Domande senza risposta
1. Di chi era l’auto su cui la Sgrena e Calipari stavano andando all’aeroporto? Era dell’Ambasciata? Aveva una targa nota o ignota? Aveva indicazioni di nazionalità?
2. Perché non c’era l’Ambasciatore? Era informato? Era in contatto? Con chi?
3. Perché una sola automobile? Tipicamente nelle aree di rischio ci si avventura sempre in convoglio, e così sentiamo descrivere tutti gli spostamenti in Iraq. Come mai non c’era neppure una seconda automobile?
4. Perché - come si chiede Luciano Violante - “tanta fretta”? Non sarebbe stato logico aspettare il mattino dopo? Quale ragione ha indotto ad accelerare l’operazione?
5. L’aereo militare italiano che avrebbe dovuto riportare subito in Italia la Sgrena e i suoi salvatori era già all’aeroporto di Baghdad? Se non c’era, perché? E quando è arrivato?
6. Sulla strada dell’aeroporto quanti check point c’erano? Si tratta di punti fissi o di verifiche volanti? Il punto da cui si è sparato era un posto di controllo o una pattuglia occasionalmente di passaggio?
7. Dal momento che il governo era in contatto telefonico con Calipari, quali erano gli ordini dati agli italiani? E a quale ente emericano sono stati comunicati dal nostro governo?
8. Quali organi fissi di collegamento ci sono fra comando italiano e comandi americani e perché, se questo collegamento esiste, non è stato coinvolto in un caso così importante?
9. Quali organi di collegamento ci sono fra governo italiano e governo americano, considerato che tremila soldati italiani sono sotto comando americano ogni giorno e perché quest’organo politico - se esiste - non si è attivato?
10. Quanti colpi sono stati davvero sparati? E per quanti minuti?
11. Per quanto tempo la persona morta e i feriti sono rimasti circondati, isolati, sanguinanti, senza soccorso: secondi, minuti, o di più?
12. Chi, come, con quali mezzi ha provveduto a raccogliere il corpo di Calipari e a portare i feriti in ospedale? E poi chi e con quali mezzi ha provveduto al secondo accompagnamento in aeroporto?
13. Come mai non esiste su un fatto di tanta gravità una versione indipendente della Ambasciata Italiana a Baghdad, misteriosamente e totalmente assente da questa vicenda?
Un altro punto poco chiaro e mi piacerebbe avere le vostre impressioni: come mai la giornalista irachena Raida al Wazam è stata giustiziata e la nostra Giuliana è stata liberata?
Che differenze ci sono tra i due rapimenti e i relativi esiti?
Abbiamo pagato un riscatto? Oppure Raida è caduta in mano a dei terroristi e la nostra Giuliana nella mani della resistenza? E' quindi solo questione di fortuna, quella di cadere nelle mani giuste?
l'ho gia' segnalato a Biraghi, comunque:
http://www.repubblica.it/2005/c/sezioni/esteri/iraq45/ombre/ombre.html
un ottimo articolo che mette in chiaro molte cose.
le domande dell'unita' mi sembrano un filino sciocche e superficiali, scusatemi.
Grazie Berja per la segnalazione, quell'articolo è alquanto illuminante e concordo sul fatto che l'Unità stia rimestando un pò di fango.
Come già detto nell'articolo di Repubblica, abbiamo una triste e storica familiarità con i sequestri; poi però anche in Italia la stagione dei sequestri si è placata, sarebbe interessante capire perché.
Mi viene da dire che se paghi vivi, se non paghi muori. Non fa una grinza questo ragionamento, ma allora perché pagare per le Simone e la Sgrena e non per Badaloni...?
La Sgrena dice di aver "capito" i suoi sequestratori: al di là di una possibile sindrome di Stoccolma, anche De Andrè spiegò che capiva i suoi sequestratori. Che in fondo erano "brave persone". Metto tra virgolette per ovvi motivi...
Ma allora, che cos'è tutto questo polverone intorno al distinguo terroristi/resistenti?
Se tutto si riduce alla somma del riscatto ?
Baldoni e non badaloni; semplicemente e' successo qualcosa, e non si sa ancora cosa, che ha fatto precipitare gli eventi nel sequestro del pubblicitario e giornalista di diario, altrimenti si sarebbe pagato, cosi' come si pagherebbe per riaverne le spoglie.
non parlerei di sindrome di sotccolma, non e' proprio cosi'.
l’articolo di d’avanzo è per certi versi scioccante. e sembra impressionantemente realistico. La colpa è dell’italia, non degli americani. Gli americani semplicemnte non sono stati del tutto informati perché il modo di operare italiano durante i sequestri è in netta divergenza rispetto a quello dell’alleato. quindi si deve agire “di nascosto”. pagare il riscatto, e non farlo sapere, farlo sapere solo in parte e solo ad alcuni e poi filare via in fretta. In passato è andata bene, o forse venerdì è andata di sfiga. ma prima o poi, operando così, era inevitabile che succedesse una tragedia. Il fatto che si paghi il riscatto è qualcosa di per sè non incredibile, l’incredibile è che si sia costretti a farlo di nascosto e senza poterne rendere conto a quello che dovrebbe essere “il nostro migliore amico”, perché se non ci metterebbe i bastoni tra le ruote. E’ un pantano l’iraq, il peggiore da anni a questa parte.
voglio dire, è probabile che quelli abbiano sparato perché non informati. e perché non sono stati informati? perché abbiamo pensato di fare la fubrata, perché abbiamo talmente paura e sottomissione nei confronti del nostro alleato che cerchiamo di non dirgli quando gli desobbediamo, se poi ci becca, si mente a noi stessi e si dice che è stata "fatalità".
non sono assolutamente d'accordo, la colpa resta degli statunitensi dal grilletto facile; se fossero morti degli indonesiani o dei cinesi non staremmo nemmeno qui a parlarne, avremmo archiviato la vicenda sotto la voce "incidenti".
del resto l'esercito statunitense, come tutti gli esercti del mondo, ha un pessimo addestramento ed un pessimo controllo, tranne che per le varie elites.
essendo un esercito molto grosso anche le elites sono di conseguenza un mucchio di gente, ma tolte queste il resto sono dei marmittoni con uno schioppo in mano.
il problema e' un altro, e' militare e politico, abbiano una forza occupante composta perlopiu' da ragazzi impreparati con armi potentissime, perche' e' questa DA SEMPRE l'unica forza dell'esercito statunitense: l'enormita' delle risorse tecnologiche ed economiche a loro disposizione; questi ragazzi impreparati pesano politicamente sull'esercito e sul governo del loro paese, a casa loro non piace vederne arrivare troppi in un sacco di plastica, percui li si lascia abbastanza liberi di sparacchiare perche' e' meno problematico per i loro comandanti giustificare un intero quartiere di iraqeni morti piuttosto che un ragazzo americano senza addestramento e senza preparazione ammazzato da un arabo con la fionda.
ricordatevi che gli statunitensi ci hanno messo 6 mesi per andare da Anzio a Roma, in netta superiorita' numerica, su un terreno facile e con la resistenza che dava filo da torcere ai tedeschi nelle retrovie.
la morale per me e': ma che cazzo ci stiamo a fare in iraq?
famo il gioco dell'uva: ognuno a casa sua...
possono anche essere quattro ragazzotti dal grilletto facile, ma o sai che non devi sparare a quella macchina, perché ti hanno avvisato che sarebbe arrivata quella macchina, di quel colore, con quelle persone a bordo, a quella determinata velocità, a quell'ora, oppure non lo sai perché non ti hanno avvisato. Possono non averti avvisato per un errore (diffcile), incredibilmente fatale, oppure possono non averti avvisato perchè non dovevi esserne al corrente.
Gli americano sono contrari a qualsiasi forma di trattativa i rapitori. L'italia ha, evidentemente, ampiamente trattato. Anche tutte le altre volte, offrendo o cedendo al ricatto del riscatto in danaro. A quel punto la macchina può viaggiare piano, veloce, fa poca differenza: una volta che ti imbatti in territorio di guerra in chi non hai avvisato diventa dura farsi risparmiare.
achab, perfavore, mi ripeto: poteva essere una qualsiasi altra auto e noi non staremmo qui a parlarne, non ci sono solo i servizi italiani autorizzati a girare dopo il coprifuoco, c'era poco da avvisare; sicuramente il personale dei servizi italiani e' stato superficiale ma cio' non toglie che probabilmente l'errore e' delle truppe statunitensi.
e poi, scusate, ma a che minchia servono i servizi segreti se non possono operare in segretezza?
non prendiamoci in giro, il sequestro si sarebbe risolto in una vittoria politica del governo italiano se non fossero inciampati nella pattuglia sbagliata, vorrei vedere se fosse stata un'auto di G.Men che cosa sarebbe successo.
l'errore e' a monte, nell'assurdita' della guerra, nell'assurdita' di un'occupazione cosi' feroce, nello strapotere tracotante dello "stupid white man".
Io ricordo il cermis, ricordo quel cavo in mezzo alla strada coperto dalla gomma, ricordo l'asfalto affettato, sono passato con la macchina sopra QUEL cavo, avrei potuto essere su QUELLA funivia, o ci poteva essere uno dei miei familiari, faccio solo i dovuti paragoni, allora non c'era nemmeno la guerra.
se vuoi poi ti posso raccontare di come si comportano i militari statunitensi quando escono dalle loro basi a la maddalena, le rare volte che lo fanno.
boh, francamente faccio fatica a capire cosa vuoi dire berja. per te è stato un incidente e basta? a me continua a sembrare un incidente con troppe anomalie.
poi, è ovvio che l'errore è a monte, nella guerra assurda in iraq. questo lo sappiamo tutti e siamo tutti d'accordo.
A me, tuttavia, capire la dinamica di un incidente di questo tipo continua a sembrarmi prioritaria. E a sembrare molto strano e poco risolvibile il tutto in un semplice incoveniente "di guerra" oppure, che è la stessa cosa, in un "gli americani sparano a caso". Non capisco nemmeno perché avrebbero dovuto togliere le comuniczioni nei minuti successivi all'incidente. Per panico? può darsi, non so, ma a me sembra strano. Io credo che l'articolo di d'avanzo (che poi tu stesso citi) sia molto, ma molto vicino a dire la verità. Per i sequestri, l'italia ha assunto e assume una pratica non conforme a quella voluta dagli USA, e quindi deve fare da sola, o comunque con scarsa, incopleta collaborazione. Dalle falle di questa mancata collaborazione (che però sta a monte) è incappata la mancata comunicazione ai soldati americani che hanno sparato. Non è cosa da poco. Perché, come dice D'avanzo, non si può comportarsi in iraq come se si fosse in aspromonte o sulla sila.
Il cermis è simile nel comportamento assunto a posteriori: temo sarà così anche stavolta.
sul mio non ho scritto nulla in merito, e non intendo farlo.
La sola cosa che mi chiedo io è con che ipocrisia la gente voglia andare liberamente e spensieratamente a fare quello che ha da fare in un paese oppresso da guerra, terrorismo ed attentati vari senza nessuno che possa garantire per la sua incolumità.
stavo dicendo quel che dici tu in altro modo, achab, l'orrore dell'arbitrio degli stati uniti.
sul comportamento da tenere in Iraq o in Aspromonte, beh, ognuno si regola secondo la sua morale, non credo che gli stati uniti possano dare lezioni a chicchessia.
per questo cito il cermis, perche' il paragone e' doppiamente calzante: 1) l'arbitrio illegittimo dei militari statunitensi 2) la totale assenza di controllo sull'operato delle forze statunitensi.
okay, direi che ci siamo capiti.
scherzi a parte, mi fa molto piacere che si sia tornati a parlarci.
un saluto
con amarezza c'e' da constatare la "italianita'" dell'incidente, con i soliti inevitabili ingredienti tipici di tutte le nostre vicende: pasticci, misteri ed eroi.
Francamente non trovo nulla di scandaloso nel trattare, nel pagare, per liberare gli ostaggi: la vita umana prima di tutto, e questi metodi si sono usati spesso, in guerra e in pace.
Gli americani non lo fanno, per mentalità, e perchè la loro opinione pubblica affronta le cose in modo diverso; d'altronde credo che abbiano un morto al giorno o giù di lì, per cui sono più abituati.
Credo molto dipenda dalla dinamica della cosa: indipendentemente se ne erano informati o no (non è bello che si spari contro qualsiasi auto di cui non si è informati), se l'auto si è fermata (o se si stava accingendo a farlo) al posto di blocco la colpa è tutta degli americani, se non si è fermata...beh, cosa volete che succeda se non quanto è successo? Capita anche in Italia a 13enni che scappano col motorino al posto di blocco...
Piuttosto mi chiedo cosa sia quella che molti definiscono "resistenza" .
Fino ad ora avevo creduto che i terroristi, o quelli che chiamate "resistenti", perseguissero un disegno folle e criminale ma con una certa coerenza e incorruttibilità, d'altronde BinLaden ad esempio non è mai stato "venduto". Se invece tutto si risolve nel pagare o non pagare, allora diventa delinquenza comune tipo anonima sarda, allora ai resistenti piace il denaro quanto e più che agli invasori.
Poi c'è da chiedersi come mai le vittime dei rapimenti siano quasi sempre persone contrarie alla guerra, o provenienti da paesi neutrali (come la francia). Forse perchè sono quelle che "valgono di più" sul mercato degli ostaggi.
E se si diffonde l'idea che gli italiani pagano volentieri il riscatto per i propri ostaggi, chiunque, anche senza avere finalità politiche, troverà nel rapimento di un italiano, meglio se donna e pacifista, un buon metodo per raccimolare grana. Altro che figli di Allah, siamo alla s.p.a. !!!
io penso che, al di là dell'episodio in sè, in iraq non ci siano più, e chissà se gestendo l'immediato dopo-saddam in modo diverso sarebbero potute esserci, le condizioni per svolgere un qualsiasi lavoro utile agli iracheni.
è difficile accettare che l'effetto collaterale di questa ennesima guerra del petrolio possa essere la concreta possibilità di esportazione della democrazia...è facile costringere un bambino a mangiare tutta la pappa, mandandogliela giù con l'imbuto, ma la cultura del modello democratico non è una roba che si centrifuga. non si prende in pillole come le vitamine. non è lo sciroppo che il buon dottore dà al malato affetto da sindrome dell'appecoronamento, da cancro civile, da disfunzione politico-sociale. e anche se il dottore fosse così cinico ed incivile da spingere giù talmente forte da costringere ad ingurgitare il medicamento, questo verrebbe cacato "paro paro", come si dice a roma, senza essere assorbito minimamente dall'organismo. è come portare un i-pod ad un bambino del rwanda...per un po' ci si diverte ascoltando la musica, ma poi capisce che gliene può fregare di meno del lettore mp3, perchè lui ha fame e il problema di ascoltare la musica digitale in metropolitana non lo ha mai avuto...a stento sa che esiste una roba chiamata metropolitana.
e poi, non solum agli americani non interessa affatto migliorare le condizioni politiche e civili della gente in iraq, sed etiam gli indigeni li vedrebbero come invasori e nemici comunque, anche se il loro interesse fosse questo. ha ragione achab: l'iraq è un pantano della peggiore specie; la situazione è sfuggita di mano a chi all'inizio ha fatto la voce grossa...niente più e sicuro, niente è certo. in questo contesto può accadere di tutto: che ci sia un tragico errore di "friendly fire" ,oppure che agli americani non stia bene alcun tipo di variazione alle loro strategie, che non avere il controllo sugli alleati-sudditi è molto più destabilizzante che non averlo sui propri nemici. bisogna alzare i tacchi, e in fretta, e lasciare soli gli americani a cuocere nella brodaglia putrida che hanno cucinato. anche perchè, avere successivamente un ruolo privilegiato nei progetti di ricostruzione industriale ed economica del futuro iraq democratico (si sa che il berlusca pensa solo al cash) è un fine che innanzitutto non vale il prezzo di tante vite, e che non avrà modo di concretizzarsi comunque, visto che il malato già di per sè rifiuta le terapie democratiche autentiche, figuriamoci i placebo a suon di schiaffoni, bombe dementi e occupazione violenta che gli stanno propinando (con l'intramezzo del clistere farsesco delle elezioni "democratiche).
i bei sogni del duo cavaliere-georgedabliu di un oasi democratica felice dove accaparrarsi tanti appalti, aprire tanti centri commerciali e fare l'aperitivo con "oil cocktail" e buffet di utili vari a 3 euro, sono destinati ad infrangersi. che qualcuno lo spieghi a sua emittenza, che se non ci vede più il guadagno, da bravo imprenditore, fa dietrofront senza colpo ferire e manda affanculo l'iraq libero e democratico!!!
Di base c'è da fare un'analisi di tipo militare alla base di questo increscioso fatto. Le forze armate americane non sono preparate, qualitativamente e quantitativamente, ad un intervento così lungo, oneroso ed atipico come quello del pantano irakeno. Oramai le truppe che stanno dando il cambio negli ultimi contingenti sono riservisti della guardia nazionale, persone che sono entrate nell'esercito (anche se tecnicamente la guardia nazionale americana non fa parte dell'esercito: è una sorta di reparto celere della polizia nostrana) per pagarsi il college e il servizio sanitario. Non sono motivati (ma chi in un contesto simile potrebbe esserlo?). Dall'inizio del conflitto gli americani hanno avuto 1500 vittime, circa 2 al giorno, niente per l'opinione pubblica americana che è molto meno mammona di quella italiana, ma chi è in irak vede ogni giorno 2 commilitoni stramazzare al suolo colpiti da fantasmi. Allora ecco che al buio, con il coprifuoco che si avvicina, un'auto che sopraggiunge al cospetto di tre 19enni del midwest della guardia nazionale con un mese alle spalle di addestramento in virginia diventa un nemico da abbattere, un ennesimo fantasma da affrontare. Imperizia, mancanza di professionalità, misunderstanding a tutti i livelli gerarchici, paura, una sensazione di impunibilità data loro dagli alti comandi. Ecco gli ingredienti per un tremendo, mortale cocktail. Ecco le ragioni di chi non ha ragione. Ecco perché non credo al complotto, non perché reputi gli Usa agnellini innocenti ma perché è molto più probabile che le cause siano da ricercare in una banalità sconcertante.
E’ Giuliana Sgrena la reporter più popolare in rete
Il risultato di un’indagine condotta sui motori di ricerca. Al secondo posto troviamo il direttore di Italymedia.it Antonello De Pierro, al terzo Antonella Clerici, poi Bruno Vespa, Marco Travaglio e Maurizio Costanzo
E’ quanto risultato da un’indagine svolta da un gruppo di appassionati su alcuni motori di ricerca per stilare una classifica di popolarità dei giornalisti, che verrà ripetuta periodicamente, vista la possibilità di cambiamenti continui in seno ai motori.
Al primo posto è risultata la tristemente nota giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena.
Al secondo posto è piazzato saldamente il direttore di Italymedia.it Antonello De Pierro, mentre in terza posizione campeggia la spumeggiante Antonella Clerici. A seguire troviamo nell’ordine Bruno Vespa, Marco Travaglio e Maurizio Costanzo. L’imponente Giuliano Ferrara e il mite Enzo Biagi figurano rispettivamente all’ottavo e al nono posto, mentre al quattordicesimo c’è Gad Lerner e al quindicesimo la compianta Ilaria Alpi. Per il guru del giornalismo Indro Montanelli solo il diciannovesimo posto. L’abbronzatissimo Emilio Fede si trova al ventunesimo posto, seguito da Piero Angela (22) e da Luca Sofri (23). Venticinquesima posizione per Michele Santoro, ventiseiesima per Lilli Gruber e ventisettesima per Cristina Parodi. Al trentesimo posto troviamo il grande Giorgio Bocca. Un po’ indietro altre firme e volti prestigiosi: Lucia Annunziata (31), Eugenio Scalfari (33), Licia Colò (34), Paolo Mieli (36), Francesco Alberoni (38), Daria Bignardi (39), Vittorio Zucconi (41), Maria Teresa Ruta (43), Ezio Mauro (44), Vittorio Feltri (45), Piero Marrazzo (47), Enrico Mentana (48), Corrado Augias (49), Gianni Riotta (52), Sergio Zavoli (54), Alessandro Cecchi Paone (57), Claudio Petruccioli (58), Giovanni Floris (59), Ferruccio De Bortoli (61), Giampaolo Pansa (63), Aldo Biscardi (66), Carlo Rossella (72), Clemente Mimun (77), Bruno Pizzul (78), Gigi Moncalvo (79), Giorgio Tosatti (81), Elio Veltri (82), Giampiero Mughini (89), Candido Cannavò (94), Giovanna Botteri (98), Sandro Curzi (100), Giampiero Galeazzi (104), Maria Luisa Busi (111), Pietro Calabrese (113), Xavier Jacobelli (120), Lamberto Sposini (125), Fabrizio Maffei (133), Walter Pedullà (136), Massimo De Luca (144), Paolo Gambescia (160), Maria Cuffaro (163), Michele Plastino (186), Adriano De Zan (188), Mario Agnes (194).