Devo dire che facciamo bene a mettere in mostra i link al discorso integrale. Che è di per sè eloquente dei resoconti che ne sono stati fatti. Poche volte negli ultimi anni ho ascoltato un discorso politico come quello. Di respiro, concreto e soprattutto dolentemente sereno.
Mi spiace per il Corriere ma anche per la Repubblica. Ci hanno mandato due giornalisti che hanno fatto un lavoro piuttosto modesto.
Soprattutto hanno perso un'occasione di alzare le proprie pagine di politica dal solito teatrino, più o meno cerchiobottista.
Il Corriere, per esempio, poteva mettere a confronto le proposizioni politiche di Prodi con quelle di Berlusconi nello stesso giorno. C'era materia per una bella pagina chiara e di alto interesse e profilo.
Sarebbe stato giornalismo anglosassone, sui contenuto e non su due o tre parolette.
Poi ognuno avrebbe giudicato. Da sè.
Sono d'accordo con quanto dice Caravita. E' ormai risaputo che nell'informazione cartacea o no abbiamo la possibilità di scegliere una parte o l'altra ma manca la possibilità di *non* scegliere. Pensare di avere una rappresentazione delle posizioni dei due avversari scevra da commenti tesi a prendere le difese o attaccare l'uno o l'altro, è diventato pressochè impossibile. Una persona, per potersi fare una propria opinione completa, perchè il processo formativo delle sue idee non sia influenzato da omissioni o aggiunte maligne deve mettersi a leggere tutte le testate. Il giornalista che non ha indossato l'elmetto della militanza non esiste più, e se esiste, non ha più lo spazio.