La sfida di Zapatero, sì alle nozze gay
Il Congresso vota anche il divorzio breve. Il premier: «Questa è la grandezza della democrazia». L’ira dei vescovi
di Leonardo Sacchetti
Riforma del codice civile per permettere il matrimonio tra persone dello stesso sesso; possibilità per le coppie omosessuali di adottare figli; snellimento per le procedure di divorzio. Nella giornata di ieri, il Congresso spagnolo ha approvato il pacchetto di «riforme sociali» promesso dal premier socialista José Luis Rodriguez Zapatero durante la sua vittoriosa campagna elettorale dell'anno scorso. Oltre a queste tre riforme, la seduta del Congresso ha dato luce verde per la modifica del contestato Piano Idrogeologico per il fiume Ebro, voluto dall'ex premier conservatore, José Maria Aznar, e che - a detta dei socialisti e delle associazioni ambientaliste - avrebbe prodotto gravi danni all'ecosistema iberico. Infine, nella sessione di ieri, i deputati hanno abrogato le pene per chi convoca referendum illegali.
Matrimonio tra gay e diritto all'adozione
Le «riforme sociali» di ieri hanno puntato alla modificazione di alcuni articoli del Codice civile, passando la parola al Senato per una nuova votazione. A giugno, se anche la Camera alta le approverà, queste riforme diventeranno legge. La maggioranza parlamentare di Zapatero ha così avviato l'iter per dare il via ai matrimoni tra omosessuali e lesbiche, sostituendo gli articoli del Codice spagnolo in cui si parlava di «marito» e «moglie» con la parola «coniugi». Per poter aprire la strada alle adozioni anche per queste coppie, le parole «madre» e «padre» sono state sostituite da «progenitori». Una riforma lessicale che a febbraio aveva ricevuto l'avallo persino della Real Academia (la Crusca spagnola) e che ieri è stata approvata con una maggioranza di 183 voti e con il parere contrario dei popolari dell'ex premier José Maria Aznar e dei nazionalisti catalani di Convergencia i Uniò, mentre il Partito nazionalista basco (Pnv) si è spaccato.
Dopo le votazioni, Zapatero ha dichiarato di essere pronto a ricevere le critiche del mondo della chiesa e del nuovo Papa Benedetto XVI. «Questa è una delle grandezze della democrazia - ha detto il premier socialista -: la libertà religiosa, di opinione e di portare avanti un progetto politico con il sostegno del voto dei cittadini». La reazione della Conferenza episcopale spagnola non si è fatta attendere. «È una riforma ingiusta - hanno fatto sapere i vescovi spagnoli - che lede il bene comune». Parole durissime, certo messe in conto dal governo socialista che ha fatto quadrato intorno a Zapatero. «Siamo orgogliosi di essere il primo vagone di un treno che porta alla pluralità e alla diversità», sono state le parole di Pedro Zerolo, giovane consigliere comunale a Madrid, membro dell'esecutivo del Psoe e leader del movimento gay in Spagna. Alcuni dubbi di costituzionalità circa l'iter seguito da questa riforma, sono stati avanzati dal Consiglio Generale del Potere Giudiziario. Ma le scene di gioia, dentro e fuori il Congresso, sono state tante. «È un giorno storico per chi crede nell'uguaglianza», ha detto Beatriz Gimeno, storica dirigente della Federazione statale lesbiche, gay e transessuali. La maggioranza socialista ha dato via libera anche all'adozione di bambini da parte di coppie dello stesso sesso, appoggiandosi a vari studi psicologici e pediatrici che escludono qualsiasi tipo di danno per i piccoli. Ma questo non ha impedito alle associazioni cattoliche, ebree, protestanti e ortodosse spagnole di firmare un documento contrario a questo progetto.
Diritto al divorzio
Lo snellimento delle procedure di divorzio è stato approvato rivedendo radicalmente il suo concetto giuridico, trasformandolo in «un diritto compreso da quelli del matrimonio». L'approvazione di questo progetto di legge ha visto l'astensione dei deputati del Pp che, in questo caso, sembrano non aver ascoltato le lamentale dell'episcopato spagnolo. Quando questo progetto diventerà legge, gli spagnoli potranno dividersi senza passare dalla separazione, visto che basterà «il desiderio di uno dei due coniugi per non proseguire nell'unione matrimoniale». La riforma prevede anche la creazione di un fondo statale di garanzia per il pagamento degli alimenti. Sulla possibilità per un giudice di affidare la custodia dei figli a entrambi i genitori senza un loro accordo, il portavoce socialista, Julio Villarrubia, ha lasciato la porta aperta: «Siamo pronti al dialogo».
So per certo che dopo l'approvazione di questa legge Bin Laden si è messo le mani tra i capelli piangendo e imprecando: "Che cosa abbiamo combinato! Chi abbiamo fatto andare al governo in Spagna, un infedele!"
Scherzo, ovviamente.
Questa Spagna laica e civile mi piace.
Il titolo sul nuovo Papa "Que Dios Vos Perdone" (rivolto ai cardinali) è finissimo.
Quel cartello dei gay - Habemus Matrimonium - è troppo bello. Zapatero mi entusiasma. Non lasciamolo solo, non lasciamo la Spagna sola...un'altra volta.
Siamo solo agli inizi. L'omosessualità rappresenta la sintesi e il superamento delle fissità innaturali fra il 'maschile' e il 'femminile', rappresenta un progresso e un'evoluzione osteggiata: la realizzazione dell'androgino originario preconizzato dai miti antichi ma promesso falsamente da ogni dottrina mistico-religiosa in un utopico al di là. Ora ci vuole una vera rivoluzione morale per liberarci dai pregiudizi dell'eterosessualità per riconoscere che essa è ormai solo un residuo della storia nel Progresso dell'umanità. Fra 20 anni rimarrà solo una sorta di tenue vergogna nel ritenerci ancora eterosessuali. La cattolicissima Spagna si sta svegliando da secoli di torpore, finalmente!!
beh, insomma....
Ritengo più giusta l'opinione che ho sentito esprimere da Prodi, cioè che sia necessaria una legge che concede diritti alle coppie di fatto (siano coppie bisessuali, gay, amici, ecc. non importa) senza però equipararle alle "famiglie".
Non sono d'accordo cioè a mettere queste situazioni sullo stesso piano del matrimonio, perchè così ne viene stravolto il concetto giuridico e sociale di famiglia.
Si ai diritti per le coppie gay, no al matrimonio (che è un'altra cosa). Anche sull'adozione da parte di coppie gay ci andrei molto cauto, se alcuni psicologi sono d'accordo altri lo ritengono improponibile.
Mi piaceva Zapatero perchè pensavo volesse solo estendere dei diritti, mentre ha voluto dare la mazzata finale all'istituto della famiglia, che invece penso sia da recuperare e valorizzare (non vorrei essere travisato, non intendo in senso conservatore e nemmeno con le politiche imbecilli che fa certa destra, chiaro?). Credo francamente che abbia esagerato e temo che ciò comporterà un'irrigidimento dell'ala conservatrice.
Preciso che non sono un "bacchettone", anzi sono un divorziato e che convivo con la mia attuale compagna. Solo che resto convinto che una cosa deve è il matrimonio e la famiglia, altra cosa la tutela giuridica di altre situazioni.
Per favore spiegatemi: "altre situazioni".
Un'altra cosa: la cosidetta "ala conservatrice" si è mai preoccupata della sensibilità di altre ali? Si è mai preoccupata dell'"irrigidimento" degli altri? Zapatero ha fatto un programma politico e l'hanno votato su quel programma. Ora lo mette in atto sostenuto da un parlamento. Si chiama coerenza?
"sono un divorziato e che convivo con la mia attuale compagna. Solo che resto convinto che una cosa deve è il matrimonio e la famiglia, altra cosa la tutela giuridica di altre situazioni"
ok, non sei un bacchettone, per carita'. pero' un po' confuso magari si'....
sbaglio?
Confuso? No tonii, anch'io come tutti ho le mie certezze, i miei dubbi, le mie ignoranze, ma tutto sommato credo di aver idee abbastanza chiare (anche se mi piace ascoltare gli altri e sono disposto a rivederle).
Ho voluto far presente la mia situazione personale per sottolineare che non sono uno con dei preconcetti, che giudica da un'altare (come spesso invece fai tu su questo blog, seppure il tuo sia un altare di certezze anarchiche e i tuoi giudizi sfilettate ironiche spesso gustose).
Non mi sembra essere confuso se affermo che la famiglia e il matrimonio sono per me valori fondamentali da tutelare nella loro specificità ma al contempo che ci possono essere anche situazioni e scelte diverse (su cui ritengo inopportuno e odioso dare giudizi morali), e guarda un po' io le vivo anche in prima persona, che meritano rispetto e vanno tutelate nei loro diritti (senza per questo definirle "matrimonio" perchè comunque altra cosa sono).
il martimonio è l'unione tra due persone che si amano? sì, quindi chiunque deve, dal mio punto di vista, averne diritto. che sia omosessuale o eterosessuale.
Se si intende invece il matrimonio come "famiglia" allora si intende il matrimonio cattolico. Da quel punto di vista, allora è vero un martimonio omosessuale sembra mettere in discussione l'idea cattolica del matrimonio, come atto per procreare. Ma il matrimonio oggi è anche il matrimonio in comune, inteso come "contratto" tra due persone. Due persone che scelgono di unirsi perché si amano e vogliono veder sancita la loro unione. Da un punto di vista legale, ma, volendo, anche da un punto di vista "cerimoniale". E quindi perché una coppia gay non deve averne diritto? mi si spieghi.
Prodi non può essere favorevole, perché Prodi alla fine è un democristiano. Non per altro.
C'è un libro, in realtà sono 3, che spiega bene come la sessualità e l'"orientamento" sessuale, la coppia sono cose che non esistono di "default": senza una struttura sociale e culturale che le determini, sarebbero tutt'altro. Il sesso è in altri termini il prodotto di una cultura e del costume. In natura è altra cosa. Quindi parlare di "matrimonio" come di qualcosa di predefinito, intendendo con tale termine il matrimonio cattolico, è realtivo. Chi l'ha detto che il matrimonio, nel momento in cui ci si può sposare anche in comune, in modo totalmente laico, scevro dal concetto di "famiglia", è solo e unicamente ciò che fonda la "famiglia"? E, in secondo luogo, chi l'ha detto che anche la "famiglia" sia solo quella intesa dalla chiesa? Cosa è la famiglia in natura, a prescindere dalla società di cui facciamo parte o dal costume? Esiste "in sè"? Secondo me forse no. A meno che per famiglia si intenda due persone che si amano e che scelgono di crescerne (non necessariamente procrearne) una terza. E in questo caso perché anche l'adozione a coppie omosessuali deve essere considerata antitetica all'ida di "Famiglia".
Il testo cui mi riferisco è "La storia della sessualtià" di Foucalut. In particolare al volume "La cura di sè".
Fa paura forse una tale concezione anarchica del sesso e delle abitudini sessuali e dell'unione, ma è qualcosa su cui porsi delle domande, di fronte a queste posizioni così "Nette" e sicure su cosa sia "oggettivamente" matrimonio e su cosa sia "famiglia".
Non capisco perché non possa parlarsi di matrimonio se l'unione è tra gay. Posso capire che venga negata, almeno fino ad oggi, la consacrazione religiosa, ma non vedo una sostanziale differenza rispetto alle unioni eterosessuali.
Il matrimonio sta nelle intenzioni di chi lo contrae, nel progetto di vita che si decide di portare avanti insieme, non nell'alterità sessuale dei soggetti.
Il concetto di famiglia, poi, è così relativo in relazione al tempo e alle culture che non è nemmeno il caso di parlarne.
Sull'adozione non ho un'idea precisa, però ritengo che chi ha portato avanti una vita contro pregiudizi, a favore della libertà di scelta, possa essere un buon educatore.
charli ha sintetizzato in maniera chiara quel che volevo dire. Mi accorgo che su un blog, spesso è facile accartocciarsi, per la fretta, e rendere contorti i propri discorsi agli altri.
Comunque Foucault sul sesso ha scritto pagine fondamentali. Troppo spesso nascoste, perchè forse scandalosamente vere.
Sul matrimonio gay non sono contrario, e` una materia su cui lo stato puo` avere il diritto di distaccarsi dall'opinione della Chiesa. L'adozione invece non riesco ad accettarla. Ho dubbi molto pesanti sulla crescita di un ragazzo/a in una coppia nella quale manchi una vera figura materna/paterna. Un bambino adottato da una coppia etero, soprattutto se in giovanissima eta`, puo` creare un rapporto di vera "figliolanza" con quei genitori "acquisiti". Ma in una coppia gay? Io penso che potrebbe essere un problema.
Sì, può essere un problema. E' innegabile. Però può essere anche un problema per un gay sapere che per tutta la vita mai potrà a vere un figlio. Non sto dicendo che è giusta l'adozione per una coppia gay. sto solo cercando di spostare il baricentro dell'attenzione.
Vogliamo approfondire?
Per decidere se possano o no adottare dobbiamo capire se possano o no essere buoni genitori.
Cos'è che rende buono un genitore?
molte cose, non necessariamente il suo orientamento sessuale, per esempio. conta intanto se è contento di avere un figlio, se il figlo lo sente, e si sente "voluto". inuitle dire che il mondo è pieno di coppie eterosessuali, sposate in chiesa, in cui i figli si sento poco voluti.
approfondirei volentieri di più, ma sono in partenza.
in genere il problema e' che i gay hanno dei genitori etero.
scherzi (mica tanto) a parte, direi che se lo stato vuole sindacare ed emettere un giudizio sui genitori... be' prima di puntare il dito sui genitori gay ce ne sarebbero di genitori "etero" cui si dovrebbbe, come dire, come minimo dare un corso di recupero...
cmq in spagna e' da anni che i single possono adottare. e non ho sentito dire che si sia creata una generazione di infelici.
non e' che siamo un po' troppo prigionieri di una normalita' imposta dalla chiesa che non ha ragione alcuna d'essere? non e' che il doversi uniformare a cio' che viene considerato a torto normale produca infelicita'?
non e' che i fedeli sono liberi di comportarsi come credono, ma che i non cattolici possano finalmente seguire la loro natura e le loro convinzioni?
fino a quando i laici si piegheranno ai voleri d'oltre tevere? quello che garibaldi chiamava "le forze dell'oscurantismo"...
Siamo d'accordo che generalizzare è un errore e che spesso per paura di discriminare si cade nell'errore in direzione contraria: per cui, il soggetto che si intende difendere si finisce per non analizzare in maniera obiettiva considerandolo buono a prescindere e senza distinzioni.
Ho conosciuto alcune coppie omosessuali; ora, ho fatto l'introduzione che ho fatto perchè a scanso di equivoci non mi si possa attribuire una convinzione del tipo "le coppie gay sono tutte splendide", però nei casi di mia conoscenza è stato così. Forse perchè "costretti" a scegliere il partner con cui dividere la vita con molta più attenzione e meno superficialità di quanto non sia per gli etero, forse per qualche altra ragione (che non ha a che fare con l'essere gay - il che di per sè non comporta secondo me tratti di carattere peculiari), fattostà che le coppie omosessuali che ho conosciuto erano sempre molto equilibrate e tolleranti.
Ora, sarà per questo, sarà perchè nel mio lavoro sono in contatto ogni giorno con famiglie (etero) disastrate e disastranti, ma non mi sento affatto in opposizione all'adozione di figli da parte delle coppie gay... Ho sempre in testa Diesel, il personaggio di Baricco (cos'era? Forse "City", ho paura che la fretta mi giochi uno scherzo...correggimi, Achab!) quando si rivolge agli stupidi genitori di una bambina chiedendo loro "Perchè fate figli? Perchè?!"..., e penso che i figli abbiano bisogno di persone di valore con valori...a prescindere dagli orientamenti, tutti gli orientamenti.
E infine, ricordiamo che per l'adozione bisogna superare verifiche di idoneità mica da ridere; e questo varrebbe ovviamente anche per l'"adozione alle coppie gay". Confido nell'intelligenza dell'eventuale coppia omosessuale dichiarata idonea all'adozione di fornire al figlio tutte le possibilità di scegliere, e tutti i punti di osservazione. Sicuro che molte coppie gay sono ben più tolleranti (in fatto di orientamento sessuale, quindi nel caso il figlio ne scegliesse uno differente dal loro) della maggioranza delle coppie eterosessuali.
Se sapessi (sarà una deformazione professionale, ripeto) che ogni ragazzo adottabile finisse accolto da una coppia formataa da persone di una certa levatura morale, a quel punto nemmeno chiederei se è etero o gay.
La levatura morale è soggettiva e porre il problema solo dal punto di vista giuridico è riduttivo. In fondo così le coppie omosessuali per sentirsi 'lecite' e 'accettabili' non fanno che scimmiottare il vecchio istituto giuridico del 'matrimonio' mutuato ad hoc dal moralismo cattolico e dal becero jus antico-romano. Si è schiavi della stessa logica inclusiva per la quale si pensa di avere dignità di 'eguali' solo aderendo alla medesima matrice sociale dominante.
A questo punto viva le coppie di fatto!
Anche nomee sociali quali 'fornicazione' 'adulterio' 'tradimento' sono della stessa radice oscurantista e sessuofoba che ha creato e mantenuto la sclerotica istituzione 'famiglia'. A questo punto, trovo più coraggiosa e progressista di Zapatero la pubblicità di non ricordo quale auto, nella quale l'uomo torna a casa con la sua donna e trova la propria moglie col figlio ad aspettarlo gioiosi! Solo qui la logica dell'istituzione matrimoniale è veramente superata e resa plastica contro ogni fissità anacronistica.
Grande Zapatero. Così si fà. Lo stato deve essere laico e non pro-cattolico come l'Italia (vergognosamente !). Tutti hanno i medesimi diritti come tutti hanno i medesimi doveri (i gay, gli ebrei, gli atei pagano le stesse tasse dei cristiani , come mai devono essere discriminati ?). Forse il problema in italia sono gli italiani...
La creazione di un "gruppo familiare" più o meno allargato, più o meno eterogeneo, non ha nulla a che vedere con la tradizione cattolica né con lo jus romano, giacché preesiste ed esiste indipendentemente da questi, in tutto il mondo ed in tutte le epoche, in forme diverse a seconda dei luoghi, dei tempi e delle culture.
Chiaro che nel mondo occidentale, od oggi, è con l'atto del matrimonio che questo gruppo comincia a formarsi. Non è questione di scimmiottare, è una scelta progettuale di vita insieme cui si da una configurazione definitiva (in teoria) con l'atto volitivo di unirsi per la vita.
Con la coppia di fatto semplicemente ci si trova di fronte ad un'altra fattispecie (se mi si passa il termine) nella quale non si è voluto dare un sugello definitivo all'unione. Tutto qui: non è meglio o peggio del matrimonio, solo diverso.
Sul tradimento non diciamo sciocchezze: se ho detto che amo solo te, che la mia vita è dedicata a te, poi non posso andarmene in giro a fare i fatti miei pensando di non subirne conseguenze. Basta non promettere, non giurare, non parlare con leggerezza.
Quanto alla pubblicità l'hai completamente travisata (e non sei stato il solo :-D): i tizi in auto sono marito e moglie che dopo un'uscita con le amiche (coppia omosessuale? boh!) tornano a casa dove li aspettano il figlio e la tata. Il messaggio è che per avere una macchina sportiva non devi necessariamente essere single, ma puoi avere anche moglie e figlio. Altro che superamento dell'istituzione matrimoniale. Quella mi sa che è un'ossessione tua.
Bella discussione, ma... perché in Italia non si fa come in Sfizzera? Il 5 maggio votiamo: http://www.admin.ch/ch/i/pore/va/20050605/varia.html
e il Consiglio Federale (= governo) propone di consentire l'unione registrata alle coppie omosessuali.
Nella malaugurata ipotesi di morire con mia moglie e lasciar orfani i miei tre figlioli, li lascerei esposti alla possibilità di essere presi in affidamento da una coppia di omosessuali.
Sembra che questo vada bene a molte persone.
Allora auguroni!
Dinogen, saresti preoccupato perché * gay non si lavano? Perché fanno tutti delle orge terribili? Perché l'omosessualità si trasmette attraverso lo sguardo? Magari preoccuparsi invece che vadano a qualcuno che gli voglia bene? Ma diomadonna...
Ragazzi, ben vengano quelli che la pensano diversamente, però spiegate le vostre posizioni, i vostri perché, quali sono (se ci sono) i vostri dubbi, le vostre perplessità e, perché no, le vostre certezze.
Per Charlie, ruguardo al tuo precedente intervento: e qui ti volevo! ;-\ Così fai intendere che la famiglia esista ‘di default’ “in tutto il mondo e in ogni tempo” e che non sia, come d’altronde la stessa inclinazione sessuale, un mero fatto culturale e di costume.
Così accetti lo stesso concetto reazionario di ‘legge naturale’ (di stampo aristotelico-tomista) che seppure in forme diverse preesiste dietro le sovrastrutture ideologico-culturali. Ciò significa che non ci troviamo di fronte a qualcosa di relativo e realmente soggetto a trasformazione anche radicale. Siamo molto, troppo vicini a quel papozzo nazi-fascista che vuole appunto lottare contro il relativismo in nome di ste baggianate!
Mi spiace che proprio da questo pulpito mi sia arrivata una simile critica :-(
Se poi c’è un campo dove non esiste alcuna universalità è il campo morale. Se su questo è superfluo discutere, lo è altrettanto sulle differenze puramente relative e soggettive fra l’atto ‘volitivo di unirsi’ o di dividersi, di essere fedeli o ‘infedeli’ (termine che tra l’altro mi pare inquietante).
Quanto alla pubblicità, forse l’ho mal compresa, come tanti assieme a me. Per fortuna, pur essendo nato in una famiglia eterosessuale non ho né ossessioni né problemi familiari.
Ha solo visto bene Sgalambro, nella linea del miglior anarchismo russo:
“gli uomini vengono uniti prima di tutto dalla guerra. Essa li avvicina a tal punto che li uccide. Gli altri rapporti sono
per lo più miserabili. Accosto alla guerra solo l’inferno familiare, in cui sono come sospesi tutti i diritti e si commettono quasi tutti i reati”.
Asta la vista. A sto punto nun me diverto più ;-)
Facciamo così: io, come molti, devo partire. Ma non lasciamo cadere la cosa. Me la stampo, me la studio, e poi ne riparliamo.
Magari me la faccio anche tradurre, perché dopo tre letture non ho ancora capito cosa cappero vuoi dire. Limite mio, sicuramente.
Alberto: i gay si lavano di certo, ma non sono una famiglia, cosi' come il sasso non e' una pianta e il cielo non e' una calotta.
E' inutile fare retorica e grandi giri di parole per dimostrare l'indimostrabile.
Una coppia di omosessuali non e' una famiglia.
A volte non lo e' nemmeno una coppia uomo-donna.
Gli vogliano bene? Ma che c'entra? E' uno dei requisiti. Mica il solo e unico.
Conosco almeno due coppie gay che sono più famiglia di tante famiglie regolari. Ma questo conta poco.
Ciò che invece conta: non si vede una sola ragione sensata per cui l'istituto della famiglia così com'è inteso oggi abbia ancora un senso, visto che l'istituto matrimonio è nato in una società totalmente differente e con un'aspettativa di vita di circa la metà rispetto a oggi.
Che differenza c'è - dal punto di vista educativo - tra una "famiglia" gay e le millanta coppie separate (in cui in genere uno dei coniugi sparisce) o rispetto alle coppie in cui i genitori lavorano come assatanati e piazzano i figli alle babysitter?
Siamo d'accordo sull'idea che educare significa dare sicurezza, mettere a disposizione modelli positivi, dare affetto? E allora le coppie gay lo possono fare benissimo, basta che integrino i modelli mancanti con altre persone vicine.
Oltretutto, viste le difficoltà da superare, la coppia gay che decide di adottare è motivata almeno quanto quella eterosessuale, se non di più.
E aggiungo (anche grazie all'esperienza personale) la mia grande fiducia nelle famiglie allargate, dove l'iniezione di personalità nuove può fare di una separazione un evento più che positivo per i figli.
Insomma, spero che trattando argomenti comne questo si fissi l'attenzione sulla consapevolezza, l'impegno, la riflessione, la sincerità, piuttosto che su aspetti legati a sovrastrutture culturali oggettivamente obsolete.
Non voglio convincere nessuno, spero solo di offrire uno punto di vista diverso su cui riflettere.
Alberto, hai fornito a mio modo di vedere il punto di partenza per affrontare la questione, anzi perchè ognuno se la pensi un po' meglio tra sè.
E aggiungo che mi fa molto piacere leggere le tue personali convinzioni ed esperienze legate ai modelli di famiglia; come accennavo sopra, ne ho parecchie anch'io, ma mi rendo conto che ci si scontra con una formula (un fatto culturale e nulla più) istituzionalizzata da così tanta consuetudine, ma così tanta (come poche altre cose del nostro mondo) che per far accettare (alle masse) qualcosa di differente temo ci vorrà davvero troppo perchè lo vedano i nostri bisnipoti.
Il dibattito e' interessante.
Ma credo che siamo fuori dal punto della questione.
Vediamo se riesco a spiegarmi meglio:
Mi chiedete:
e' possibile che una coppia di omosessuali possa allevare
un bambino sano e ben equilibrato? La risposta è: si, e' possibile,
E una coppia di elettricisti? Si.
E un trio di giornalisti? Si.
E un convento di frati? Beh, si, c'e' anche Marcellino Pane e Vino.
E una coppia di psicanalisti? Mmh... Si.
E un gruppo di lavandaie? Si.
Si.
Si.
Se fossimo in guerra e i miei figli rimanessero orfani, sarei
grato a chiunque li allevi bene.
Anche fossero una coppia di dipendenti Microsoft. :-)
Ma tutte le categorie sopracitate non sono famiglie.
Son casi che presi individualmente possono essere valutati
magari anche positivamente.
Ma uno dei principi del legislatore è che la legge non deve contemplare il caso particolare,
ma deve essere generale, per tutti.
E il caso generale è la famiglia fatta da padre, madre e figli.
La famiglia formata da maschio e femmina e' un valore che la società
dovrebbe salvaguardare.
Per cui non puo' essere accettabile una legge che equipara una coppia di
elettricisti, di programmatori Microsoft o di omosessuali ad una famiglia.
E questa non e' discriminazione, e' discernimento.
Non si tratta di dare o togliere dei diritti. Si tratta di rispettare
la natura dell'essere umano in quanto tale, e di garantire,
per quanto possibile, il diritto del bambino di stare in una famiglia.
Una coppia di omosessuali e' senz'altro un'entità degna di rispetto, che
si pone verso la società in un modo proprio, e la società deve
tener conto ì di questa entità.
Ma mancano ttalmente le condizioni per parlare di famiglia, matrimonio
e, pertanto, di adozione.
Nel 2005 (e sempre più in futuro) una "famiglia" è qualunque agglomerato di persone che decidano liberamente e consapevolmente di condividere spazi vitali, letti, minori, gioie, dolori, nascite e morti. L'idea di una struttura famigliare rigida è - ripeto - resa obsoleta dalle mutate condizioni sociali: emancipazione della donna, riconoscimento della libertà di "fare l'amore ognuno come gli va", aumento dell'aspettativa di vita, sgretolamento delle sovrastrutture religiose, eccetera. In questo senso, alcune razze animali hanno molto da insegnarsi laddove disgiungono l'atto sessuale finalizzato alla procreazione dalle abitudini sociali.
In effetti ho esperienza diretta (e indiretta, dalla letteratura) di situazioni famigliari "aperte" che hanno generato straordinarie cucciolate.
Questo per l'aspetto pedagogico. Per quello civile, ritengo che la "coppia" - infrastruttura forse necessaria, ma spesso non sufficiente della famiglia - abbia diritto a un riconoscimento indipendentemente (per dire le cose come stanno) dalla natura del foro in cui viene infilato il pisello :-)
Alberto, quella che definisci tu è una 'comune' non una famiglia: non mischiamo l'oro con i rifiuti organici ;-).
Per quanto riguarda gli animali puoi cadere in un campo minato: essi sono necessitati dagli istinti. Così, se l'orientamento sessuale delle specie animali fosse comunque permanentemente orientato a saturare solo il buchetto del medesimo sesso o meglio, per intenderci, fosse orientato ad una attrazione solo del 'maschio verso il maschio' e della 'femmina verso la femmina' senza interventi d'inseminazione artificiale o cambio di 'gusti'...le specie oltre a mutare certamente in meglio il loro comportamento sociale sarebbero altresì già estinte, il che non è poi una brutta cosa.
Ogni comune di leonesse ha necessariamente almeno un maschio dominante che fa l'"inseminator" della situazione perchè il suo pisello è sessualmente orientato a saturare in modo stabile buchetti femminili, senza pensarci troppo sù e senza farne un problema di costume. Nel caso non lo fosse...peggio per lui e per la sua specie.
Se non erro, in alcune specie di anfibi e invertebrati, in una comunità esclusivamente di un solo sesso, almeno un esemplare muta organicamente la propria sessualità e il proprio 'indirizzo' per permettere la continuazione della specie.
L'uomo può invece affrancarsi dalla natura e farsene beffa, saturando tutti i buchetti che vuole e come meglio gli piace. Grazie alla tecnologia oggi può anche inseminare senza atto sessuale provocato da un impulso 'naturale'. Ciò gli permette di ridurre tutto a costume e di far persistere la 'specie umana' anche nel caso limite auspicabile che l'eterosessualità scomparisse dalla faccia della terra. Un vero peccato però, perche l'estinzione dell'uomo 'per queste cause non naturali' nel giro di una generazione sarebbe una gran cosa!! :-).
Piuttosto, se non ci fosse la scienza medica moderna bisognerebbe lottare contro il concetto di conservazione della specie: su questo fronte l'universalizzazione dell'eterosessualità e del becero concetto di 'famiglia' come cellula sociale provocata dall'unione di un uomo e di una donna, dalla quale sbuca un altro 'umano', rischierebbe di essere un valore funzionale invincibile, mentre l'universalizzazione del valore dell'omosessualità e del lesbismo, come pari all'eterosessualità, un attentato non solo contro la 'famiglia' ma contro il genere umano.
Mi ripeto: gli omosessuali sbagliano a voler traslare nelle proprie unioni un istituto giuridico troppo compromesso. Non siamo abbastanza progressisti!