Venezia, campo di San Stae, nelle sale espositive della settecentesca Scola dei Battioro e Tiraoro c'è una mostra piccola e dolcissima organizzata dalla Papiro Arte di Venezia. La mostra è composta da due sezioni: nella prima, storica, sono proposti trenta panelli con una selezione di copertine e immagini di Pinocchio dei Paesi del mondo lingue; la seconda, artistica, comprende ventisei opere grafiche dedicate a Pinocchio da
Mimmo Paladino, uno dei più noti rappresentanti della Transavanguardia.
I pannelli storici sono una gioia e la dicono lunga sull'universalità del capolavoro di Collodi, che è stato non solo tradotto, ma anche localizzato in tutto il mondo. Ecco dunque immagini di "Pinocchi" africani, russi, iraniani, tailandesi, indonesiani, con tutte le caratteristiche somatiche di ciascun popolo. Si legge Pinocchio in ebraico, in cinese, in polacco, in giapponese, in armeno. La parte storica ha un'organizzazione cronologica, dalle immagini un po' rozze degli anni '30 si procede fino ai giorni ostri o quasi, con le copertine Fabbri della mia gioventù, il burattino dineyano e quello di Jacovitti.
La sezione artistica, con le tavole di Paladino, è devvero gioiosa: le situazioni della storia del burattino sono ri-interpretate dalla genialità creativa dell'artista, che propone immagini sorprendenti, ma sempre coerenti con lo spirito dell'opera: il Pinocchio di Paladino è proprio Pinocchio, anche nelle rimodellazioni più estreme.
La mostra ha appena aperto e durerà fino al 12 maggio. Una ragione in più per una gita a Venezia. C'è una pagina con alcune belle immagini
sul sito dell'assessorato alla cultura di Venezia.