«Che democrazia è se si licenziano le persone in nome del profitto?»
E' la frase topica di questa
commedia leggera, che scorre veloce, nella quale - tra un po' retorica, di ingenuità e qualche po' di buonismo - si sottolineano alcuni aspetti critici della società americana (e ultimamente non solo di quella). Dan Foreman (un Dennis Quaid in grandissima forma), cinquantenne venditore di pubblicità, si trova "comprato" assieme all'azienda per cui lavora da oltre vent'anni e nella quale è dirigente.
Dan scende di rango nell'azienda e sopra di lui viene messo Carter Dureya, un ragazzo di 26 anni (
Topher Grace, la voce americana del
Pinocchio di Benigni), figlio della nuova generazione di manager neolaureati, fatti di caffeina, privi di esperienza, ma convinti che pubblicità, telefonini, pannolini e fiocchi d'avena siano tutti la stessa cosa, prodotti da vendere. Reduce da un improvviso successo per aver saputo vendere telefonini a forma di dinosauro ai bambini di cinque anni, Carter affronta la vendita di spazi pubblicitari su un settimanale sportivo (il nome è di fantasia, ma fa il verso a Sports Illustrated) con metodi analoghi. Stavolta non gli andrà altrettanto bene.
Tra un sorriso e una gag, emerge il dramma di una società basata sul debito, sulla logica del profitto a tutti i costi, sulla precarietà di ogni condizione di successo. Tutti bravi i protagonisti. Una citazione speciale al cammeo di
Malcom McDowell nei panni del vuoto e carismatico imprenditore "Teddy K".