Il romanzo si può ordinare on-line direttamente sul sito dell'editore, per chi fosse interessato.
Ciao :):):)
L'ultimo libro, di Alessio Cassini
Recensione di Fernando Bassoli
Dopo la collaborazione alla rivista letteraria “Orizzonti” e la Direzione di “Dazeroinsu”, frizzante pubblicazione romana di arte e cultura di qualche anno fa, il giovane autore Alessio Cassini ha dato alle stampe la sua prima fatica, dal titolo “L’ultimo libro”. Romanzo di formazione, indubbiamente, con una spiccata attitudine ad indagare il tema del doppio, della duplicità/ambiguità speculare tanto cara, per intenderci, ad Antonin Artaud. Nel suo viaggio (esplorazione? deriva? mera fuga?) per l’Europa, l’io narrante – protagonista – sperimenta il percorso che trasforma un ragazzo in un uomo. Varca insomma la fatidica linea d’ombra dell’educazione sentimentale e del sentimento della necessità dell’educazione e della civile convivenza che tutti rechiamo con noi. Sono dei genitori assenti – l’uno morto, l’altra troppo impegnata a recitare la commedia umana per sopravvivere – la goccia che fa traboccare il vaso e dà la spinta decisiva a scegliere di partire: una costante, da Ulisse in poi, della tradizione letteraria. Perché nel viaggio c’è una grande tensione che è volontà d’evolvere e mettere in discussione le proprie certezze, quella disponibilità a nuove conoscenze e nuovi incontri che è una delle caratteristiche della cultura con la c maiuscola.
Lo scioglimento finale dà un senso complessivo ad un intarsio affabulatorio che si risolve in quello che possiamo forse definire un moderno elogio della follia, come certamente folle è questa giostra impazzita che qualcuno ancora ci spaccia per società: un luogo virtuale di scadenze ed impegni da rispettare che ormai si sfilacciano sempre più, annullandosi vicendevolmente e celebrando l’apologia della postdatazione che è sempre posterità e dunque – certamente – anche letteratura.
Forse aveva ragione Fellini: la realtà non esiste. Ma ci sarà sempre qualcuno che, come Alessio Cassini, cercherà di scrivere l’ultimo libro: quello capace di fornirci una bussola per capire il filo rosso che lega, dalla Bibbia in poi, tutti i libri – romanzi, saggi o sillogi poetiche - che sono stati scritti fino ad oggi. Il viaggio intrapreso dal protagonista di questa specifica avventura estetica non è altro che una sintesi di quest’esigenza gnoseologica di compiere questo tentativo di ricerca, nobile ed estremo, come solo l’arte riesce ad essere.
Quando ho preso in mano questo libro, regalo di un'amica del cuore, ho pensato guardando la copertina: potrebbe essere un libro fatto d'immagini che si muovono dal bianco e nero verso i colori e viceversa. Solo leggendolo poi, ho appreso che la mia intuizione aveva centrato perfettamente il bersaglio. Il romanzo, diviso in due parti (anzi tre... capirete leggendolo il perché di questa mia precisazione) narra di un giovane, scuro, teatrale, visionario e affascinante, che prende in mano la sua vita e inizia un peregrinare lento, acuto, insondabile, che lo porta ad attraversare Berlino, Oslo, Stoccolma, Copenaghen, scoprendo l'amore, il primo e indimenticabile, per una ragazzina straordinariamente sorridente. L'amicizia vera, quella paterna, particolare, quasi viscida nella sua morbosa malia. Tutto questo concatenarsi di episodi sono solo la bozza del quadro astratto che pian piano va delineandosi e che, nella seconda parte, svelerà agghiaccianti realtà. La seconda zona del libro è compressa nel pensiero di Philip Dick (Blade Runner) e forse gli fa un po' il verso. Se nella prima parte il bianco e nero spunta con le allusioni a Munch, Schiele, e la presenza inquietante di August Strindberg in persona, la seconda cela dietro la politicizzazione dell'intero pianeta obbligato dalle nuovi costituzioni a regole spartane, il cui moderno Licurgo cede il posto all'asse cattolico americana sempre presente e attuale nella realtà quotidiana, una realtà attualissima e pericolosamente vicina al suo ultimo atto. Il finale è epico, ancestrale, con forti riferimenti a Nietzsche e al suo pensiero tutto. L'ho trovato proprio un gran bel libro, forse un po' incespicante nella struttura instabile della seconda parte, ma per essere un inedito credo che dobbiamo aspettarci molto in futuro , da questo tal Alessio Cassini.