A proposito di «Otto e mezzo»
Caro Furio, caro Antonio
Ho letto, domenica, con molta tristezza ve lo confesso - la rubrica di Marco Travaglio a pagina due dell’Unità. Voi sapete quanto io ami questo giornale, nel quale ho passato trent’anni della mia vita, e sapete quanto abbia apprezzato negli ultimi anni il vostro lavoro. Per questo la rubrica di Travaglio mi ha messo melanconia. Ci sono, in quella rubrica, parecchie righe dedicate a Ritanna Armeni, che come me è stata una giornalista dell’Unità, e prima ancora di Rinascita e del Manifesto, e ora collabora in qualità di editorialista a Liberazione, dopo essere stata per alcuni anni portavoce di Fausto Bertinotti. Travaglio si occupa di Ritanna per una trasmissione televisiva (Otto e mezzo) della quale Ritanna è conduttrice da qualche mese, insieme a Giuliano Ferrara, e per la quale ha ricevuto molti apprezzamenti; in particolare, Travaglio si riferisce ad una puntata di questa trasmissione alla quale ho partecipato anche io, e che aveva per tema l’Unità. Travaglio commenta la trasmissione insolentendo Ritanna Armeni in modo del tutto gratuito e usando uno stile polemico lasciatemelo dire piuttosto triviale. Prima spiega che Ritanna vale a malapena un sedicesimo di Ferrara (sostiene che il nome “otto e mezzo” è stato inventato perché Giuliano vale otto e Ritanna mezzo) e poi testualmente scrive così: «La Armeni, da buona portavoce, non si capacita che un giornale non sia al servizio di un partito: “Trovo singolare dice, sinceramente costernata che l’Unità non abbia anche a che fare coi Ds. Ma non si può fare opposizione senza propaganda urlata?” Ma sì che si può: basta accucciarsi ogni sera sulle ginocchia di Ferrara e tenergli ferma la vittima di turno, mentre lui la mena».
Non rispondo a Travaglio perché non trovo le parole: sono una persona timida e queste volgarità mi imbarazzano. Conosco abbastanza bene la vostra sensibilità, e quella di tutti gli altri compagni e amici della redazione, per capire che anche voi, leggendo quelle righe, siete sobbalzati sulla sedia e siete arrossiti un po’. So anche che, di regola, non usate intervenire nelle rubriche dei collaboratori esterni, e evidentemente non avete ritenuto di farlo neanche questa volta. Non riesco a spiegarmi però questa scivolata di Travaglio: è vero che lui non ha mai nascosto le sue idee e la sua passione anticomunista, ed è vero che gli anticomunisti, da sempre, usano scagliarsi con rudezza contro i comunisti, come Ritanna. Però c’è un limite anche alla rudezza, e poi non mi sembra elegante fare tutto ciò dalle colonne gloriose dell’Unità, che fu fondata da Gramsci. Non credete che io abbia ragione?
Saluti affettuosissimi
Il vostro amico
Piero Sansonetti
direttore di “Liberazione”
Caro Piero,
trovo bello e nobile difendere fino in fondo una persona amica (e stimata).
Lo fai adesso con Ritanna Armeni come hai fatto con me nella trasmissione “Otto e mezzo” venerdì scorso.
L’unica cosa che mi disorienta è il richiamo al comunismo. Con tutto il rispetto, io non ho visto o ascoltato nulla di comunista (certo, io non faccio testo in materia) quella sera. E - qualunque sia il giudizio - niente di anticomunista nel testo di Travaglio.
Con lo stesso affetto
Furio Colombo
Caro Direttore,
leggo e apprezzo il tuo giornale e trovo fuorviante la discussione se l'Unità debba essere più o meno anglossassone: ho l'impressione che gli anglossassoni non farebbero alcuno sconto ad un governo così inquietante e pericoloso. Com'era mio dovere fare, nella Commissione Parlamentare di Vigilanza ho difeso Travaglio dalle censure della Rai. Ma non apprezzo che quest'ultimo, nel commentare una trasmissione di Otto e mezzo dedicata all'Unità, descriva Ritanna Armeni in modo ingiusto e offensivo. La libertà di pensiero è fuori discussione ma definire la Armeni una giornalista capace solo di “accucciarsi ogni sera sulle ginocchia di Ferrara e tenergli ferma la vittima di turno, mentre lui la mena” mi sembra un pò troppo. Lo stile è come il coraggio di Don Abbondio: chi non ce l'ha non se lo può dare. Ma poiché sono tra coloro che non fa coincidere la radicalità delle opinioni e l'asprezza della polemica con la volgarità, spesso tinta di misoginia, mi dispiace quando si scende a questi livelli. Che non sono quelli praticati dal tuo giornale.
Con stima
Gloria Buffo
I toni di “Bananas” sono, programmaticamente, polemici. Se ho offeso Ritanna Armeni, e indirettamente Piero Sansonetti e Gloria Buffo, mi dispiace perchè non intendevo farlo. Non intendevo neppure giudicare una collega come donna, come giornalista, o come comunista. Intendevo semplicemente polemizzare con lei su alcune cose che ha detto (e soprattutto non detto) venerdì sera, nel programma quotidiano che conduce con Giuliano Ferrara, mentre l'Unità veniva amabilmente definita “criminale” da un suo squisito ospite.
Marco Travaglio
ok, bene, trovi l'accusa di misoginia nei confronti di Travaglio talmente idiota da non essere neanche divertente.
saresti così cortese da presentarci anche qalceh argomentazione o la dobbiamo prendere così com'è, come facciamo con ratzinger?
Semplice: non esiste una sola parola scritta da Travaglio che possa essere legittimamente interpretata in quel modo. La frase sulle ginocchia è evidentemente riferita a una condizione di sudditanza anagrafico-gerarchica, l'idea del nipotino sulle ginocchia del nonno. Per leggerci della misoginia ci vuole davvero la mente contorta. Oppure (cfr la Buffo) un desiderio di girare il coltello nella piaga de l'Unità, di cui Travaglio è l'aspetto più inquitante per il "regime" diessino.
perdonami ma l'argomento non è convincente; si, certo, l'allusione non era di certo esplicita ma questo perchè travaglio di inquietante ha solo il lessico.
Giobbi, quello che non è convincente è l'argomento d'accusa contro Travaglio ("sei un misogino") totalmente campato in aria. Ripeto: non esiste una sola virgola che la possa ragionevolmente giustificare («La Armeni, da buona portavoce, non si capacita che un giornale non sia al servizio di un partito: “Trovo singolare – dice, sinceramente costernata - che l’Unità non abbia a che fare coi Ds. Ma non si può fare opposizione senza propaganda urlata?”. Ma sì che si può: basta accucciarsi ogni sera sulle ginocchia di Ferrara e tenergli ferma la vittima di turno, mentre lui la mena»). Sarò mica io che devo convincere, no? Saranno bene la Buffo, Sansonetti, la Armeni (e tutti gli altri Catoni che ci si sono sgolati) a dover spiegare in nome di quale idea bislacca questa frase (puntuta, acida, feroce quanto si vuole) possa debba far dare del misogino a chi l'ha scritta.
Grazie della pubblicazione... francamente neanche io ho mai sentio la Armeni pronunciare qualcosa di comunista.
chi vede nelle parole di travaglio un'allusione a pratiche sessuali è un depravato o un furbacchione che vuole distogliere l'attenzione dalle precise (come al solito) osservazioni del cronista.
La verità è che di questa soi-disant sinistra pappa e ciccia con la destra ne abbiamo abbastanza e ormai abbiamo capito che sono un'unica lobby di privilegiati, che vanno a cena insieme e pretendono di rappresentare interessi e opinioni contrapposte. Guardatevi "Caterina va in città" di Virzì, che lo spiega benissimo...
Trova patetica l'accusa di misoginia da parte di una veterofemminista ipocrita qual'è la compagna Buffo, tipico esponente di quella classe dirigente del partito che ha fatto disamorare dalla politica tutte quelle persone che come me hanno sempre votato a sinistra.
Cordiali saluti