«Ti mettono in cella e ti massacrano»
In Codice a sbarre quattro ex detenuti raccontano momenti di vita in carcere. Ve li proponiamo.
LA GIORNATA IN CARCERE
Alle otto aprono le porte. Chi scappa, chi corre, chi va a fare la doccia… Perché l'acqua calda in cella non esiste. Neanche il bidè esiste. Poi fai in giro nelle altre celle, una barbetta, e un po' di aria. Poi è capace che all'improvviso arrivi una «pomiciata», e allora mandano tutto all'aria. Aprono le scatole della pasta, del riso, buttano tutto. Ora di pranzo tutti in cella: c'è chi cucina, chi lava per terra. Poi si fanno le tre e quando passa la conta, tutti in cella. Alle cinque e mezza, dopo che hai scritto la letterina, vai a trovare gli amici. Mica c'è l'aria. Fai una chiacchiera, una partita a carte. Poi se trovi quello ubriaco che combina casini? Ti tocca fare una rissa… perché il primo che ti fa una cosa, anche la più stupida, prendi uno sgabello e glielo dai in bocca. Devono capire subito come la pensi. Anche se dentro non ce l'hai questa cosa, però la devi fare, se no sei sopraffatto. Alla sera vai a letto, e stai solo con i tuoi pensieri. E li è brutto. Ti chiedi, perché ho fatto questa vita. Sono tutte cose che ti tornano sopra, la vita che ti sale in gola. E lì stai solo…
A VOLTE CI SI DIVERTE
Una volta dovevo fare una «chiara» a un amico per fargli diventare i capelli lisci. Gli ho messo l'uovo sbattuto in testa. Doveva andare a fare i confronti. Lui era tutto riccio e diceva: «mo' me riconosce questa, perché quella lo sa che io so riccio». Poi abbiamo sgarato un lenzuolo e glielo abbiamo stretto in testa con un grosso nodo sulla schiena. La mattina s'è alzato con un mal di schiena… È andato a fare i confronti, quando è ritornato ha detto: «ahò, m'hanno riconosciuto!».
ARRIVA LA CARICA
Quando arriva la perquisizione all'improvviso e ti chiedono di tirare giù le mutandine… «Ma sono una persona, ho un'età». «Tirati giù le mutandine». Quello è umiliante. Ti dicono fai la flessione, e se gli dici di no prendi la carica e stai dieci giorni alle celle con il buiolo, senza bagno, col materasso… Che dici la fai la flessione? Stringi il cuore e la fai. Se vai in escandescenza ti arriva la carica. Ne arrivano tanti. Si sentono gli scarponi per le scale, la sera o la mattina verso le due o le tre. Li vedi dallo spioncino, per le scale una fila di guardie tutte in silenzio, vengono di corsa con questi scarponi, aprono la cella. Tu dici piano, metti la coperta in testa e il san'Antonio è brutto… Oppure ti buttano dentro una cella liscia e ti massacrano di botte. Nudo come sei nato, e nessuno lo sa. Solo una persona che ti crede, solo Dio e basta.
L'AUTOLESIONISMO
Sono stato tre giorni, legato, in osservazione psichiatrica. Mi giravano e mi facevano una puntura. L'ultimo dell'anno sono venuti una sera e mi hanno detto: «domani mattina parti». Mi rimandavano a Matera, e io non ci volevo andare. Ho guardato il mio compagno di cella, mi stava facendo un tatuaggio sul petto e mi fa «nun partì». C'erano delle bottiglie di vetro di champagnino, ci siamo ubriacati. Poi quando è arrivata una certa ora mi sono tagliato tutto… Il dottore che mi metteva le graffette sulla pancia, era più ubriaco di me…