Io non me la sento di condannarli completamente questi signori terrorizzati dalla valanga gialla.
Il grosso problema non è la concorrenza; loro hanno bassi costi di mano d'opera ma noi abbiamo materie prime più costanti e ad un miglior prezzo. Inoltre ancora , forse per poco, in molti settori siamo un pochino più bravi. Il grosso problema è che i cinesi copiano spudoratamente e gettano sul mercato miglioni di pezzi identici ai tuoi, e con lo stesso nome. Il governo cinese non sente né proteste né cause , perché chiaramente protegge l'industria (pubblica), che fra l'altro non lavora con criteri d'economia ma, sopratutto quella piccola/media, perde fantasiliardi. Risultati drastici si vedono per esempio nel campo della rubinetteria idraulica dove intere fabbriche della Valsesia sono morenti a causa delle copie. Il problema grosso non è la concorrenza ma il furto d'immagine il marketing spudorato e criminale. I giapponesi a suo tempo non agirono mai così. L'Italia del boom invase il mondo con i propri prodotti e con il proprio savoir faire non copiavamo e non facevamo tarocchi. Ad una fiera, anni fa, in uno stand di un un metro x uno c'era un cinesino con carta matita e una macchina fotografica. Gli portavi "tua suocera" e lui dopo qualche tempo ti prometteva di spedirtela uguale. Ora alle fiere i cinesi si sentono i re, giustamente, e cìè la danza del leone fra gli stand due volte al giorno. Va bé, però tutti i paesei europei in qualche modo danno una mano all'industria di casa. Troppi invece d'investire chiudono e vanno a produrre altrove, anche in Cina. Ma cazzo un problema grosso di posti di lavoro c'è. Va bene non fare barricate, ma almeno qualche provvedimento legale contro le copie, o un minimo aiuto all'industria...insomma
lungi dall'essere "padano" qualche paura ce l'ho anch'io.
be' noi si era andati a manifestare e far capire per tempo che cosa fosse la globalizzazione.
ci hanno manganellato, rappresentato come pericolosi sovversivi, ci hanno ridicolizzato. e poi fatto tacere.
ora scoprono che i cinesi sanno fare le cose meglio e per meno. bella forza. bastava studiare e lo avrebbero capito subito. ma siccome i padroni pensano solo ai soldi (e basta) ecco che ora piangono, invocano leggi oramai irrealizzabili e fomentano il solito razzismo (il rifugio ultimo del troglodita dopo il patriottismo).
vadano a cagare. e' tempo che piangano anche i padroni. noi abbiamo gia'dato. ora si tifa cina!
Tonii tu non stai mandando a cagare i padroni, tu stai mandando a cagare migliaia di famiglie di lavoratori. I padroni piangono ma sono lacrime di coccodrillo, si consoleranno e faranno altro.Io trovo che questo "telavevodettoioismo" non faccia bene a nessuno. Sul patriottismo e il razzismo siamo d'accordo, ma non c'entrano con la richiesta legittima di conservare lavoro e posti di lavoro.
Per sami: citi fatti e dati. Le fonti consultabili, per favore?
Per tonii: ***..razzismo (il rifugio ultimo del troglodita dopo il patriottismo)*** mi piace e vorrei usarla anch'io; ho il permesso?
charlie: non ho il copyright :-)
(fanne buon uso)
sami: quando loro mandavano a casa gli operai lo facevano in nome del progresso, del liberismo e della flessibilita'. adesso che tocca a loro chiudere piangono e strepitano e invocano la chiusura del mercato. che si godano la flessibilita'. non avranno nessuna solidarieta'.
e poi e' giusto che il centro del mondo torni dove e' sempre stato!
dongfang hong
taiyang sheng!
:-D
charlie: Fonti?!: Guardia di Finanza,sequestri copie contraffatte, una pagina del corriere milanese si e una no. Tre sequestri davanti ai miei occhi durante la scorsa fiera dell'Idrosanitaria nel settore Asia Hall.
tonii: Va bè abbatiamo sti semafori e muoia Sansone con tutti i Filistei. Comunque loro chiudono e gli operai continuano ad andare a casa.
Non ho capito il tuo bel cinese ma ti cito anch'io qualcosa di Soong Qingling:
"Aiutare la Cina è come aiutare se stessi"
sami, cosa vuoi che ti dica?
le lotte si fanno in favore di chi sta peggio.
Ha un senso lottare contro la globalizzazione quando si e' dalla parte delle societa' ricche che in nome dell'ideologia impongono la poverta' ad altri (usurpando il nostro nome).
Ora che -usando gli stessi strumenti: wto, imf etc- loro restituiscono quello che hanno subito (e in minima parte, visto quello che l'occidente ha fatto alla cina a partire dal 1840!) io non me la sento di criticarli.
Applicano le regole che i nostri capitalisti hanno loro insegnato.
la rivoluzione si fa qui, mica li'. troppo comodo comandare ad altri di fare cio' che per primi non si fa.
Un diritto e' tale solo se e' di tutti. Altrimenti si chiama privilegio.
E' ora che sta specie di "civilta' occidentale" (ok, non ridete) impari che deve disfarsi dei privilegi. E magari impari a diffondere i diritti.
Diritto alla sanita' pubblica gratuita, diritto all'istruzione gratuita e garantita, diritto alla casa, reddito di cittadinanza, abolizione delle carceri, diritto a non essere avvelenati...
Contro ogni mio interesse, tonii, hai quasi tutte le ragioni di questo mondo.Temo solo che saremo battuti e abbattuti. Hai visto l'agronomo? la storia di Jean Dominique?
no, non ho visto il documentario...
"Straordinaria l'incolta cocciutaggine di questi personaggi, che ancora non hanno capito che le barricate servono solo a peggiorare le cose."
Alberto, circa le barricate dipende da che punto osservi la questione...
Dal Sito del Corsera:
"Cina, stop alle news online in inglese.
Bloccato l'accesso alla versione anglosassone di Google News, motore di ricerca di notizie. Ok a quello in cinese, ma col filtro."
Aleph, intendiamoci: so bene che la Cina non è fra i Paesi più liberali del mondo (anche se - visto dove stiamo arrivando qui in occidente non so se questo sia un bene o un male), ma non è questo l'argomento.
Foss'anche la Cina un Paese deprecabile, trovo assolutamente illogica la politica del protezionismo condotta dalla Lega. Storicamente non ha mai pagato (un esempio per tutti: Fiat), mentre è vero il contrario, ossia che ha sempre pagato la politica di incentivi, sviluppo, qualità, ricerca, eccetera. Trincerarsi dietro "i cinesi non sanno fare le cose di qualità" dimostra miopia e ignoranza. Ci stanno massacrando sui prezzi, lo faranno anche sulla qualità.
Un tempo questo avvenne col Giappone, pari pari. Vogliamo ripetere l'esperienza?
Guarda, sul fatto che i cinesi non sanno fare cose di qualità sfondi una porta aperta: la mia Ibanez ArtCore rigorosamente Made in China ha un rapporto prezzo/qualità oserei dire strepitoso (e dopo averla suonata la pensa così anche il Cifa...;0)
Circa il tentativo di proteggere il proprio mercato dall'onda cinese, credo sia un estremo tentativo di tutti i produttori italiani, indipendemente dalla tessera del partito nel taschino. Poi la Lega "colora" tutto a suo modo, ma non è prerogativa loro il tentato protezionismo. Dico tentato perché credo sia una battaglia già persa in partenza: a fronte di una azienda italiana che paga circa 15 euro/ora (inclusi gli oneri sociali) la propria manodopera, i cinesi la loro la pagano sì e no 5 euro. La questione è chiusa già prima di iniziare, e non ci sono incentivi o ricerca che tengano di fronte a queste differenze macroscopiche.
Qualche anno fa l'ONU aprì un'inchiesta sul lavoro Made in China svolto nei famigerati lagoai, i loro campi di prigionia. Ne risultò che la stragrande maggioranza della merce in uscita dalla Cina, era frutto del lavoro eseguito dai prigionieri. Ovviamente "a gratis".
Con questo non voglio dire che tutto il Made in China oggi proviene dai lagoai, ma capisci che di fronte ad una situazione di questo tipo i nostri "cumenda" hanno poche chances. L'unico segno tangibile di questa situazione è la produzione nostrana che viene spostata in aree geografiche dove la manodopera costa decisamente meno. Andare oggi, nel 2004, a puntare il dito contro il presunto colpevole di tutto ciò, mi sembra davvero pindarico...
aggiungo una nota. anche le ditte occidentali impiegano il lavoro dei laogai. basti pensare alla nota joint venture franco-cinese del vino...
e molte altre statunitensi...
ma anche qui, prima di scagliare pietre, andiamo a vedere cosa e' diventato il sistema concentrazionario del "nostro" mondo. una lettura che vi consiglio vivamente:
Il *business penitenziario : la via occidentale al Gulag / Nils Christie. - Milano : Eleuthera, c1996 (stampa 1997). - 207 p. ; 19 cm