Una delle cose più belle che ho avuto la fortuna di fare nella mia vita è stata quella di poter abbracciare Nedo. Siamo tutti superstiti. Siamo tutti testimoni. Teniamo alta la guardia. Pugnibus, calcibus, unghibus, rostris, NO PASARAN!
Incontrare persone come Nedo Fiano è un'esperienza unica. Mio figlio lo ha incontrato a scuola ed è tornato sconvolto. Lì mi sono accorto quanto importante sia non perdere la testimonianza dei sopravissuti. Io, ebreo, non ero riuscito a dare la giusta consapevolezza a mio figlio in 15 anni di educazione.
sono d'accordo. a 15 anni andai, o meglio mi portarono, una sera alla commemorazione dell'isurrezione del Ghetto di Varsavia qui a milano, credo al centro culturale ebraico. Il tutto contro la mia voglia: preferivo stare a casa a guardare la TV. Sono passati 17 anni, allora i testimoni in vita erano molti di più di quelli di oggi e lì ne ascoltai parlare, piangere, farmi piangere più di uno. La notte non riuscii a dormire. Continuavo a commuovermi e anon riuscire a concepire l'inconcepibile. Eppure se posso essere sincero, da quel giorno la mia prospettiva sulla storia, sulla vita, sul mondo è cambiata. Ed è stata, inevitabilmente e lo è tutt'ora velata da un fondo di amara tristezza e pessimismo. Quella sera fu per me un evento fondamentale. Quindi, per diretta esperienza personale, mi associo a chi dice che l'iportanza della testimonianza di un sopravvisuto è qualcosa di inestimabile. Registrate, intervistate, raccogliete senza mai sentirvi esausti. Altri ragazzini come il sottoscritto un giorno potrebbero beneficiarne. E se il prezzo è un velo di pessimismo nella vita di costui o di costei, che tale prezzo si paghi. Forse è solo un aprire gli occhi.
Grazie alberto per aver sempre voglia di parlare di queste cose.
nessuno dei miei parenti fu deportato. ma la guerra ha lasciato percorsi strani in tutte le famiglie che l'hanno subita.
mio padre è di s.lorenzo, a roma: il quartiere bombardato. una bomba centrò esattamente il palazzo della famiglia di mio padre, cèerano mia nonna e i suoi 6 figli, mio nonno era al lavoro e non appena finì il bombardamento scalvalcò macerie per sapere cosa era rimasto della sua famiglia.
la bomba si fece tutta la tromba delle scale e non esplose. si salvarono quasi tutti, qualcuno restò sotto le macerie del rifugio provocate dell'impatto.
se fosse esplosa non sarei qui. sono qui per puro caso.
e non per caso, come fiano, dico che non passeranno.
bellalì, emanuele.
Io non ho la fortuna di poter più festeggiare con mio padre, che non c'è più dal 1989. Però posso ricordarlo e licordare per lui, sfogliando il suo diario, un libretto costruito a Belsen con pezzi di canapa e cartone da pacchi.
Lui era tenente alpino e non collaborò con la RSI. L'8 settembre si diede alla macchia con alcuni suoi compagni e poco dopo su catturato dai nazisti. Non visse le atrocità di Nedo, ma passò non poco tempo ospite di Adolfo. Era a Wietzendorf, il 16 aprile 1945, pesava 45 chili nonostante fosse un omone, era giallo per l'itterizia da denutrizione e gli restavano ben poche speranze quando, tarscinatosi fuori dalla camerata per capire cosa fossero i rumori insoliti, ebbe quella che descrisse come una delle più belle visioni della sua vita: un maggiore inglese impettito in mezzo al campo e una fila di nazisti che venivano portati fuori con le mani in alto.
E' ovvio che non passeranno, 'sti figli d'introcchia, sennò Nedo, mio padre e tutti gli altri che hanno sofferto o sono morti a fare?
Ho conosciuto Nedo Fiano 7-8 anni fa in ufficio, per via di conoscenti comuni.
Sto cercando di rintracciare il Signor Nedo Fiano per organizzare una testimonianza in una scuola, qualcuno può aiutarmi?
Grazie...
ho appena finito di leggere il libro testimonianza di Nedo...mi sono sentita cosi piccola mentre leggervo il suo dolore e le lacrime mi scendevano da sole rigandomi il viso...mi è venuta una voglia immensa ed inesprimibile di abbracciarlo...grazie caro Nedo!