«Gruppo unico» in Regione Scontro nel centrosinistra
«Abbiamo detto che la lista era legata alla nascita della federazione, ora dobbiamo dimostrarlo»
di Marco Cremonesi
La rivolta dell' Ulivo: «Non siamo un tram. Entro fine mese tutte i gruppi lombardi si convocheranno per sapere se fino a questo momento si è scherzato oppure no». Parola di Chicco Crippa dei Cittadini per l' Ulivo, la rete di associazioni che in vista del voto si mette al lavoro in nome del ramoscello. L' altro giorno lo si è appreso con certezza: Ds e Margherita non costituiranno al Pirellone il gruppo unico dell' Ulivo. Il regolamento regionale - questa la motivazione ufficiale - penalizza i gruppi maggiori in termini di spazi, finanziamenti, personale e possibilità di intervento in aula. Resta il fatto che per la terza volta (regionali 2000, europee 2004, regionali 2005) il simbolo votato dagli elettori non avrà un corrispettivo nelle istituzioni. E così, Riccardo Sarfatti con ogni probabilità farà gruppo a sé. Mentre ancora non ne è stato indicato il ruolo: portavoce dell' Ulivo oppure dell' intera Unione? Il caso lombardo non è isolato, l' argomento oggi avrebbe dovuto essere all' ordine del giorno di un summit dell' Ulivo nazionale. Ma così non sarà. Preso atto delle resistenze, diffuse in periferia come al centro, si è preferito soprassedere. Al momento, soltanto in Emilia Romagna i segretari dei due partiti maggiori sembrano intenzionati a dare sostanza al movimento presieduto da Romano Prodi. Di qui, l' ira di Chicco Crippa. «Io posso anche capire che non si vogliano fare sconti al centrodestra, ma è anche ora di decidere se l' Ulivo è un soggetto politico o esiste soltanto in campagna elettorale. Entro aprile vogliamo risposte precise sulla costituzione dell' Ulivo regionale».
Alberto Martinelli, che dell' Ulivo è il coordinatore, rilancia anche sul consiglio comunale di Milano: «Per questi ultimi mesi prima delle elezioni 2006, sarebbe un segnale importantissimo fondere finalmente i gruppi. Non è più pensabile dire che esiste il soggetto nuovo, e il giorno dopo le elezioni dire che ci sono problemi di regolamento. È un alibi che mostra la corda». Sempre dal consiglio comunale, Federico Ottolenghi è secco: «Ora basta. Tre volte mi sembrano troppe per mantenere la credibilità rispetto al progetto che a parole tutti dicono di sostenere. Senza dimenticare che anche alle prossime politiche il simbolo sarà quello dell' Ulivo». Anche se per i boatos non si tratta di un fatto proprio scontato. Il segretario della Quercia milanese, Franco Mirabelli, ricorda che «abbiamo detto in campagna elettorale che la lista era legata alla nascita della federazione e che il progetto non sarebbe finito con le elezioni. Ora dobbiamo dimostrarlo concretamente». Poi, punzecchia Sarfatti: «Sbaglia chi pensa che in questo momento sia più urgente rafforzare l' Unione». Chiude l' onorevole Erminio Quartiani: «L' Ulivo dovrà essere il cuore del centrosinistra anche per Milano 2006. Per questo, io non capisco: come mai, se tutti abbiamo deciso che Ulivo debba essere, il gruppo non ci sarà?».