Grammelot
«Pero' li' il criterio di base e' in qualche modo condivisibile, come tutte le cose poi possono essere contestate, ma voglio dire: condivisibile nel senso che il... supporto vergine si paga un "compenso generale" perche' poi si possa scaricare e dato che non c'e' una norma che direttamente si riesce a far pagare il compenso ai... ai gestori... a chi e' il proprietario della creativita', le opere protette, si paga, come dire, un compenso a monte, ex antum, un compenso per altro molto basso, perche' tu non possa poi in qualche modo... non e' un invito a piratare, ma e' una costatazione che non essendoci una norma specifica col quale si puo' gestire il pagamento del diritto d'autore sul... su il singolo "downloading", che e' il termine tecnico inglese, purtroppo, per dire il singolo... il singolo scaricamento dell'opera protetta da parte di internet, se ne paga, come dire, una piccola...una piccola somma a monte, in qualche modo va a compensare in un calderone unico, che poi gestisce la SIAE, secondo il proprio patrimonio protetto, i gestori della creativita'».
Questo esilarante
grammelot (fedelmente trascritto da Lorenzo per
Manteblog, dove ci sono anche i link al file audio, per chi fosse tanto masochista da volerlo anche ascoltare) è stato "prodotto" ("vomitato"? "sbrodolato"? "espettorato"? ...?) da tale Mauro Masi (direttore del dipartimento Editoria di Palazzo Chigi ed ex commissario straordinario della SIAE) nel corso di un'intervista rilasciata a Radio 24.
Ho letto sette volte per trovare un senso e credo di avercela fatta: sostanzialmente il tizio dice che il balzello SIAE che si paga sui CD serve a pagare parte dei diritti d'autore. Ovvero, si puà tranquillamente piratare tutto il cazzo che si vuole, perché la tassa sul CD cancella ogni colpa.