Zampagna come Di Canio: 10 mila euro per il gesto comunista
Il pugno chiuso vale una multa bipartisan
Il centravanti del Messina lo rivolse ai tifosi «rossi» del Livorno
Pugno chiuso punito come il saluto romano
Tanto per cominciare, c’è stato chi aveva previsto tutto. Perciò onore al merito per il sito Megachip-Democrazia nella comunicazione. Il 10 gennaio scorso così aveva commentato le polemiche sul saluto romano con cui Paolo Di Canio aveva pensato bene di festeggiare la vittoria nel derby giocato la sera dell’Epifania: «Naturalmente, speriamo che l’associazione tra gol e saluto fascista non cominci a farsi strada. Il rimedio ci sarebbe: un altro calciatore di idee opposte (che so, Lucarelli del Livorno o Zampagna del Messina) potrebbe fare il contrario: dopo avere segnato un gol, via con un bel pugno chiuso a salutare i tifosi». A questo punto i casi sono due: o Zampagna è un attento lettore di Megachip.info, e ha pensato che quella fosse proprio una bella idea. Oppure, per dirla con una metafora calcistica abusata in zona gol, la cosa era nell’aria.
Tanto che il centravanti del Messina, in un certo senso, ha fatto qualcosa in più di Di Canio: perché, lui, il saluto con pugno chiuso ai comunistissimi tifosi del Livorno, quelli che calarono su San Siro pieni di falci, martelli e bandane (portandosi via un 2-2 che quasi seminò terrore, miseria e morte tra i tifosi del Milan), lo ha fatto a inizio partita. Quindi: niente trance agonistica, niente gioia incontenibile, niente giovanile esuberanza (anche perché Zampagna Riccardo, figlio di un operaio delle acciaierie di Terni, ha la sua bella età: 31 anni). La giovanile esuberanza non è servita da attenuante nemmeno per Paolo Di Canio (di anni lui ne ha quasi 37), che infatti il 10 marzo scorso si è beccato 10mila euro di multa. Gli stessi che, ieri, sono stati inflitti a Zampagna dalla commissione Disciplinare.
Motivazione (identica a quella per Di Canio): non è concesso a un calciatore evocare «qualsiasi tipo di ideologia e/o appartenenza politica con gesti plateali, potenzialmente idonei a provocare atteggiamenti violenti da parte delle tifoserie» eccetera eccetera. Messa così, è chiaro che non c’è troppo spazio per polemiche ispirate dalla parità di trattamento. Anche se, volendo, per quel che resta della nostra Costituzione, fascismo e comunismo sono pur sempre due cose diverse. Lo dice pure Marco Rizzo, dei Comunisti italiani: «C’è una differenza di merito: nel 1945 pure i comunisti hanno vinto la guerra. Ed è anche grazie a loro se Berlusconi può dire le sciocchezze che dice. Se avessero vinto i padri dei suoi alleati di governo, non gli sarebbe stato possibile. Li dessero anche a me 10mila euro di multa: ho appena finito un comizio a Tropea, salutando col pugno chiuso».
Visto che si parla di soldi: il lato comico della faccenda è che, per responsabilità oggettiva, sia la Lazio che il Messina si sono visti infliggere una multa di altri 10mila euro. Bene: la Lazio è nota per essere squadra, diciamo così, vicina al centrodestra. Per cui, se pagare è sempre seccante, magari lo è un po’ meno per un gesto in qualche modo riconducibile alla propria area politica (soprattutto per quanto riguarda il tifo organizzato). Il problema è che anche il presidente del Messina, Pietro Franza, viene dato molto vicino al centrodestra. Quindi, per quanto ci si sforzi a lodarne lo spirito bipartisan , si può scommettere che non consideri quei 10mila euro i soldi meglio spesi della sua vita. Ecco, a proposito di bipartisan.
Quando uscì l’autobiografia di Di Canio, il manifesto ne disse perfino bene. Tra l’altro, sul manifesto scrive Emanuele Trevi, critico letterario molto laziale. Il quale, la sera del famigerato derby, confessò a un’amica (romanista, è il caso di ricordarlo) che tutto sommato quel saluto, «che è odioso fuori da ogni altro contesto, ci poteva anche stare: quel popolo laziale non è fascista in senso tecnico». Sarà che nell’aria c’è anche la famigerata riconciliazione nazionale, e così Ignazio La Russa di An spende una speculare buona parola per Zampagna: «Se giocassi a calcio non farei saluti politici: i tifosi di una squadra sono prevalentemente, ma non esclusivamente di un colore. Non ho nulla da obiettare alla sentenza che parifica Zampagna a Di Canio. Ma trovo eccessivo voler sanzionare gesti che trovo meno ‘‘pericolosi’’ di un brutto fallo. E, soprattutto, se sono gesti compiuti al di fuori dei 90 minuti di gioco, eviterei proprio di sanzionarli». Resta la grande domanda: ma come esulterebbe un calciatore moderato, che voti (tipo) Ccd o Margherita?
Tommaso Pellizzari
è andata anche in onda un'intervista doppia ai due e la palese differenza, per chi l'ha vista, è chiaramente venuta a galla.
...E la Costituzione...?
Bah, sarà una mia fissa
...E la Costituzione...?
Bah, sarà una mia fissa, evidentemente
Ho avuto qualche problema a postare, Alberto!