del sindacato.
La Costituzione. «Con calma e pacatezza inviterei l’onorevole Rutelli a rileggersi l’articolo 33 della Costituzione - gli risponde il segretario della Cgil-scuola Enrico Panini- dal quale evincerebbe che le cose che lui ha detto a proposito degli insegnanti trovano una risposta nella Costituzione diversa da quella che ha prospettato. A meno che non voglia iscriversi tra coloro che vogliono modificare anche le norme relative a queste parti». Panini ricorda come l’articolo 33 affermi la gratuità della scuola pubblica e come la scuola privata debba essere «senza oneri per lo Stato». «Per questo - aggiunge - sempre con calma e pacatezza, rilevo che il problema non è il dibattito culturale o ideologico cui sembrebbe riferirsi Rutelli, ma il fatto è che abbiamo una Costituzione che prevede cose precise e puntuali».
Sorprese. Le dichiarazioni del leader della Margherita sorprendono anche Anna Maria Acciarini, capogruppo Ds nella commissione scuola di Palazzo Madama. «Intanto non è chiaro a quale sentenza della Corte costituzionale Rutelli faccia riferimento. Non mi risulta ce ne siamo che autorizzino a pagare gli stipendi degli insegnanti delle “paritarie” con i fondi statali. Ogni intervento diverso da quello stabilito dalla legge 62 comporta un cambiamento della Costituzione. Se Rutelli ritiene serva questo, avanzi le sue proposte, ma si renda conto che di una modifica della Costituzione si tratta, visto che l’articolo 33 è chiarissimo». «Sono molto stupita - aggiunge la senatrice Ds - che il leader della Margherita non si renda conto del fatto che quanto definito nella legislazione precedente rappresenta un buon punto di equilibrio tra le forze del Centrosinistra e che metta in discussione quell’equilibrio facendo affermazioni discutibili sul tema della “continuità”. Chiariamoci: se è con quanto è stato fatto nella scorsa legislatura vuol dire rispettare la legge 62, ossia la riforma Berlinguer, e la Costituzione. Se è invece continuità con le politiche di questa legislatura, allora Rutelli si renda conto che la politica della Moratti è quella della deregulation a favore della scuola non statale. Vi è un ultimo punto: stupisce che in un momento in cui vi è un taglio alle risorse alla scuola pubblica Rutelli si preoccupi delle risorse per le “private” quando è evidente che i tagli alla scuola pubblica sono un grande attacco alla scuola di tutti, ad un elemento democratico della società».
Libertà & qualità. Sulle affermazioni di Rutelli interviene anche il presidente dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio. Ritiene che in tempi «di tagli e mancanza di risorse per la scuola, è dovere di uno stato moderno garantire a tutti una scuola pubblica di qualità». «Alle scuole private - conclude Pecoraro - è fondamentale garantire la libertà, come prevede la Costituzione, e standard di qualità elevati e trasparenti».