Caro Fassino Vengo con Voi
Caro Piero,
ti scrivo una lettera pubblica per rappresentarti non solo la mia adesione ai Riformatori per l’Europa – cui partecipano compagni socialisti ai quali sono legata come Franca Donaggio, Giorgio Benvenuto e tanti altri – ma per sottolinearti che condivido la Tua linea volta alla costruzione, all’interno del centro-sinistra, di un «motore riformista» e per questo ho deciso di aderire ai Democratici di Sinistra.
Non Ti nascondo che tale mia scelta è frutto di un percorso graduale, a volte combattuto e, soprattutto, di una riflessione che non ha mai avuto momenti di levità, ma anzi è stata talvolta anche sofferta.
Perché la Tua linea mi convince? Perché nella Tua mozione dichiari con forza di voler: «dare un apporto essenziale al cammino di unificazione del riformismo italiano». E, del resto, costruire un movimento socialista riformista e democratico non è un’esigenza dell’oggi.
Anche Bettino Craxi, alla fine degli anni 80 aveva offerto la prospettiva di una costituente socialista che, attraverso le tappe e le chiarificazioni necessarie, su un chiaro terreno di valori e di principi ispirati a un moderno riformismo, cominciasse a riunificare le rissose famiglie della sinistra italiana…
Certo, Livorno non si archivia perché non si archivia la storia. Turati, del resto, aveva sempre sostenuto che la via riformista, prima o poi, sarebbe divenuta l’unica praticabile per tutti, contro le tesi di quanti vollero la scissione nel ’21 dal Partito socialista per aderire all’utopia della rivoluzione di ottobre. Quell’utopia che predicava il riscatto dei lavoratori e dei popoli, ma che alla resa dei conti ha prodotto dittature e regimi dispotici che hanno soffocato le libertà. Oggi, a più di ottant’anni da quella intuizione di Turati, la storia sta dando ragione ai riformisti.
Ma adesso, caro Piero, dopo tutto quanto è avvenuto in casa socialista, nella casa dei laici ed anche nella Tua casa, quello che ci unisce è molto di più di quello che ci divide.
A questa scelta, caro Piero, non avrei certamente potuto pervenire prima di oggi.
Il lungo e travagliato periodo di tangentopoli, che ha fatto pagare a Craxi e alla sua vita le responsabilità di un sistema, ha allontanato le nostre due famiglie fino a renderle distanti e persino nemiche.
Personalmente devo a Craxi la possibilità di essere cresciuta interiormente, facendo un percorso di grande maturità ma, soprattutto, devo la possibilità di essere stata parte di un grande progetto politico per questo Paese. Un progetto in cui ho creduto profondamente e nel quale continuo a credere. Quello della laicizzazione e della modernizzazione dell’Italia. Un progetto che oggi sembra essere stato raccolto dai riformisti del centro-sinistra… (...)
E condivido la volontà da Te dichiarata di voler riorganizzare un movimento riformista, attraverso la rilettura del vostro passato anche più recente, nonché attraverso il recupero delle radici più autentiche del movimento socialista, portate avanti innanzitutto dalle prime leghe e dal Partito Socialista, proprio per ritrovare laicamente “l’anima” di quell’agire politico…
Altro motivo di adesione è la condivisione dei principi su cui deve basarsi l’agire di un movimento riformista, nonché i valori sui quali laicamente “l’anima” dei riformisti deve fondarsi.
Credo anch’io che il movimento socialista riformista debba partire proprio dal concetto di individualità che non appartiene solo alla cultura liberale ma che è, invece, anche fortemente patrimonio socialista di Turati ed ancor più della Kuliscioff, entrambi bene attenti a distinguere nelle classi sociali gli individui…
È da questa doppia radice che da un lato vanno rilanciati i diritti individuali, cioè il diritto di ciascuno di noi ad essere artefice del proprio progetto di vita, liberi finalmente, uomini e donne, dai condizionamenti naturali e sociali e dall’altro vanno contemperati questi diritti alle esigenze della collettività. È questa la prospettiva di cui deve nutrirsi l’humus dei riformisti… (...)
Nasce da qui la tensione dei riformisti verso una politica etica, una politica di valori, che si esprima attraverso un pluralismo di valori, quali la lealtà, la scelta responsabile, la ricchezza della diversità, le politiche di pari opportunità, la solidarietà intesa come reciprocità tra pari.
Questa esigenza è tanto più forte oggi, in quanto emerge prepotentemente dalla società tutta una richiesta di riequilibrio fra pubblico e privato, cioè una ricerca per donne e uomini di realizzarsi pienamente nel lavoro e nella famiglia, nel sociale come nel privato.
Ne consegue che è compito – innanzitutto – dei riformisti favorire la crescita economica, adeguare il Welfare alle nuove esigenze ed investire sul Workfare e sullo sviluppo. (...)
Ultimo motivo, ma non di minore importanza, per il quale aderisco alla Tua proposta è che in essa vi ho trovato e, devo dire, finalmente, attraverso la centralità della politica e non già dell’antipolitica, temi e valori propri dei riformisti.
Vi ho - insomma - ritrovato queste linee guida che mi sento di condividere: la ricchezza delle diversità; la riduzione delle diseguaglianze fra Nord e Sud del mondo; l’abbattimento delle diseguaglianze nel nostro Paese e la necessità di portare a compimento politiche di pari opportunità tra i sessi; l’affermazione della solidarietà, intesa come reciprocità e scambio tra pari; una concezione “umana” della politica. Infine la politica della concretezza e non delle mere e vuote promesse…
In una parola, caro Piero, credo in quel motore riformista di cui hai parlato nella Tua mozione, che dovrà essere capace di progettare e governare con l’azione ed il coraggio dei periodi migliori.
L’augurio che sento di farTi è che dal Congresso di Roma maturi ed emerga il profilo di una nuova socialdemocrazia italiana.
Con stima.
Agata Alma Cappiello
Cara Alma, ti aspetto al congresso
I Democratici di Sinistra – riconoscendosi nei valori e nelle politiche del socialismo democratico europeo, di cui è manifestazione la loro appartenenza al Pse – vivono ogni giorno dell’apporto di donne e uomini che vengono da percorsi politici e culturali diversi.
E così accanto a molti che vengono dal Pci e dal Pds, oggi nel nostro partito milita e opera anche chi proviene dalla esperienza cristiano sociale, socialista e laburista, repubblicana.
E proprio in questi giorni la nostra identità plurale si è arricchita dell’apporto di Edo Ronchi e di un gruppo di personalità che provengono dall’esperienza verde e ambientalista. Ciò che ci unisce è il riformismo e la comune volontà di dare all’Italia una guida politica segnata dai valori della pace, dell’uguaglianza, della libertà, della giustizia sociale, delle pari opportunità tra sessi, generazioni, culture e etnie.
Ed è questa stessa tensione che ci spinge a ricercare l’incontro con le altre anime riformiste del nostro Paese per costruire così nella Federazione dell’Ulivo e intorno a Romano Prodi quella solida guida riformista che sola può dare credibilità e leadership ad una vasta Alleanza Democratica di centrosinistra. A questo progetto i DS intendono partecipare con tutta la loro esperienza e con la forza dei loro valori.
E importante e fecondo sarà l’apporto che potrà venire da chi – come te – ha maturato la propria esperienza nel socialismo italiano. Per tutte queste ragioni, cara Alma, ti ringrazio per la decisione di voler essere una compagna dei Ds.
Ti aspettiamo tra pochi giorni al nostro Congresso nazionale.
Con affetto, un abbraccio
Piero Fassino
Natale in casa Cappiello
di Marco Travaglio
La Margherita, in vista delle feste natalizie, ha voluto farsi un regalo: l’ingaggio di Tiziana Parenti detta Titti, Giuseppe La Ganga detto Giusy, Enrico Manca, Agata Alma Cappiello e prossimamente, se tutto va bene, Salvo Aldò. Brevi cenni biografici delle new entry.
Giusy La Ganga, già responsabile Enti locali del Psi, ha patteggiato 1 anno e 11 mesi di reclusione per corruzione e finanziamento illecito al Tribunale di Torino, dopo aver risarcito mezzo miliardo di lire. Si è appurato che non si era arricchito: rubava per il partito. Nel ’93 rinunciò all’immunità parlamentare per farsi interrogare dai pm torinesi e ammettere i suoi reati. E suggerì a Craxi di fare altrettanto, invano. Da allora è sempre rimasto dignitosamente appartato. Non ha mai partecipato a pellegrinaggi ad Hammamet nè ad attacchi alla magistratura.
Tiziana Parenti, già vicina alla sinistra extraparlamentare, già magistrato di Md, entrò nel pool Mani Pulite dove si occupò delle tangenti rosse senza cavare un ragno dal buco, poi diede la colpa ai colleghi e subito dopo si fece eleggere in Forza Italia, pur denunciandone le “infiltrazioni mafiose”. Divenne presidente dell’Antimafia, dove si distinse per aver definito “nazista” la sentenza di condanna di Bruno Contrada in primo grado, e per aver accusato falsamente Ilda Boccassini di aver pagato un pentito per coinvolgerla in storie di droga. Ultimamente, dopo molto girovagare, era segnalata dalle parti dello Sdi.
Agata Alma Cappiello, pasionaria craxiana, quando Bettino finì indagato lanciò l’“etica della legalità” nel Psi e si fece ricevere da Borrelli; scomunicò il segretario Del Turco che si era buttato a sinistra (“svende sottocosto il partito a un polo massimalista che nulla ha a che fare con le nostre tradizioni democratiche”), poi organizzò vari pellegrinaggi ad Hammamet nella villa dell’Esule; chiese a Boselli di scambiare l’appoggio al governo D’Alema con una commissione d’inchiesta sul dossier Mitrokhin e un salvacondotto per il rientro di Craxi a piede libero; nel 2000 partecipò ad Aulla (“comune dedipietrizzato”) all’inaugurazione del monumento a Craxi e alle altre “vittime di Mani Pulite” con Pomicino, Pillitteri, Martelli, De Michelis e altri pregiudicati.
Enrico Manca è stato deputato socialista dal 1972 al ‘94, ministro del Commercio estero nel 1980-‘81, presidente della Rai dal 1986 al ‘92, quando Viale Mazzini smise di fare concorrenza alla Fininvest e inaugurò la pax televisiva. Nel frattempo, come lui stesso ha raccontato il 28 maggio 2001 al processo Sme, teneva un tesoretto su un conto cifrato in Svizzera (quando la legge vietava l’esportazione di capitali), intestato a Cesare Previti, che poi gli portava i contanti in Italia. A lui la parola: “Nel ’77-’78 ho chiesto un’assistenza particolare a Previti: mia madre, timorosa della situazione economica, inflazione e così via, desiderò trasferire in Svizzera dei soldi. Io chiesi assistenza a Previti, lui mi disse che lo avrebbe potuto fare. Consegnai questi soldi: circa 400 milioni.(...) Si occupò lui di trasferirli e della gestione di questo conto in Svizzera (...). Io ogni tanto chiedevo a Previti di trasferirmi alcuni soldi in Italia, cosa che lui faceva. (...) Queste somme, almeno per cinque volte, per cinque bonifici, sono avvenuti tramite il conto dell’avvocato Pacifico.(...) L’ultimo bonifico è del 1993 e sono 70 milioni: in parte sono andati per un allargamento della casa di Capalbio, in parte a coprire delle spese perché avevo intanto fondato una rivista, ‘Pol-Is Politica e Istituzioni’, che aveva bisogno di sostegno”. Ora la “Pol-Is, fondata da Manca e Salvatore Cardinale (ex Forza Italia, ex Udeur), è entrata nella Margherita.
Domanda la Boccassini: “Lei ha detto che vi erano delle rimesse che tornavano in Italia: arrivava quindi contante?”. Manca: “Sì. Mi veniva consegnato da Previti. Personalmente nel suo studio”. Da dove arrivano i quattrini che Manca trasferisce illegalmente, via Previti, all’estero? Dai risparmi della madre, dice lui, e dai proventi della vendita di una casa a Roma. Dunque il presidente della Rai affidava il suo tesoro all’ avvocato della Fininvest, proprio mentre la Rai siglava la pax televisiva con la Fininvest. Ma il sodalizio andava ben al di là dei rapporti finanziari. Pm: “Lei frequentava anche casa Previti?”. Manca: “Sì, certo (...). Io ho frequentato sia via Cicerone che piazza Farnese (...). Ero responsabile per la politica economica del Psi e Previti era vicepresidente della Alenia Spazio. Siccome lui aveva questa casa grande, gli dissi se si potevano là organizzare dei cocktail per – tra l’altro per soli uomini – diciamo così, per impostare delle relazioni, insomma, e in generale erano imprenditori pubblici o privati (...) Poi c’erano alcuni miei amici (...) alcuni parlamentari come Andò, La Ganga, De Michelis... Poi invece ci sono state (...) cene o pranzi a casa Previti con... o persone di famiglia o con Confalonieri, lo stesso Berlusconi un paio di volte o di più”. Pm: “Renato Squillante lo conosceva?”. Manca: “Squillante lo conosco, ha frequentato gli ambienti socialisti”.
Enrico Manca risultava anche negli elenchi sequestrati della P2, con tessera numero 2148. Lui ha sempre negato di farne parte e intentato causa a chi scriveva il contrario. Ne vinse una contro Ernesto Galli della Loggia, nel 1985, davanti al Tribunale di Roma. Il suo avvocato era Previti, il testimone-chiave Maurizio Costanzo (tessera P2 n.1819), il giudice Filippo Verde. Ora Previti e Verde sono coimputati nel processo d’appello Sme-Ariosto: in primo grado Verde è stato assolto, Previti condannato a 5 anni, e Manca è entrato nella Margherita.
Per la cronaca, l’associazione “Pol-Is” di cui fa parte il quartetto si propone “il rinnovamento della politica e della democrazia”.
Mi piacerebbe sapere cosa ci guadagnate a scrivere su personaggi che alla fine neanche conoscete,Sono dell'idea che prima di elencare i curriculum di aalcuni individui , oltre che a leggere di fatti scritti su giornali , o altri fonti , sarebbe meglio approfonfire meglio la conoscenza di queste persone. Non faccio politica , ma ho avuto l'onore e di conoscere una grande persona che si chiama Giusi La Ganga, di frequentarlo e posso dire a gran voce che è una persona stupenda , corretta , intelligente , e con un alto valore per lo stato . Pertanto giudico quanto pubblicato , lìennesiama stronaz...ta di una persona poco competente e mi scusi detto proprio col cuore: IGNORANTE.
Tale Sergio Luigi Ricca (ex-PSI) nei primi anni 90 fu preso con le mani nel sacco di una brutta vicenda di mazzette. Ddovette dimettersi facendo cadere la giunta e alla fine patteggiò la pena per finanziamento illecito. Prendeva tangenti per i contratti di assicurazione (a costi gonfiati) degli stabili di proprietà provinciale. Ricca aveva ricevuto 120 milioni di lire in contanti da un agente dell’Ina-Assitalia e ne aveva girata la metà a due colleghi del PSI: Giusy La Ganga e Ivan Grotto. Per patteggiare la pena, i tre imputati dovettero restituire il maltolto. Questo a casa sua si chiama "alto senso dello stato", a casa mia si chiama "corruzione". Questione di punti di vista.
Fate sparire questa pagina di poco gusto, soprattutto ora che l' On. Alma Agata Cappiello, alla quale va tutta la mia stima di giovane impegnato in politica
( e non con il centro sinistra) è deceduta vinta per una malattia incurabile alla giovane età di 58 anni.
Ciao Alma, orgoglioso di essere tuo amico
Giacomo
Giacomo: neanche per sogno. Anche io ho avuto occasione di conoscere la Cappiello avendone un'impressione peggio che pessima. Mi spiace per lei, per le sue sofferenze e per la sua fine prematura. Ma questo non cambia di una virgol,a l'opinione su una persona che aveva fatto professione dell'intrallazzo e del saltaquaglismo.
Ma quale intrallazzo e saltaquaglismo: la Cappiello ha dedicato la sua vita alla passione per la politica. In tempi non sospetti lanciò una prima proposta di "PACS" (e parlo degli anni 80) volendo tutelare le coppie non sposate (conviventi etero e gay), oltre a sostenere i diritti delle donne. Leggete il suo libro " Infrangere il tetto di vetro" così capite il suo valore politico e umano.
Mi addolora leggere certi colpi bassi scritti su questo blog.
Non entro nel merito, anche perchè le mie idee politiche sono anni luce distanti dal centro sinistra e dal socialismo, però Alma è stata la mia professoressa di diritto al liceo nel lontano 1982 e da un punto di vista umano, scolastico e professionale conservo di lei il ricordo di una persona estremamente corretta, leale, schietta e, più di ogni altra cosa, umana.
Per Alma non era un problema se durante le sue lezioni, anzichè sorbirci un'ora di "Principi Generali di Diritto Civile" si parlasse dei problemi di noi ragazzi o si commentasse un concerto.
Un' insegnate fuori dai soliti stereotipi insomma!Molto preparata e che dava all'insegnamento un valore aggiunto ed una trasparenza che difficilmente ho riscontrato in altri docenti.
Noi ragazzi c'eravamo quasi tutti presi una bella cotta per Alma. Gran bella donna di (ai tempi) 34 anni, una personalità travolgente che era riuscita ad abbattere quella cattedra che solitamente di interpone tra prof. e studenti per parlarci su un piano assolutamente paritario.