Santo Padre, perché ce l’ha con Cartesio?
Bruno Gravagnuolo
Del libro del Papa, Memoria e identità (Rizzoli, pagg. 225, euro 16) s’è parlato variamente sui giornali, già a partire dalle anticipazioni e dagli annunci di agenzia prima della sua comparsa ufficiale la settimana scorsa. E il Grundakkord da tutti registrato di quest’ultima meditazione pontificale è stato giustamente - perché è centrale senz’altro in questo libro - quello della filosofia della storia. Ovvero la Teodicea, giustificazione storica di Dio, attraverso i mali, o meglio il Male del Novecento. In fondo si potrebbe definire questa sorta di testamento spirituale del Papa (lunga vita!) come un rilancio in grande stile della meditazione agostiniana sul cammino della Città terrena verso la Città Celeste, sebbene quest’ultima resti indefinitivamente avvolta nel mistero sfuggente della redenzione finale, sempre presentita dalla fede e adveniens.
Il proprium di questo Papato è esattamente il suo tratto forte e planetario, egemonico e avvolgente. Gerarchico e accogliente. Veritativo ed ecumenico, che prende di petto la modernità e tende a dargli forma. In questo senso la cattolicità di Wojtyla si presenta come l’ultima delle Grandi Narrazioni, l’ultima delle Utopie, con il Sacro immanente nella storia e capace di riemergere per eterogenesi dei Fini - il Bene tramite il Male - quasi al modo della filosofia hegeliana, ma con la Trascendenza ovviamente come meta, all’opposto dell’immanenza assoluta e laica di Hegel. Ebbene c’è un «incunabolo», un tassello di questa maestosa costruzione, che nessuno finora ha notato: Cartesio. E a cui Memoria e identità dedica pagine importanti. Sono pagine di demolizione del grande filosofo in certa parte incomprensibili, dal punto di vista teoretico. Ma in realtà comprensibili se ci si mette dalla parte dell’ortodossia profetica ed autoritativa del Papa.
L’accusa a Cartesio? Aver celebrato il primato del Cogito sull’Esse. Del Pensiero sull’Essere. Dopo Cartesio, argomenta il Papa, la filosofia diventa puro pensiero. E il mondo di conseguenza, che Tommaso re-spettava come ente esterno a cui adeguarsi, diviene puro contenuto della coscienza umana. Di qui l’arbitrio, la manipolazione dell’ente. La possibilità da parte dell’uomo di decidere ciò che è bene e ciò che è male, Auschwitz e il Gulag, la volontà di potenza, il titanismo della libertà del singolo e collettiva, magari sotto forma di Parlamenti democratici. Irresponsabili nel sancire aborto, fecondazione artificiale e altre deviazioni libertarie. Occorre dirlo. Questo giudizio del Papa (o di Ratzinger?) altresì rivelativo, è insostenibile. E, per paradossale che appaia, anche da un punto di vista cattolico e metafisico-teologico. Cartesio, infatti, non solo era un devotissimo credente rispettosissimo del dogma di fede e dell’Autorità. Ma mise in atto un grandioso tentativo di dimostrazione rigorosa del Dio personale e trascendente. Passando certo attraverso il pensiero e la Ragione, ma desumendo da essa la distinzione tra Essere e Cogito. E tra Mondo e Dio. Il pensiero, che è dubbio, si scopre in Cartesio imperfetto, carente. Dunque, segnato dall’idea originaria della Perfezione, ontologicamente reale e a monte di tutto: Dio. Inoltre, tramite il reticolo delle idee innate, distinte da quelle acquisite e artificiali, l’ordo rerum cartesiano è riflesso dell’ordo idearum che ha in Dio la sua pietra angolare. Cartesio perciò riconduce tutta la rivoluzione meccanica del seicento all’albero maestoso della metafisica tomista, rinnovata nei metodi e nelle giunture. Naturalmente, c’è la libertà e l’ardire della ragione umana, che s’inoltra nel conoscere e nei suoi rami (ottica, matematica, fisica). Ma fare di Cartesio il padre negativo di un Illuminismo perverso, significa condannare a priori ogni gesto filosofico imperniato sull’autonomia del pensare. E a beneficio perenne dell’Auctoritas tramandata e imposta. Il che è fomite non solo di Irratio, ma anche di Rivolta nichilistica senza limiti (a cui succede Auctoritas peggiore). I due Mali da cui derivarono tutti i Mali del 900. Santo Padre ma perché ce l’ha tanto con Cartesio?
da quell'epsilon di filosofia che ricordo ancora, da un punto di vista teologico-filosofico il ragionamento di GP2 non fa una grinza. Cartesio, con la sua decisione di partire dall'uomo e non da qualcosa di esterno, ha dato il via alla deriva susseguente, e quindi da questo punto di vista è più "colpevole" di Spinoza, per non parlare di quegli stupidotti di Locke e Berkeley, che era anche vescovo! (Hume almeno era più logico).
Detto in maniera più semplice: non puoi dire che esiste Dio perché esiste l'uomo. O metti Dio come un assioma, pardon un dogma (è lo stesso, solo detto in modo diverso) oppure elimini direttamente Dio.
A questo punto, prendi il punto di vista di uno (GP2) che chiaramente non può scegliere la seconda ipotesi, e si trova un altro (Cartesio) che afferma di essere d'accordo con te ma poi si mette a scardinare il tuo punto di vista. Che puoi fare?
Insomma, concordo con l'analisi di Gravagnuolo ma non con la sua domanda retorica finale.
Mau, ti ricordi molto bene! Concordo su quanto scrivi. E mi permetto di aggiungere che il Gravagnuolo prende un'altra clamorosa topica: la leibniziana Teodicea non è la giustificazione storica di Dio, attraverso i mali del mondo (ma da dove gli arrivano certe idee...???).
La Teodicea è quella parte della teologia grazie alla quale è possibile spiegare il senso del male e la sua presenza nel mondo creato dal divino. Che è tutta un'altra faccenda.
"non puoi dire che esiste Dio perché esiste l’uomo. O metti Dio come un assioma, pardon un dogma (è lo stesso, solo detto in modo diverso) oppure elimini direttamente Dio"
ma allora perche' la dottrina ufficiale e' ancora il tomismo, che accoglie in pieno le cinque prove dell'esistenza di dio formulate da sant'anselmo d'aosta? (abbiamo dovuto aspettare Kant per capirne la fallacia linguistica: sarebbe bastato un qualsiasi cinese per dimostrare che e' tutto un problema indoeuropeo).
insomma: si spieghino. E' dimostrabile o no?
e se adesso ci dicono di no: del tomismo che ne facciamo?
questi fanno e disfano a piacer loro, e ci vegono a raccontare che sant'anna non ha scopato per generare maria ("assunta" in cielo grazie agli angeli, mentre gesu' "ascende" perche' fa da se') mentre la sua casa per un problema della El Al finisce dalla palestina a Loreto (questo non e' dogma anche se non e' meno credibile)...
come dicevano i cinesi del seicento: e' solo un'accozzaglia di favolette di gente colle ali: come si fa a creder loro??
Per quello che ne so io - ammetto di non essere un teologo, però - il tomismo non è la dottrina, ma una dottrina teofilosofica accettata dalla chiesa cattolica. Anche l'agostinianismo è accettato, e qui non ci sono sicuramente prove ontologiche, da quel buon (pseudo)neoplatonico che era il vescovo di Ippona. Non credo nemmeno che un cattolico debba accettare le prove ontologiche. Però non so se senza di esse il tomismo crolli.
Quanto a sant'Anna, chi ha detto che non ha scopato?
(giusto per fare il pistino: l'assunzione non deriva tanto dagli angeli che l'hanno portata in cielo, quanto dal fatto che ci è arrivata *subito* con anima e corpo, mentre la dottrina cristiana afferma che *alla fine dei tempi* i salvati avranno la risurrezione della carne)
sant'anna: lo ha detto il papa nel 1854, quando ha decretato che maria era nata senza il peccato originale. la famosa immacolata concezione riguarda maria, non gesu' (questo aspetto era gia' dogma da un bel po'): evidentemente anche sant'anna non aveva scopato (che sia un problema di famiglia?).
L'assunzione di maria avviene per mezzo di angeli perche' va in cielo col corpo prima dell'invenzione dell'aereo. Mentre gesu' fa da se' e, appunto, si parla di "ascesa", ma anche lui ci va col corpo (la tomba viene trovata vuota). Pertanto si parla di "assunzione" se si usano angeli e "ascesa" se si fa da se'.
tomismo: e' LA dottrina ufficiale della chiesa cattolica dal concilio di trento. chiedilo a ratzinger ;-)
Ho dei problemi con la tua logica. Perché l'immacolata concezione (cioè, l'essere nata senza peccato originale) dovrebbe implicare che Maria non è nata da una scopata? Mi sembri più sessuofobo della dottrina ufficiale.
Quanto al tomismo la dottrina ufficiale, non mi torna con quello che mi è stato insegnato al liceo (salesiano, e il professore di storia e filosofia era un prete). Dici che sia stato sospeso a divinis anche lui? Devo fare una delazione a Ratzinger?
scusa ma tutti nasciamo col peccato originale per il fatto che bisogna pur scopare per fare i bambini.
gli unici a esserne privi erano adamo ed eva. e gesu' per i noti motivi.
ora: se la madonna ne e' priva... vedi tu...
eppoi, tu avrai fatto il liceo salesiano, ma io vengo dal collegio vescovile. che faccio? chiamo io ratzinger o ti arrangi tu?
:-)
Ragazzi erano giorni che non ridevo così tanto. Grazie e continuate. Avete inventato una nuova comicità alla Vudiallen ma nostrana. Stupendo.
senza contare il fatto che maria e' vergine e quindi non ha mai scopato ne' prima ne' dopo, mentre sant'anna non ha il titolo di vergine.
quindi, una volta concepita maria, c'ha dato dentro.
ricordo a tutti che la conta delle anime -tra chi va all'inferno e chi no e la conseguente "chiusura" del purgatorio per cessata attivita' - che avverra' (con i nostri corpi fisici) dopo la Bestia, l'anticristo e il ritorno dell'agnello - insomma come gran finale dell'apocalisse - la conta dicevo avverra' affianco al tempio, nell'attuale spianate delle moschee nella zona tra la porta Bab El-Magharbeh e il tempio, dove attualmente sorgono dei piccoli edifici omayyadi.
sami: se apri un bed&breakfast in zona prima o poi ci passiamo tutti. e' una dritta.
tonii, ho capito il tuo problema: non è teologico ma matematico. È il concetto di probabilità a posteriori. Consolati: è comune a migliaia di medici, e lì sì che è grave.
O leggi la spiegazione da Beppe Grillo qua (penultimo paragrafo, prostata) o se preferisci ti preparo un problemino che tu mi dovrai risolvere.