Peking Acrobats
Hai presente i guerrieri cinesi che saltano sui tetti, si arrampicano su bambù alti come case, corrono sull'acqua? Quelli dei film come
Hero,
La tigre e il tragone? E quegli eroi cinesi invincibili e immortali, lo Chen Zhen di
Jing Wu Men (Fist of Fury, Dalla Cina con furore), che prima di consegnarsi imbattuto al vile funzionario giapponese, gli ruggisce
«in Cina, ce ne sono a milioni come me»? Non sono solo roba da film, sono i cinesi. Che se vogliono possono volare, arrampicarsi come scimmie, spezzare mattoni con la testa, fermare lance acuminate con la gola, negare la forza di gravità. Se non ci credi, vatti a vedere The Peking Acrobats, due ore "incredibili ma vere" durante le quali una quindicina di cinesi mostra a un pubblico sconcertato e attonito perché la Cina guiderà il mondo.
Per loro nulla è impossibile, perché - a differenza di noi occidentali, grassi, presuntuosi, decadenti - sanno pazientare, perseverare, meditare. Portano con sé spiriti, misteri ed energie di una civiltà antichissima, a noi inaccessibili.
Quando decideranno che il momento è arrivato, si prenderanno tutto quello che vorranno. Basta guardare la loro danza del leone, modernizzata nella musica, ma antica e feroce, soprattutto nel gesto di avvio, quando il leone raspa con la zampa ("il leone affamato dichiara guerra") prima di sbranare il suo boccone, dopo averci un po' giocato. Oppure gli stendardi con il drago e la fenice, quelli che accompagnarono i Boxer a cercare di fermare con il petto e le mani le pallottole del Kaiser. Sarà divertente vedere come i nostri più accaniti "guerrieri" (i vari Bossi, Calderoli, Borghezio, Gentilini, Bondi) confronteranno le loro trippe flosce con gli eredi del Generale Kwan Yu.
13.02.05 00:56 - sezione
teatro