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Alberto Biraghi
La caduta
Scrive
achab:
«sabato sono andato, molto prevenuto (e un po' anche deciso a rovinarmi il sabato sera) a vedere "La caduta". Avevo letto a settembre il corsivo di Wenders contro questo discusso film e ne avevo sposate tutte le argomentazioni. Eppure, eppure sbagliavo. Oggi mi sento invece di consigliare questo film un po' a chiunque e mi farebbe piacere parlarne. Perché secondo me è un film che rappresenta in maniera incredibilmente credibile (mi si conceda il padadosso iliguistico) cosa e chi sono stati Hitler e i suoi "fedeli" e in cosa abbia consistito la follia che li ha trascinati, in un orgia di male psichiatrico collettivo, fino agli ultimi giorni in quel bunker. Il film è tutto ambientato nel buker, quasi a caricare ancor di più l'atmosfera claustrofobica di malattia che lo anima. Hitler non ne viene fuori affatto come un uomo banale o quasi, come avevo letto, "umano". No, nient'affatto. ne viene fuori un malato, un malato folle e sadico. E Goebbels e sua moglie forse anche peggio: vengono messi a nudo per quello che davvero sono stati. Inclusa la scena dell'uccisione dei figli. Nulla è risparmiato nella sua nuda chiarezza. Nemmeno il senso di non pietà che si prova, guardando il film, per questi personaggi. E' esattamente come io ho sempre immaginato che sia stato. »