Ho a casa il primo di Biondillo. Ho provato a leggerlo, ma dopo dieci pagine l'ho richiuso.
francamente non so riuscito a capire il tanto clamore e il tanto parlar bene di questo autore. Ma, ripeto, ho letto solo 10 pagine. Forse sono io che son troppo esigente. Leggendo la tua recensione, invece, mi pare di non essere il solo.
Se ti piace il genere, ti consiglio invece il duo Colaprico-Valpreda e il commissario Binda. Meno pretenzioso, e più da relax. molto da ombrellone quest'estate.
sono d'accordo sulla preferenza per il duo. anche da solo Colaprico ha fatto buone cose, forse è anche riuscito a essere più "individualista" e meno "compromesso" (non in senso negativo, ma in senso di "contrattazione").
Binda (della "quasi" tetralogia scritta con Valpreda) e Bagni (di "la trilogia della ciottà di m.") meritano. forse anche più dell'ombra dell'ombrellone estivo.
buona lettura.
Il problema, secondo me, non sono tanto gli stereotipi che stanno alla narrativa di genere come il più classico dei caci sul più topico dei maccheroni (non è che il cacio smette di essere buono solo perché uno l'ha già spolverato su quel piatto). Il merito di Biondillo, oltre a saper costruire una storia, è quello di aver tentato un'operazione coraggiosa: infilare lo humour nel noir. Sono gusti, d'accordo: per me il risultato è più che lusinghiero. Pensate a E. B. Clucher quando se ne uscì al cinema con la serie di Trinità, pellicole-sberleffo al crudo western leoniano. Stupide? E infatti sono ancora là, viste e riviste insieme al modello cui si ispirarono.