Avrei preferito di gran lunga una vittoria di Felice Casson. Perché mi piace il personaggio, per i voti di destra che hanno aiutato Cacciari a vincere, perché - grazie al premio di maggioranza che assegna 26+2 seggi alla coalizione "dissidente" Margherita+Udeur - la giunta veneziana sarà gremita di catto-democristiani. Ma ripensandoci, mi rendo conto che la vittoria di Cacciari ha alcuni valori politici significativi, che fanno passare in secondo piano gli aspetti più immediati.
Aspetto uno, i voti fascio-berlusco-leghisti
La natura dei voti che hanno fatto vincere Cacciari non è poi così importante, alla fine quel che conta è che il filosofo è una delle poche persone davvero intelligenti e colte nella triste classe politica nazionale. Il fatto che sia riuscito a raccattare voti fasscisti, leghisti, berlusconiani solo con la forza del suo pensiero, ma senza fare promesse e inciuci, è determinante. E poi, l'idea che abbia rinunciato all'incarico al San Raffaele, mettendo le sue doti organizzative e intellettuali al servizio di Venezia anziché di don Verzè, è da leggere molto positivamente.
Aspetto due, un meritato schiaffone ai prepotenti
Così come la candidatura di Nichi Vendola in Puglia, anche le manovre pre-elettorali veneziane sono state anomale. C'era un accordo di spartizione, per cui il candidato avrebbe dovuto essere della Margherita. Il personaggio proposto (tale Alessio Vianello, ex assessore con Cacciari) non era stato ritenuto all'altezza (probabilmente a ragione) e così i DS, anziché fare pressione sui legittimi pretendenti al titolo per trovare un candidato migliore, hanno appoggiato la "proposta Casson" portata da Gianfranco Bettin (Verde, uomo forte del polo rosso-verde veneziano), sentendosi forti e autosufficienti, alla faccia degli accordi con gli alleati della Margherita. Prodi ha abbozzato, Rutelli si è incazzato come una biglia, il dinamico duo D'alema-Fassino (nonostante una evidente preferenza per Cacciari) ha fatto quadrato e voce grossa, sostenendo il giudice (nonostante D'Aema lo veda come il fumo negli occhi). La Margherita non ha accettato il sopruso e ha convinto Cacciari a correre con la sola Udeur come alleato. E Cacciari ha vinto. Inaspettatamente. Alla faccia loro.
Aspetto tre, la lettura politica
Il sistema delle candidature è un'evidente degenerazione del sistema democratico italiano, che sta ritornando ai livelli della Prima Repubblica. Quello che era nato come strumento di rappresentanza popolare è diventato di fatto un suk in cui i mercanti si scambiano la loro merce (poltrone e privilegi) sulla base dei rapporti di forza (cioè il portafoglio di iscritti e voti): chi ne ha di più fa la voce più grossa, sceglie le poltrone migliori, si riserva diritti di veto del tutto illegittimi (come in questo caso), eccetera. Nel centro sinistra esiste un'egemonia dei DS, ultimo dei partiti all'antica, massimo erede delle tradizioni della politica di palazzo, che ritengono - grazie alla loro base - di poter piazzare sulle poltrone di comando qualunque imbecille, fidando nei collaudati meccanismi di consenso e indirizzamento del voto.
In questo caso, per varie ragioni, il meccanismo si è inceppato. Perché una parte del partito non ha gradito la scelta Casson e ha fatto dichiarazione di voto a favore di Cacciari; perché il filosofo è amatissimo a Venezia (dove ha governato bene) e ha quindi intercettato una notevole quantità di voti disgiunti al primo turno; perché la destra non ha perso tempo e si è buttata a pesce sull'opportunità di far fare una figuraccia ai DS (e ci è riuscita benissimo).
Aspetto quattro, la speranza
Questa avventura ha un doppio lieto fine. Uno immediato: a Ca' Farsetti siede una persona di gran valore e il pericolo di consegnare la Serenissima alle destre è scampato. Soprattutto, si aggiunge un nuovo segnale forte dagli elettori al mondo degenerato dei partiti. Cacciari (e con lui Nichi Vendola) ha dimostrato che una persona di valore, nota, con una buona reputazione, oggi può essere più forte del palazzo e - grazie anche all'esasperazione dei cittadini - può raccogliere consenso sufficiente a sconfiggere le logiche della politica. Le primarie - salvo eccezioni eclatanti, vedi la candidatura di Romano Prodi - si confermano un momento nuovo e fondamentale nella vita democratica del Paese.
Chiudo pensando alla mia Milano, dove la possibilità di togliere Palazzo Marino alla destra è concreta. Mi auguro che al di là di tante parole, il sistema politico di centro sinistra sappia dare un segnale forte di rispetto - se non per i cittadini, che sarebbe chiedere troppo - almeno per le vittorie di Vendola e Cacciari, evitandoci altri fantocci (sottolineo: il giudizio è politico, non personale) come Fumagalli, Antoniazzi, Sarfatti.
Primarie, primarie, primarie. Grazie.
Il laboratorio di Cacciari
Castelli, Galan, Sacconi, Alemanno, Brunetta, Speranzon: i primi nomi a congratularsi con Massimo Cacciari, cui hanno dato i voti con cui il filosofo ha strappato la poltrona di sindaco a Felice Casson, la dicono lunga sulla futura giunta della Serenissima. Mille voti, un'inezia, ma con targa fascista. Cacciari ha commentato: «Il centrosinistra ha un futuro di governo solo se saprà davvero aprire, dialogare e interloquire con tutte le forze di questo paese. E a Venezia si potrebbe aprire un piccolo laboratorio anche su questo». Con tutta la stima per l'intelligenza e la cultura di Cacciari, è difficile riconoscere una componente anche minuscola "di sinistra" nella sua elezione. E casomai si aprisse il "laboratorio", sembra che l'obiettivo possa essere lo studio per la ricostruzione del "grande centro".
Se Cacciari si fosse impuntato su una divergenza di programma, su una diversa visione della città e su questa, riguardando direttamente i cittadini, avesse raccolto voti trasversali ai confini di schieramento sarebbe un conto. E non sarebbe la prima volta che una forte personalità si svincola dagli ordini di scuderia.
Quì invece la bagarre era tutta interna agli equilibri di partito, con il polo che si è messo in mezzo per mischiare le carte: praticamente una situazione opposta. Cacciari vince senza alle spalle una vera maggioranza e senza un mandato vero dall'elettorato: a chi diamine sarà vincolato nella sua azione? A se stesso, a tutti, a chi capita, come gli gira? Una cosa simile c'è la troviamo a Milano con Albertini e non è esattamente di quelle di cui vantarsi.
Sarebbe interessante sentire il parere di un costituzionalista, perchè questa è esattamente la mortificazione dei meccanismi di rappresentanza, e nel particolare una distorsione del significato del doppio turno.
A radiopop dicono che anche molti ds hanno votato Cacciari. Non so se sia vero, ma se lo fosse anche questo la dice lunga.
Personalmente preferivo la prima stesura del post.
Io no. Ho votato Casson e mi dispiace che Venzia abbia un consiglio comunale di democristiani. Ma questa non e' una buona ragione per mettere la testa sotto la sabbia rifugiandosi nei rassicuranti cliche' del primo post di Alberto.
Una delle ragioni per cui si e' affermato il berlusconismo in Italia e' stato anche lo strapotere e l'arroganza dei partiti politici. I partiti se da una parte sono strumenti di democrazia dall'altra si possono trasformare in clique di potere arrogante, autoreferenziale, chiuse alle voci dei propri elettori e simpatizzanti.
A Venezia Cacciari ha dato una dimostrazione pragmatica della sua anlisi politica: ovvero che un forte leader carismatico puo' scardinare il sistemi di potere dei partiti, anche a sinistra, anche all'interno dei DS, anche all'interno di un partito che ha forme di rappresentanaza democratiche e che e' forse l'unico vero partito rimasto in campo. Chapeau: io non lo credeva possibile. Non con gli elettori di sinistra. Eppure conosco persone di Rifondazione che hanno votato per Cacciari!
E' il trionfo dell'antipolitica? Puo' darsi. Ma forse e' anche un passaggio necessario, visto che politica per troppi italiani e' sinonimo di potere chiuso e arrogante, se non addirittura di malaffare piuttosto che di dialogo, apertura all'altro, gestione condivisa della "cosa pubblica", come dovrebbe essere.
da votante "co-stretto" a destra per protesta concordo con le tue valutazioni. vorrei poter fruire di una sinistra meno arrogante e burocratica (vivo a firenze) che risponda maggiormente ai miei ideali e al mio passato. ahimè qui non è possibile, per cui viva i vendola e i cacciari!
Tutti ragionamenti interessanti, ma a questo punto dovreste spiegarmi una cosa: al dilà dello schiaffo morale, qual'è la proposta alternativa di Cacciari? Se vuole essere contro al tremebondo "sistema di potere dei partiti", dovrà proporre qualcosa che lo sostituisca, altrimenti continuerà ad essere ciò che mi sembra essere da un po' di tempo: un piccolo opportunista capriccioso.
Se l'alternativa a questi mostruosi Ds che soffocano i loro poveri alleati è quella di allearsi con fascisti, fondamentalisti cristiani e xenofobi, no grazie: mi tengo volentieri la burocrazia, l'elitarismo e via discorrendo.
Ho cercato di seguire il ragionamento di Cristina, ho fatto anche uno sforzo enorme per appigliarmi, anche in forma consolatoria, a un qualsiasi motivo per essere semifelice della vittoria di Cacciari. Niente. Mi tengo un ruvido bruciore e aspetto altro per essere contento. Comunque grazie Casson per averci fatto sognare.
A la prochaine.
Larry, continui a non capire. Il problema della perdita di credibilita' dei partiti non e' di Cacciari e' di tutti. Cacciari ha solo messo in evidenza che e' un problema anche nostro, nel senso di noi del centro sinistra. Attenzione pero': Cacciari non si e' affatto alleato con la destra, non ci sono stati apparentamenti, non gli ha fatto vincere un singolo seggio, non gli ha promesso ne' poltrone in giunta, ne' politiche a loro favorevoli.
Il compito di Cacciari adesso non e' trovare alternative al sistema dei partiti ma riuscire a governare bene con la maggioranza anomala che si ritrova. E' la seconda parte della sfida che si e' autoimposto. Spero - per Venezia - che riesca a vincere anche questa partita.
Larry, non contesto il giudizio su Cacciari, che neppure a me è poi così simpatico, viste anche le frequentazioni recenti. Ma non è giusto dire che si è alleato con la destra quando si è limitato a raccoglierne i voti, rassicurando una parte significativa di veneziani di cui dovrà comunque essere sindaco. Il dubbio è sui rapporti che riuscirà ad avere con l'elettorato radicale di Casson, quella sinistra disobbediente e dei centri sociali, una realtà che fa bene a Venezia e con cui Cacciari dovrà necessariamente trovare un modus vivendi. Se riuscirà a governare la città senza impattare con loro, allora si potrà dire che Cacciari è stato sincero, che cercava davvero una sfida nuova, ma radicata nel centro sinistra. Altrimenti avremo tutto il diritto di gridare all'inciucio e tirargli uova marce.
Dopo don Verze' ci si poteva aspettare di tutto da Cacciari.....
E come hanno detto le mie zie ultraottantenni.....non c'e' due senza tre.
A me personalmente la faccenda puzza.
Amen.
Adriana/Adriatica
E invece secondo me Cristina ha centrato perfettamente il punto.
Per anni in Italia i partiti, e specialmente il Pci-Pds-Ds che è quello più organizzato e radicato sul territorio, hanno creduto di poter imporre dall'alto qualsiasi candidato. Tanto ce lo votano lo stesso, perchè sono fedeli fino alla fine alle scelte del partito, ecc ecc. Ricordate Di Pietro al Mugello?
Ora però i tempi della prona fedeltà al partito sono, vivaddio, terminati. Gli elettori hanno una loro testa e son diventati più esigenti. Bologna fu persa incredibilmente dalla sinistra anche perchè aveva candidato una perfetta sconosciuta contro un personaggio più noto.
Ancora peggio è successo ora a Venezia.
Per anni la sinistra ha incensato Cacciari come fosse un dio, un maestro di pensiero, il prototipo dell'intellettuale di una nuova sinistra progressista. Il personaggio certo aveva il suo fascino, ma è stato anche sopravvalutato, proprio da coloro che adesso si lagnano della sua vittoria. Poi te lo ritrovi alle elezioni, e non puoi pretendere che i tuoi non lo votino solo perchè non ha il simbolo dei ds a fianco...
Gli elettori non sono automi che eseguono.
cacciari è un esponente politico da una decina d'anni ed è stato già sindaco di venezia.
Casson era l'esponente della società civile "nuovo" ma ben conosciuto dalla popolazione di venezia e d'italia per le sue qualità.
La Margherita (l'ultimo giorno) ha presentato Cacciari per una questione di spartizioni nazionale. Peraltro Cacciari mesi prima era stato "chiamato" anche da rifondazione e verdi e aveva rifiutato. Ha accettato pero' quando gliel'ha chiesto il SUO PARTITO.
E' proprio il contrario di quanto dice Cristina: ha vinto la politica. Quella della Margherita.
E non c'è niente che possa consolarmi.
Eh sì. E dai, abbiamo gioito per la vittoria di Vendola, e mi sembra che almeno su queste pagine avessimo in questa colto dei "segnali", sbaglio?, su quale sia la direzione da prendere per credere che eventi come quello si possano ripetere, anche su scala nazionale; la vittoria di Cacciari va nella direzione opposta, non consoliamoci, o consoliamoci con poco, anzi.
Questo al di là del giudizio sul politico, alla cui onestà posso anche credere (anche se i voti della destra avrei voluto li rifiutasse pubblicamente).
Io, pur avendo votato Casson, sono in dissenso con Alberto. Penso che molti abbiano votato Cacciari proprio per il rapporto di certe componenti della sinistra (cioè prevalentemente i Verdi, Bettin, Caccia e amici vari) con "la sinistra disobbediente e dei centri sociali".
Credo che ci sia un movimento ambientalista, no-global e di volontariato sociale (non di sinistra) più ampio e più rappresentativo dei disobbedienti e compagnia bella (gente che con certe azioni molto discutibili secondo me fa molto del male sia alla sinistra che al movimento). Invece quel che han dato a quest'ultimi, di fatto stipendiandone la dirigenza, è troppo. Hanno trascurato altre cose, altri progetti che forse meritavano di più e hanno perso consenso, giustamente.
Non è che Cacciari, a suo tempo, abbia fatto di meno. Adesso però cambierà linea, visto che molti anche di sinistra (anche diessini, rifondaroli, ecc.) l'hanno votato anche per questo. Sinceramente questa è l'unica cosa che mi consola per la sconfitta della sinistra.