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«Ma io sono fiero del mio sognare, di questo eterno mio incespicare» (Francesco Guccini)
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Alberto Biraghi
...o decideranno ancora tutto loro?
«A partire dalle elezioni del 1992 la designazione dei candidati è stata sottratta anche al minimo di processo di selezione dal basso preesistente per essere soltanto calata dall'alto (con l'eccezione della sperimentazione delle primarie nelle ultime elezioni regionali in Puglia). Per la sinistra i cosiddetti “tavoli” dei partiti che fanno parte delle varie coalizioni a geometria variabile sono diventati allora lo strumento per imporre nomi secondo schemi tattici e contrattazioni tra le formazioni politiche e gruppi di potere che nulla avevano a che fare con il principio della rappresentanza. E taccio su quanto è avvenuto sul lato destro dello schieramento».
Un chiarissinmo articolo di Paolo Prodi, pubblicato oggi da l'Unità, mette in luce i limiti della Costituzione sull'argomento "partiti politici", chiarendo le ragioni della degenerazione del nostro sistema democratico e descrivendo le possibili vie d'uscita. Da non perdere. Speriamo che lo leggano i leader dell'Unione, speriamo che lo legga anche la direzione de l'Unità, che sullo stesso numero pubblica un articolo-pettegolezzo sul totosindaco per Milano. A parte la fonte (la Padania), quello che disturba dell'articolo è la certezza che la candidatura arriverà una volta di più dall'alto. Si dice infatti:
«Fassino la scorsa settimana aveva anche affermato che il centrosisnistra unito avrebbe reso nota la candidatura ufficiale per Palazzo Marino solo dopo l’estate». E i milanesi? Buoni solo a fare crocette in cabina elettorale, alla faccia delle dichiarazioni di Romano, degli articoli di Paolo, delle innumerevoli richieste di essere ascoltati.