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Alberto Biraghi
Manuale d'amore
Straordinaria storisa a episodi per raccontare le fasi dell'amore. Innamoramento, crisi, tradimento, abbandono. Una sceneggiatura perfetta (e infatti Giovanni Veronesi è sceneggiatore) e interpreti all'altezza. Bravi tutti, dal fratellino Muccino (spesso ingiustamente snobbato) alla Littizzetto, da verdone a Rubini alla Buy. Tutti perfettamente nella parte, tutti attenti a caricare i personaggi il giusto, per far sorridere (a volte anche ridere saporitamente) senza però mettere in secondo piano i contenuti. Chiunque abbia amato, abbia tradito, sia stato tradito o lasciato, riconoscerà vari pezzi della sua vita in queste due ore.
Il grande merito del film è riuscire a raccontare in modo leggero argomenti importanti, senza svilirli. Esemplare per questo l'episodio con Carlo Verdone, che pur sconfinando spesso nello
slapstick, mette perfettamente in evidenza sia le profonde sofferenze, sia le nuove emozioni del "dottor Goffredo", pediatra di successo abbandonato dalla moglie. I dialoghi sono perfetti, il personaggio Marco (Sergio Rubini) è ancora piuù perfetto degli altri (sospetto qualcosa di autobiografico, visto che Rubini e Buy sono "ex").
Come spesso accade, la
recensione di Nepoti su Repubblica è totalmente sballata. Il nostro non ha capito nulla, ma questo film è oggettivamente difficile, perché usa gli strumenti della farsa per raccontare verità profonde. Se ci si ferma all'immagine di Verdone infilato sotto il letto di due che scopano, ci si perde un contenuto notevole.
09.04.05 00:52 - sezione
cinema