Bernard Cassen parla del controverso rapporto tra sinistra radicale e islam
Nuovi proletari, vecchi princìpi
Il direttore generale di Le Monde Diplomatique e presidente onorario di Attac parla del relativismo culturale che sembra aver contagiato parte della sinistra «altermondialista»: «E' sempre un errore accantonare i princìpi fondamentali in nome del dialogo con interlocutori che non li condividono»
di ANNA MARIA MERLO
E'dal Forum sociale di Parigi, due anni fa, che la questione è esplosa apertamente - con la conseguenza, finora, di una spaccatura nel movimento altermondialista e di una sua crisi, venuta alla luce al Forum sociale di Londra: perché parte della sinistra si è lasciata trascinare in un'applicazione selettiva dei valori universali? Ovvero, perché la sinistra ha aperto il vaso di Pandora del relativismo culturale? Abbiamo rivolto questa domanda a Bernard Cassen, presidente onorario di Attac e direttore generale de Le Monde Diplomatique, che ha fronteggiato questa lacerazione, dibattuta in Francia più che altrove. L'occasione è data dall'intervista con Tariq Ramadan, apparsa recentemente sul manifesto, in cui egli parla della sua proposta di una «moratoria» sulla lapidazione - cioè della possibilità di mettersi attorno a un tavolo a discutere dell'opportunità o meno di un crimine contro l'umanità.
L'estrema sinistra sta sacrificando i principi universali sull'altare del dialogo con gli oppressi?
Qualunque sia l'interlocutore con cui dobbiamo lavorare - e ce ne sono numerosi - non possiamo sacrificare i principi repubblicani fondamentali, come quello dell'eguaglianza uomo-donna o della laicità, quindi della distinzione tra un «io» religioso e un «io» politico, a vantaggio di considerazioni a breve termine.
Che cosa invece spinge verso questa scelta?
In Francia c'è una situazione specifica, che però esiste anche altrove: è la cattiva coscienza del colonizzatore, che fa sì che la sua colpa non venga mai espiata. E' come un peccato originale, che viene assunto anche da chi ha lottato contro la colonizzazione, magari rischiando. Io, che ho partecipato a questa lotta quando ero studente, per esempio alla manifestazione a Charonne dove ci sono stati otto morti, non ho nulla da rimproverarmi personalmente: ma dovrei assumere su di me la responsabilità dei misfatti della colonizzazione del XIX secolo. Questo atteggiamento è presente nell'estrema sinistra e tra i Verdi: mettono in causa, giustamente, le derive e i crimini di questo o quel governo, ma ne addossano la responsabilità al paese intero, mentre molti cittadini stavano dall'altra parte. Viene cioè operata una focalizzazione su parte della storia coloniale e post-coloniale che determina il resto dei comportamenti.
Esistono poi altri obiettivi più immediati: una parte della sinistra pensa che siamo alla fine del proletariato tradizionale, quello di Marx per intenderci, che non esisterebbe più - anche se in Francia ci sono 6 milioni di operai - e si creano un «proletariato di sostituzione», costituito dagli immigrati. Così dicono che il nuovo proletariato ha ragione e fanno un corto circuito: immigrati uguale islam uguale Ramadan che si è autoproclamato portavoce delle banlieues. Dimenticando che nelle banlieues ci sono anche dei non musulmani, e che tra i musulmani la maggioranza non è praticante. Il loro argomento è che nelle banlieues oggi i giovani soffrono di discriminazioni - il che è vero - e per questo si riconoscono nell'islam; e che, all'interno dell'islam, è con Tariq Ramadan che bisogna dialogare se si vuole evitare che questi giovani cadano nell'integralismo. Il male minore.
Ma intanto, come militante di Attac, devo dire che non ho mai visto né Ramadan né i suoi partecipare alle lotte degli altermondialisti, contro il liberismo, contro i paradisi fiscali, la speculazione finanziaria, gli ogm, mai una parola. Inoltre, Ramadan sfrutta il senso di colpa della sinistra verso gli immigrati. Bisogna ricordare che non abbiamo aspettato lui per lottare per i diritti concreti degli immigrati: lui però fa passare questa lotta sotto un altro registro e molti non ne vedono la differenza.
Malgrado tutte le precauzioni di stile a cui ricorre, Ramadan afferma che le leggi della repubblica vanno bene solo fino a quando non sono in contraddizione con l'islam. Quando propone la moratoria sulla sharia, a chi si rivolge? Ramadan non si vede come un cittadino svizzero (qual è) ma come un membro della comunità dei credenti. E' scandaloso aspettarsi che dei teologi discutano se la lapidazione è bene o male, perché accettando questo livello di discussione ci si situa nella lotta fondamentalista.
Che alcuni altermondialisti laici e femministi accettino di servire da trampolino per questa impresa di islamizzazione, reazionaria nel senso stretto del termine, può sembrare incredibile. Ma hanno una risposta pronta e senza dubbio sincera: poiché Ramadan dispone di un pubblico di giovani che lo ascoltano e lo riveriscono, discutiamo con loro. Al contatto con noi, modificheranno la loro visione delle cose e forse li convinceremo ad accettare le nostre idee. Questo calcolo, che sa di recupero, è di un candore disarmante. Sembra il partito comunista francese degli anni d'oro, che si proponeva di «spiumare il pollo socialista»; questi ingenui vogliono «spiumare il pollo musulmano».
Ramadan seduce parte dell'estrema sinistra perché pretende di parlare a nome degli oppressi. E' un'analisi grottesca, non fa riferimento infatti a un'analisi di classe, visto che tra i musulmani ci sono i ricchi e i poveri, e che l'essere musulmano è rilevante solo in una logica interclassista. Ramadan è un predicatore, come i missionari cattolici; vuole attirare la gente alla sua causa.
L'alleanza tra islam ed estrema sinistra è avvenuta in particolare in Gran Bretagna?
In Gran Bretagna c'è anche una questione elettorale, poiché a Londra una parte consistente degli elettori sono di origine immigrata, e la loro maggioranza è musulmana. Per l'estrema sinistra anti-Blair questa è un'alleanza elettorale che funziona e che viene giustificata sostenendo che i musulmani sono il nuovo popolo oppresso. Ma a questa posizione va fatta una critica di fondo: di aver di fronte, in un dialogo aperto in quanto cittadini, interlocutori che invece dialogano in quanto musulmani, e che pongono l'appartenenza religiosa ben davanti alla cittadinanza. E' quindi un dialogo impossibile, poiché non si parla della stessa cosa e si hanno in mente finalità molto differenti: se si agisce in quanto musulmani, si hanno regole e codici che non hanno nulla a che vedere con il posto concreto in cui si vive. Per me questa è un'illusione completa di una parte della sinistra. Alex Callinicos, leader del partito trotzkista Socialist Worker Party, teorizza questa alleanza paragonando i musulmani ai lavoratori irlandesi cattolici di un secolo e mezzo fa per il fatto che, in periodi diversi, gli uni e gli altri hanno subito l'oppressione imperiale britannica. Ma dimentica volontariamente che gli irlandesi si consideravano dei lavoratori impegnati nelle lotte sociali, mentre i militanti di alcune organizzazioni musulmane si considerano musulmani e basta.
La presenza di Ramadan al Forum sociale di Parigi aveva sollevato molte critiche. Perché era stato invitato?
Nessuno ha invitato Ramadan. Ma i Forum, a Parigi come a Londra, sono gestiti dalle organizzazioni che dichiarano di aderire ai principi di Porto Alegre e nessuno può impedire le iniziative dei membri, che hanno diritto di tenere seminari e invitano chi vogliono.
La conseguenza dell'accettazione del relativismo culturale è l'esplosione dei comunitarismi. Ultimamente, in Francia, si sono susseguite una serie di petizioni, dagli «indigeni della repubblica», in nome dei colonizzati di un tempo, fino a quella contro il «razzismo anti-bianco» delle manifestazioni dei liceali. Ognuno si chiude nella propria identità comunitaria, le popolazioni di origine immigrata (divise poi al loro interno) gli ebrei, i bianchi franco-francesi ecc., con il rischio di arrivare anche a scontri violenti. Ci stiamo creando una Bosnia in casa nostra attizzando il fuoco delle appartenenze comunitarie e optando per un'applicazione selettiva dei principi universali?
E' una buona immagine. In Olanda vediamo già i risultati di questa deriva. Bisogna ricordare che questo è un filone sfruttato dalla destra, ed è nella logica dell'amministrazione statunitense attuale. E' una deriva che, una volta avviata, è impossibile fermare. All'origine c'è la colpevole assenza di politica verso le banlieues di vari governi successivi, che ha favorito un ripiego sulla comunità, la sola che fornisce i valori, i criteri della struttura. Ma questo è il colmo dell'incoscienza politica, razzista, che àncora la gente alla propria condizione di origine ed essenzializza delle condizioni contingenti: gli immigrati vengono inchiodati alla condizione di colonizzati e gli altri a quella di colonizzatori. Si crea così un'impasse sulla realtà di fatto - che invece per fortuna è più diversificata. Si creano delle condizioni vicine alla guerra civile, non c'è via d'uscita, se ci sono i colonizzati l'unica strada è la lotta di liberazione. In questo modo però si gioca col fuoco, si mettono tutti i musulmani nello stesso sacco, mentre la maggioranza è ostile all'integralismo: sono persone laiche come noi. I decenni di scandalosa indifferenza dei governi nei confronti delle zone urbane dove si concentrano tutti i problemi sociali, la disoccupazione di massa dei giovani, le discriminazioni e a volte il razzismo quotidiano di cui molti sono vittime, hanno fatto di queste zone dei territori di «non-diritti», dove sono negate tutte le aspirazioni a una cittadinanza piena ed intera e quindi scompare ogni progetto collettivo. Ciò spiega i ripieghi sulle comunità che, dopo tutto, sono nicchie di solidarietà introvabile altrove.
Questa è la situazione concreta: che sfida tutte le strutture del movimento sociale - e in particolare quelle che si riconoscono nel movimento altermondialista - a riunire, in quanto cittadini, i giovani di origine immigrata, siano o no musulmani, intorno a obiettivi di trasformazione sociale direttamente tangibili, quindi di rottura con le politiche neoliberiste di cui questi giovani sono le prime vittime. Ma, ripeto, chiunque siano i nostri interlocutori, non dobbiamo sacrificare i principi fondamentali per stabilire un contatto con loro.
Non avevo mai sentito nominare questo Bernard Cassen ma tanto di cappello a chiama le cose con il loro nome. Finalmente!
E speriamo che TUTTA la sinistra legga quello che ha detto e che finalmente si tolga quell'odiosa maschera di tollerante buonismo .
.“Tu lo hai capito, Lei lo ha capito perché la Sinistra sta dalla parte dell’islam?” E tutti rispondevano:”Chiaro. La Sinistra è terzomondista, antiamericana, antisionista. L’Islam pure. Quindi nell’Islam vede ciò che i brigatisti chiamano il loro naturale alleato”. Oppure:”Semplice. Col crollo dell’URSS e il sorgere del capitalismo in Cina, la Sinistra ha perduto i suoi punti di riferimento. Ergo, si aggrappa all’Islam come a una ciambella di salvataggio”. Oppure:”Ovvio. In Europa il vero proletariato non esiste più, ed una Sinistra senza proletariato è come un bottegaio senza merce. Nel proletariato islamico la Sinistra trova la merce che non ha più, ossia un futuro serbatoio di voti da intascare”. Ma sebbene ogni risposta contenesse un’indiscutibile verità, nessuna teneva conto dei ragionamenti sui quali le mie domande si basavano. Così continuai a tormentarmi, a disperarmi, e ciò durò finché m’accorsi che le mie domande erano sbagliate.
Erano sbagliate, anzitutto, perché nascevano da un residuo rispetto per la Sinistra che avevo conosciuto o creduto di conoscere da bambina. la Sinistra dei miei nonni, dei miei genitori, dei miei compagni morti, delle mie utopie infantili. La Sinistra che da mezzo secolo non esiste più. Erano sbagliate, inoltre perché nascevano dalla solitudine politica nella quale avevo sempre vissuto e che invano avevo sperato d’alleggerire cercando d’annaffiare il deserto proprio con chi lo aveva creato. Ma soprattutto erano domande sbagliate perché sbagliati erano i ragionamenti o meglio i presupposti su cui esse si basavano. Primo presupposto, che la Sinistra fosse laica. No: pur essendo figlia del laicismo partorito dal liberalismo e quindi a lei non consono, la Sinistra non è laica. Sia che si vesta di nero sia che si vesta di rosso o di rosa o di verde o di bianco o d’arcobaleno, la Sinistra è confessionale. Ecclesiastica. Lo è in quanto deriva da un’ideologia che s’appella a Verità Assolute. a una parte il Bene e dall’altra il Male. Da una parte il Sol dell’Avvenir e dall’altra il buio pesto. Da una parte i suoi fedeli e dall’altra gli infedeli anzi i cani-infedeli. La Sinistra è una Chiesa. E non una Chiesa simile alle Chiese uscite dal cristianesimo quindi in qualche modo aperte al libero arbitrio, bensì una Chiesa simile all’Islam. Come l’Islam, infatti, si ritiene baciata da un Dio custode del Bene e della Verità. Come l’Islam non riconosce mai le sue colpe e i suoi errori. Si ritiene infallibile non chiede mai scusa. Come ‘Islam pretende un modo a sua immagine e somiglianza, una società costruita sui versetti del suo profeta Karl Marx. Come l’Islam schiavizza i suoi stessi fedeli, li intimidisce, li rincretinisce anche se sono intelligenti. Come l’Islam non accetta che tu la pensi in modo diverso e se la pensi in modo diverso ti disprezza. Ti denigra, ti processa, ti punisce, e se il Corano ossia il Partito le ordina di fucilarti ti fucila. Come l’Islam è illiberale, insomma. Autocratica, totalitaria, anche quando accetta il gioco della democrazia. Non a caso il 95% degli italiani convertiti all’Islam vengono dalla Sinistra o dall’Estrema Sinistra rosso-nera. Il 95% dei musulmani naturalizzati cittadini italiani, idem. (Il mascalzone che non vuole il crocefisso nelle scuole o negli ospedali e che ai suoi confratelli scrive Andate-a-morire-con–la-Fallaci viene dall’Estrema Sinistra rosso-nera. Il suo compagno è stato addirittura in carcere per sospetta connivenza con le Brigate Rosse). Come l’Islam, infine, la Sinistra è anti-occidentale. E il motivo per cui è anti-occidentale te lo dico con un brano del saggio che negli Anni Trenta il liberale austriaco Friedrich Hayek scrisse a proposito della Russia bolscevica e della Germania nazionalsocialista.
Ecco qua.
“Qui non si abbandonano soltanto i principi di Adam Smith e di Hume, di Locke e di Milton. Qui si abbandonano le caratteristiche più salde della civiltà sviluppatasi dai greci e dai romani e dal Cristianesimo, ossia della civiltà occidentale. Qui no9n si rinuncia soltanto al liberalismo del 1700 e del 1800, ossia al liberalismo che ha completato quella civiltà. Qui si rinuncia all’individualismo che grazie a Erasmo da Rotterdam, a Montagne, a Cicerone, a Tacito, a Pericle, a Tucidide, quella civiltà ha ereditato. Lindividualismo, il concetto di individualismo, che attraverso gli insegnamenti fornitici dai filosofi dell’antichità classica poi dal Cristianesimo poi dal Rinascimento poi dall’Illuminismo ci ha reso ciò che siamo. Il socialismo si basa sul collettivismo. Il collettivismo nega l’individualismo. E chiunque neghi l’individualismo nega la civiltà occidentale”
L'articolo sopra, direi condivisibile, è della Fallaci.
Non condivido il fatto che il signore che ha chiesto di levare il crocefisso dall' aula sia un mascalzone per questo motivo. Probabilmente lo è perchè, appena ne avesse l'occasione, lo sostituirebbe con qualcosa di simile nell'ambito islamico.
Detto questo il resto è giusto. Parliamo male di Blair senza capire che ci sta due secoli avanti (guardate tutte le questioni relative ai diritti civili).
Angelo
Gli inglesi sono avanti nei diritti civili. Noi siamo indietro e lo si deduce dal tuo post: il processo alle intenzioni non perdona.
Perchè? Esiste un solo paese islamico nel quale lo stato sia laico? Suvvia..
La Turchia?
Giusto..la Turchia.
Ma ti assicuro che il signore in questione non si rifà a Kemal Ataturk
Perchè, non vi ricordate di quando "Lotta Continua", giornale e movimento, si era schierata a favore della "rivoluzione" di Khomeini in Iran?
La verità, ahimè, che la sinistra (così come la destra italiana di origine social-fascista ed il mondo cattolico) odiano più di ogni cosa al mondo la modernità e l'individualismo che caratterizzano il pensiero occidentale. Al quale preferiscono idee di stato etico o teocratico, generali russi con cimiteri di medaglie sul petto, ayatollah di ogni tipo, pseudo-rivoluzionari a volte più fascisti dei fascisti..
Sono d'accordo, ecco cosa ho trovato:
Mi sembra più interessante riflettere sulle posizioni di quella che è ormai una vera e propria lobby filo-islamica che opera nell’ambito della cultura di centro-destra, e che – se ha in Cardini il suo esponente più brillante – appare sempre più organizzata con riviste, siti Internet, attività insistita di più di un giornalista.
Questo ambiente non va confuso con la ben più vasta lobby filo-islamica di sinistra, che vede nelle masse islamiche sia internazionali sia immigrate il nuovo proletariato da lanciare all’assalto del fortino capitalista.
Le due lobby filo-islamiche sono unite dalla comune avversione agli Stati Uniti (e a Israele, anzi quest’ultima antipatia ha in entrambi gli schieramenti alcuni cantori maniacali e patologici) e talora collaborano fra loro – per esempio, nelle proteste contro la guerra in Irak –: ma non senza difficoltà e disagi.
Infatti i filo-islamici di sinistra avversano l’Occidente in genere: quello storico e quello odierno. I filo-islamici di centro-destra sono invece quasi tutti cattolici e proclamano la separazione radicale e assoluta (non la semplice distinzione) fra l’Occidente storico e cristiano e l’Occidente come si presenta oggi.
Dichiarano in sostanza che l’Occidente in cui viviamo – materialista, consumista e “amerikano” – non ha nulla a che vedere con l’Occidente cristiano della storia: dunque non merita di essere difeso e non ha maggiore dignità dell’islam, anzi ne ha di meno perché almeno l’islam ha conservato certi valori tradizionali.
Ora, è ovvio che l’Occidente in cui viviamo non è più la civiltà cristiana. Tuttavia – per la verità, anche negli Stati Uniti (che invece sono il bersaglio preferito della nuova lobby) – permangono elementi di continuità evidenti (che si manifestano persino in sede elettorale, come mostra il peso della “questione morale” nella vittoria di Bush), che permettono di affermare che l’Occidente esiste ancora.
E ancora:
L'11 settembre? Un reichstag americano
Sembra impossibile, ma queste idiozie, intorno alle quali si è realizzata la grande convergenza rosso-verde-nera, portano la firma di una sfilza di intellettuali e docenti universitari: oltre al medievalista Franco Cardini, l'africanista dell'università di Teramo Claudio Moffa (già collaboratore de Il Manifesto), Angelo Del Boca storico del colonialismo italiano, Eleonora Cavallini vicepreside della facoltà di conservazione dei beni culturali a Bologna e un'altra decina delle università di Genova, Firenze, Siena, Napoli, Calabria. Eppure il livello è decisamente basso: basti pensare alla firma di Ahmad Tailakh, animatore di www.arabcomint.com. Si tratta di un sito Internet interamente dedicato alla lotta palestinese e alla "resistenza" irakena, ma contiene anche un link dal titolo "11 settembre: il Reichstag americano" che rimanda ad un articolo di Fulvio Grimaldi dove si spiega che gli americani gli attentati dell'11 settembre se li sono fatti da soli per dare la colpa agli arabi, così come i nazisti avevano incendiato il Reichstag per dare la colpa ai comunisti. Tailakh è pure co-autore di un libro di poesie sulla resistenza palestinese in vendita sul sito Internet di Orion Libri, una distributrice neo-fascista. Nella stessa pagina web appaiono il libro Medico ad Auschwitz: anatomia di un falso e un cd di musica rock di un gruppo naziskin.
Ma la firma musulmana che fa la differenza è indubbiamente quella di Hamza Roberto Piccardo, un tempo militante di Autonomia Operaia e oggi segretario dell'Ucoii, Unione delle comunità ed organizzazioni islamiche in Italia, ovvero la centrale italiana dei Fratelli Musulmani egiziani, l'organizzazione capostipite del fondamentalismo islamico sunnita. I Fratelli Musulmani sono nati nel 1928 come movimento politico-religioso "in sostituzione" della figura del califfo, abolita da Ataturk nel 1924. In politica, da sempre il loro motto è "la nostra Costituzione è il Corano", il che prevede l'instaurazione di uno Stato islamico che darebbe applicazione alla sharia, cioè tradurrebbe in diritto civile e penale i precetti coranici.
L'Italia non è l'unico paese europeo in cui integralismo islamico ed estrema sinistra vanno intrecciando un'alleanza strategica. Casi clamorosi si stanno verificando in Francia ed in Gran Bretagna.
A Londra Livingston votato da Hamas
Nel Regno Unito la convergenza fra estremisti musulmani ed estremisti di sinistra è già sul punto di trasformarsi in alleanza politica ed elettorale. Il colpo di fulmine si è prodotto durante le manifestazioni contro l'intervento anglo-americano in Irak organizzate congiuntamente dalla Stop the War Coalition, la cui leadership è stata egemonizzata dagli esponenti del Socialist Workers' Party e della Socialist Alliance (trotzkisti ed estrema sinistra sindacale) di cui esso è parte, e dalla Muslim Association of Britain (Mab), la più radicale delle organizzazioni islamiche britanniche. All'alleanza stanno lavorando in particolare George Galloway, il deputato espulso dal partito laburista dopo la scoperta di una sua lettera che chiedeva aiuti finanziari a Saddam Hussein per pagare i costi delle campagne pacifiste, Salma Yaqoob, la più attiva dirigente musulmana della Stop the War Coalition, il sindaco di Londra Ken Livingston, esponente dell'ala marxista del partito laburista, Azzam Tamimi, portavoce del Mab. L'obiettivo di tutti costoro è "riunire tutti coloro che vogliono portare la sfida più vera a Blair nelle elezioni europee e locali nel giugno 2004". A questo proposito, il Mab ha già annunciato il voto dei suoi numerosi affiliati per la rielezione di Ken Livingston, il quale ha ricambiato partecipando alla cena di gala per la fine del Ramadan organizzata dallo stesso Mab.
La lista delle personalità islamiche a cui l'organizzazione si ispira comprende Hassan al Banna, il fondatore dei Fratelli Musulmani, e lo sceicco Ahmed Yassin, il leader di Hamas palestinese che ha per programma la distruzione dello Stato d'Israele e incoraggia a questo scopo gli attentati suicidi contro obiettivi civili. Recentemente il Mab ha vibratamente protestato per le dichiarazioni del ministro degli Interni David Blunkett che definivano "una minaccia reale alla vita ed alla libertà del nostro paese" Sajid Badat, l'anglo-pakistano di Gloucester arrestato in base alla legge antiterrorismo. Pochi giorni dopo il giovane è stato accusato di essere un complice di Richard Reid, che aveva tentato nel dicembre 2001 di far saltare in aria un aereo con una piccola quantità di esplosivo. Questi dettagli non sembrano turbare la Socialist Alliance, che per giustificare l'alleanza coi musulmani pubblica sulla Socialist Review un articolo storico sul successo delle politiche filo-islamiche dei bolscevichi nella fase leninista della Rivoluzione di Ottobre per convincere i musulmani delle regioni del Caucaso a partecipare alla lotta anti-zarista.
Riprenderei questa discussione.
Che mi pare piuttosto importante e alla quale qualcuno vorrebbe sfuggire.