Non ci sarà (per ora) il faccia a faccia tra l’ex direttore e il conduttore
Furio Colombo accetta, Bruno Vespa no. La proposta l’ha lanciata su Radio 24 il conduttore di «Servizio pubblico», Pierluigi Diaco. E l'ex direttore dell'Unità aveva accettato dichiarandosi disposto a non dare seguito alla querela contro il conduttore di “Porta a Porta”. «Un confronto è meglio di una querela se può essere utile a fare chiarezza sulla situazione dell'informazione italiana e inoltre sarebbe la prima volta che Bruno Vespa discute con qualcuno della sua trasmissione unica al mondo - ha detto Colombo - Non mi interessano le scuse di Vespa, ciò che ha affermato è privo di qualunque fondamento. Più importante è far capire e far capire anche a lui che una trasmissione come la sua non sarebbe ammessa in nessun paese democratico. In nessun paese democratico una sola persona può concludere la campagna elettorale come vuole, dove vuole e soprattutto da solo, senza contraddittorio. Non lo può fare Chirac, non lo può fare Schoeder, non lo può fare Blair, né Bush. Forse solo Putin può farlo».
«Non in campagna elettorale e non nella trasmissione di Pierluigi Diaco. Se sarà concordata una sede che garantisca serenità, sono dispostissimo a un confronto al quale partecipi anche Furio Colombo su come negli ultimi dieci anni è stata fatta informazione politica in Rai, a “Porta a porta” e negli altri programmi». Così risponde Vespa: quanto alle scuse, «credo di essere io in credito con Furio Colombo per l'autentica campagna d'odio che l'Unità - lo dico con profonda amarezza - mi ha scatenato addosso negli anni della sua direzione». Amaro anche Diaco: « Sono sempre stato corrretto con Vespa, perché non verrebbe nella mia trasmissione?».