LETTERA APERTA
DI STEFANO BENNI
Caro nonno Azeglio, da qualche anno, nel cortile
italiano, è arrivato un bimbo piccolo ma prepotente.
All'inizio aveva più figurine di tutti, insomma aveva la maggioranza
e ha fatto un sacco di belle promesse di democrazia e ricchezza
e lavoro, ma poi non le ha mantenute e per quattro volte ha preso
delle gran bastonate elettorali.
Ora, caro nonno Azeglio, è chiaro che le angherie del bambino
tantissimi non le sopportano più, ma lui continua a fare l'arrogante,
a rompere la costituzione e a seminar zizzania.
Anche nei cortili di tutta Europa lo conoscono e si chiedono perchè.
Caro nonno Azeglio, una volta ci hanno raccontato una favola:
che la democrazia è il rispetto delle minoranze. Che dire di uno
che disprezza addirittura la maggioranza dei suoi concittadini?
Perciò ti chiediamo un regalino.
Il massimo sarebbe se tu mandassi via questo bambino prepotente,
perchè non è capace di governare il nostro cortile in modo sereno
e democratico.
Potrebbe andarsene in vacanza, magari in una bella isola fatata tipo
Cayman dove tiene il suo salvadanaio, insieme ai suoi amici condannati.
Oppure potresti dirgli: la prima volta che non tieni conto del volere
degli altri, e col quindici per cento dei voti fai il prepotente e rompi
le regole, stracci la costituzione e ti fai le leggi ad personam, io ti
mando via.
Non farti fregare nonno Azeglio, questo bambino fa la vittima, ma in
questi anni ha triplicato il suo patrimonio ed è scappato ad ogni castigo.
E stai molto attento: se non mandi in pensione lui, lui manderà in
pensione te.
E poi spiegaci: cosa può fare un popolo, per farsi ascoltare, più che
votare democraticamente quattro volte contro un governo che non gli
piace?
Non sei tu forse il garante di queste cose? O dobbiamo pensare che
votare non serve più?
Stagli un po' addosso a questo bambino prepotente, e abbi il coraggio
di sgridarlo (ma non tirarlo per i capelli).
Questo non in nome dell'ideologia, ma dell'elementare dignità della
democrazia.
Sveglia nonno Azeglio, perchè noi cominciamo a svegliarci.
E sempre forza Livorno".