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Alberto Biraghi
Il Professore e le sirene
«Martedì daremo vita ad una cabina di regia con un esponente di ogni partito dell'Unione, presieduta da me. Ma una esperienza di democrazia non si ferma dentro questo recinto: i movimenti e le associazioni, non solo ci hanno tenuto la fiaccola accesa in passato, ma sono un riferimento prezioso per il futuro. Sono venuto qui, dunque, per aprire un dialogo che dovrà durare fino alle elezioni è anche dopo».
Parola del Professore in occasione della sua quasi inaspettata comparsa alla due giorni romana del "Cantiere", l'assemblea permanente della sinistra radicale.
Bella lì, ma c'è da fidarsi (soprattutto in considerazione della cricca con cui Prodi deve relazionarsi?) E allora, la sua è sincerità o
realpolitik? E' il pensiero di un leader che ha capito l'importanza di dare spazio a tutte le parti in causa? O è la lingua biforcuta di un subdolo postdemocristiano che tenta di raccogliere consenso dovunque sia possibile?
Da parecchio tempo - con l'eccezione della
lettera troppo paracula a Bush - Prodi ci azzecca. Ma l'abitudine a essere fottuti all'improvviso è così radicata che si campa alla giornata, sempre in attesa della sparat "riformista" sulla guerra giusta o la democrazia da esportazione coatta.
Ce la farà il Professore - ammessa e non concessa la sua sincerità - a non dar retta alle sirene che lo circuiscono con le loro
proposte oscene?