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Alberto Biraghi
Ma quando arrivano le ragazze?
Non c'è molto da raccontare in questo piacevole, ultimo film di
Pupi Avati. Le cose che il bravo regista ci racconta (pare stavolta ancora più autobiografiche del solito) sono note: amori, amicizie, tradimenti. Insomma, sentimenti forti, vissuti diversamente dai diversi personaggi, tutti comunque destinati a sublimarsi nella memoria di ciascuno di loro, cristallizzando ogni dolore e ogni gioia in esperienza. Un po' stereotipato, giustamente confrontato da Cristina a
Di noi tre di Andrea De Carlo, è un film che migliora dopo, bevendo un bicchiere di rosso e sbocconcellando le eccellenti polpette all'orientale dell'Osteria del Cinema (l'insostituibile ristorante del cinema Anteo di Milano, una delle ragioni principali per cui vale la pena di subire le code di Sala Quattrocento).
Niente di che gli interpreti, comprese le due "star",
Claudio Santamaria e
Paolo Briguglia. Meglio di loro fa l'inossidabile
Johnny Dorelli, perfetto nella sua parte di padre ricco e frustrato (curioso, il suo film precedente risale al
1984). La coprotagonista
Vittoria Puccini, esordiente in nome non si sa di ché, si avvia a diventare l'ennesima belloccia intercambiabile da film nostrano.
08.02.05 00:03