Caro Massimo Cacciari sul fascismo speriamo ci ripensi
di Massimo Rendina
presidente ANPI Roma e Lazio
A Massimo Cacciari, che peraltro merita stima e considerazione come studioso e come intellettuale impegnato in politica, i partigiani sono venuti a noia. Si riferisce evidentemente (secondo l'intervista pubblicata domenica da “il Corriere della Sera”) a noi, ultimi residuati di una stagione molto lontana, conclusa sessant'anni fa, per il nostro linguaggio desueto, incomprensibile alle nuove generazioni, specie se nominiamo il fascismo, termine che lui sembrerebbe giudicare privo di senso dato che tutti sanno che è politicamente improponibile quale regime, non tanto per i danni provocati, ma, appunto, per via della sepoltura datagli dal tempo. Lui, filosofo, non crede che il fascismo sia anche una mentalità, come diceva Benedetto Croce, ma solo l'etichetta di un periodo tramontato per sempre. Sprovveduti coloro i quali vedono nella riabilitazione dei collaborazionisti di Salò gli epigoni fascisti, chi trova una buona dose di presenza fascista nei cambiamenti costituzionali che esaltano il premierato e gli asserviscono il parlamento, chi giudica prevaricazione fascista imporre leggi che coprono malefatte imbrogli, reati a danno della collettività, e politica fascista la distruzione di principi democratici fondamentali quali l'autonomia dei poteri e la pratica istituzionalizzata dei contrappesi per evitare il predominio dell'uno sull'altro. Non è neppure una pericolosa china di stampo fascista l'obbedienza dei parlamentari che non discutono, ma seguono le disposizioni dall'alto, pur confessando, come a qualcuno è accaduto, di non essere d'accordo sul voto, dando coralmente luogo solo alla democrazia aritmetica, rappresentata nei confronti della opinione pubblica dai portavoce del leader, totalmente padroni degli spazi televisivi e onnipresenti anche se si parla di sport o di gastronomia, ormai, questo, elemento centrale della programmazione della RAI. Non è fascista dare al “primo ministro” la facoltà esclusiva di sciogliere Camera e Senato, arma di intimidazione che solo un dittatore possiede?
A Cacciari non dà, ripeto, neanche pensiero - dato che per lui il fascismo non esiste - la grottesca riabilitazione dei militi di Salò, con il riconoscimento, in fase parlamentare, di combattenti per la Patria, il che fa inorridire anche il più sprovveduto dei giuristi pensando che il governo legittimo italiano dichiarò, il 13 ottobre 1943, guerra alla Germania nelle cui forze armate erano inquadrati i volontari e i coscritti della Repubblica Sociale, nemici dell'Italia, quindi, a tutti gli effetti, da considerare semmai reduci della Wehrmacht con i relativi benefici da richiedere a Berlino. Colpire la Resistenza attraverso un revisionismo strumentale tacciandola di crimini da porre - con l' annullamento reciproco davanti al giudizio della storia - sullo stesso piano dei crimini nazifascisti, sembra, infine non porre dubbi a Cacciari che ciò possa collegarsi allo stravolgimento della Costituzione esigendo la messa in mora della sua genesi. Tanto per lui il fascismo non esiste.
Speriamo che ci ripensi. Quando il 25 aprile Cacciari sarà con noi - come avverrà - a ricordare l'anniversario della Liberazione, converrà certamente che parlare di libertà conseguita sessant'anni fa - da mantenere oggi contro le insidie - senza nominare la controparte, il fascismo di ieri e di oggi, sarebbe un assurdo, questo sì inaccettabile dalle nuove generazioni di cui il filosofo tiene giustamente gran conto.
Non sono assolutamente d'accordo con questo commento di Massimo Rendina.
Ho letto l'intervista sul Corsera e mi è ben chiaro cosa volesse dire il filosofo; non certo che il fascismo e il comunismo non esistono più, ma più semplicemente che sono parole vecchie, stantie che andrebbero messe in soffitta. Così come parole italiane tipo "inclito" o "colendissimo", usate in altre epoche, sono diventate pezzi d'antiquariato.
In quello che dice Cacciari io trovo molto coraggio e molto pragmatismo, non ha mai detto che i partigiani gli sono venuti a noia, questo se l'è inventato il buon Rendina. Onore ai suoi anni e a quello che ha fatto per tutti noi, ma il tempo prosegue la sua corsa verso una precisa direzione. Non si può sempre osservare la realtà partendo agli Orazi e Curiazi...
Questo non vuol dire dimeticarsi tutto e tutti. Sia chiaro. Come dev'essere chiaro che le parole fascista e comunista stanno diventando pesanti, stanche. Come vecchi pachidermi.
Sono uno studente 16enne. Due anni fa, il Comune e l'Anpi di Monterotondo, avevano proposto un progetto dal titolo"60 anni per la libertà".
A me mi piaceva molto. Da questo progetto ho scoperto la Sez. "E. Riva" dell'Anpi. Collaboro ormai da 2 anni con la codesta associazione. Mi trovo molto bene, anche se tanti miei coetanei, possono giudicare la Resistenza, come un arco di storia passato.
Vorrei del materiale attinente alla Resistenza. Grazie e buon lavoro.