«Tony Blair e George Bush sono stati veloci a qualificare le elezioni di ieri come trionfo della democrazia sul terrore. Bush le ha definite un "successo strepitoso ", mentre Blair ha affermato che "La forza della libertà è stata sentita in tutto l’Iraq". E tuttavia le elezioni sono state così totalmente al di sotto degli standard elettorali accettati che se si fossero svolte, diciamo, nello Zimbabwe o in Siria, la Gran Bretagna e l’America sarebbero state le prime a denunciarle». Che le elezioni in Iraq siano state una bufala è sensazione diffusa.
Le parole di Michail Gorbaciov, tratte da un ampio e inquietante dossier dell'
Osservatorio Iraq sulle elezioni, confermano e aggravano la sensazione. Nel post i link specifici.
Il 30 gennaio si sono svolte le elezioni irachene, che quasi tutti si sono
affrettati a definire come un "successo".
In realtà, osservano alcuni, se si fossero svolte con le stesse modalità in
altri paesi, sarebbero state dichiarate illegittime. Salim Lone, ex portavoce dello scomparso Sergio
Vieira de Mello (inviato speciale di Kofi Annan in Iraq) scrive sul Guardian
che se "si fossero svolte, diciamo, nello Zimbabwe o in Siria, la Gran
Bretagna e l'America sarebbero state le prime a denunciarle".
Link.
Mickail Gorbaciov è di questa opinione: "Considerarle valide (o
addirittura un trionfo della democrazia) è offesa alla democrazia e cosa
priva di senso comune".
Link.
A pesare non è stata solo l'assenza di osservatori internazionali, ma tutto
il contesto e le condizioni costrittive in cui si sono svolte (a cominciare
dall'occupazione militare), fino al ricatto - anche se mai esplicitato - di
un voto in cambio di cibo.
Link.
Il dopo voto racconta tuttavia una realtà che, malgrado fosse prevedibile,
non era stata volutamente considerata.
In primo piano tutte le questioni legate alla fine dell'occupazione
militare, sempre rimandata per
motivi logistici - l'assenza di un esercito -,
economici,
politici.
Ci sono poi le rivendicazioni dell'Islam come unica fonte della futura
Costituzione, avanzate da quelli che sembrano i probabili vincitori, ovvero
le forze politiche sciite unite nella coalizione voluta dal Grande Ayatollah
Ali al Sistani.
Link.
Altrettanto importanti gli scenari relativi alla regione del Kurdistan, che
potrebbe avviarsi verso l'indipendenza.
Link.
Sul voto e sulle sue conseguenze, maggiori approfondimenti, storie, analisi
e commenti.
Link.