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«Ma io sono fiero del mio sognare, di questo eterno mio incespicare» (Francesco Guccini)
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Alberto Biraghi
Un tocco di zenzero
OK, negli anni '60 a Cipro i greci hanno fatto il mazzo ai turchi. OK, i turchi si sono vendicati cacciando i greci dalla Turchia. OK, tanta gente ha sofferto. OK, il regista e sceneggiatore Tassos Boulmetis ha patito anche lui e
la storia è in parte autobiografica. Ma tutto questo non giustifica le 108 minuti di tormento, perché questo film è una vera pita ("pizza" in turco).
Tra retorica, allegorie, interminabili silenzi e sentimentalismi - tolti i pochi minuti qua e là un po' di sonno consolatore aiuta a passare il tempo - l'operina comprensibile solo a greci e turchi scorre con la lentezza di una morte d'inedia. E non c'è da farsi illusioni quando l'odioso nonno che non arriva mai a trovare il nipote finalmente schiatta: c'è ancora da ritrovare la ragazzina del tempo che fu, innamorarsene e poi vederla partire col marito. Neanche la visione dell'unica cosa buona del film, gli innumerevoli piatti di "mezè", riesce a far uscire dal cinema sereni. Sette euro e 108 preziosi minuti di vita sprecati.
11.04.05 23:44 - sezione
cinema